E’ passata poco più di una settimana dal giorno in cui Omar Di Felice è stato investito lungo il litorale tra Santa Marinella e Civitavecchia.

Un’auto lo ha urtato in fase di sorpasso, facendolo cadere violentemente a terra e provocandogli un trauma cranico, costole incrinate e contusioni al ginocchio e alle spalle.

Omar Di Felice

Da un punto di vista fisico, vista la dinamica dell’incidente, le cose sarebbero potute andare anche molto peggio.
Dal punto di vista morale, però, la botta è stata forte, poiché ha mandato in fumo (almeno per ora) mesi e mesi di allenamenti e preparazione.

La caduta, infatti, è avvenuta proprio alla vigilia della partenza per il Deserto del Gobi, in Mongolia, costringendolo a rimandare la sua nuova impresa estrema, cioè la traversata invernale del deserto del Gobi in bici.

Omar Di Felice, però, è abituato alle sfide estreme e ci ha confessato di non aver ancora rinunciato completamente a questo appuntamento per l’inverno 2020.
“Se c’e anche una sola possibilità di riuscirci, devo provarci”.

Omar Di Felice




Dopo i primi giorni di riposo forzato, superata la rabbia e la frustrazione per l’accaduto, ha subito ricominciato con allenamenti e riabilitazione.
Fisioterapia, piscina e sedute sui rulli (anche 3 ore), visto che con le costole incrinate non è semplice allenarsi su strada.
In attesa di capire se riuscirà a partire o meno per la Mongolia, è fondamentale non perdere la condizione fisica.

Ma l’incidente ha costituito per Omar Di Felice anche l’occasione per veicolare altri messaggi…

Omar Di Felice
Foto credit Luigi Sestili

UN MESSAGGIO IMPORTANTE, ANZI DUE…
Il primo è rivolto agli automobilisti, perché prestino maggiore attenzione in strada, soprattutto nei confronti di utenti deboli, come ciclisti e pedoni.

“Non se ne può più di automobilisti che non fanno ciò che dovrebbero fare, ossia guardare la strada – scrive Omar sui suoi social – Non ne posso più di sentirmi dire non ti ho visto. Dobbiamo smetterla di pensare alle strade come un luogo a uso esclusivo delle macchine e pensare che tutto ciò che non si muove a motore sia un intralcio”.

Un tema di grande importanza, che purtroppo è sempre più all’ordine del giorno a causa delle continue tragedie che interessano ciclisti e pedoni, ma sui cui per ora si è parlato molto, ma dal punto di vista concreto si è fatto poco.
A questo proposito cogliamo l’occasione per ricordare il grande evento #rispettiamocinstrada che si svolgerà il 23 Febbraio a Roma.

Il secondo messaggio è più direttamente rivolto a tutti coloro che usano la bici, ma non è di minore importanza, anzi.
Riguarda l’uso del casco, che ancora troppi ciclisti si ostinano a non indossare.
Oggi non c’è un solo motivo per non farlo: sono leggeri, ventilati e con meno di 100 euro si aquistano dei modelli di altissima qualità.

Non lo possiamo sapere, ma senza il casco l’incidente di Omar sarebbe potuto finire diversamente…
Qui sotto riportiamo il suo video in cui parla proprio di come il casco gli abbia salvato la vita.

Facciamo un grosso in bocca al lupo a Omar e vi terremo aggiornati sui prossimi sviluppi della sua impresa.

Per maggiori informazioni: ultracyclingman.comfacebook.com/omar.difelice