E’ stata svelata oggi la nuova Wilier Rave SLR, una bici pensata per la performance, ma difficile da categorizzare in maniera univoca.

Nel titolo abbiamo parlato di bici da corsa con gomme gravel, ma avremmo potuto definirla anche bici gravel con allestimento da corsa.

Wilier Rave SLR

Al momento la possiamo inserire all’interno delle cosiddette gravel racing, o bici all-round, ma non è un caso che la stessa Wilier lasci la possibilità di scelta all’utente in base alle sue esigenze di utilizzo: in catalogo, infatti, ci saranno tre versioni montate con componenti stradali e tre versioni con componenti gravel.
Guardate il video di seguito per avere una spiegazione rapida di questa nuova Wilier:

A prescindere dalla destinazione d’uso, però, quello che Wilier ci tiene a sottolineare è che la Rave SLR è una bici leggera e reattiva, pensata per le alte prestazioni, che al suo interno racchiude una parte del DNA della 0 SLR e della Filante SLR, cioè le due bici da competizione del brand italiano.
Ad una prima occhiata, in effetti, la somiglianza con la 0 SLR è impressionante.

Wilier Rave SLR

In alto la Wilier Rave SLR in uno degli allestimenti stradali. Qui sopra in “assetto” gravel




CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE
Il telaio della Wilier Rave SLR è realizzato con lo stesso mix di fibre utilizzato per la Filante e la 0 SLR, con l’obiettivo di ottenere il miglior compromesso possibile in termini di rigidezza torsionale e leggerezza.

Per migliorare la resistenza all’impatto e l’assorbimento delle vibrazioni, così come per i due modelli sopra citati, al carbonio è stato aggiunto uno speciale materiale viscoelastico, chiamato Liquid Crystal Polymer.

Il risultato finale è un telaio dal peso dichiarato di 950 grammi, completato da una forcella da 415 grammi.

Per il nostro test abbiamo optato per la versione gravel, allestita con Sram Force eTap AXS XPLR, ruote Miche Carbo Graff e manubrio integrato in carbonio J-Bar.
Il peso rilevato in questa configurazione, in taglia L e senza pedali, è di 7,750 kg.

Wilier Rave SLR

Wilier Rave SLR

DETTAGLI TECNICI
La nuova Wilier Rave SLR è dotata di passaggio cavi completamente interno, che anche in questo caso sfrutta il sistema già introdotto sulla 0 SLR e sulla Filante SLR, che prevede il manubrio integrato in carbonio e l’utilizzo di spessori in materiale composito ad alta rigidità, formati da due parti separate e che dunque possono essere applicati o tolti senza dover smontare il manubrio o estrarre i cavi.

La differenza tra la versione all-road e quella gravel sta nella tipologia di manubrio integrato utilizzato.
Per gli allestimenti stradali Wilier ha previsto lo Zero Bar (lo stesso usato sulla 0 SLR) da 330 grammi, per quelli gravel, invece, il J-Bar da 390 grammi (quello che vedete in queste foto).
Entrambi sono completamente in carbonio, ma quest’ultimo ha una forma particolare, con la zona dell’attacco che si divide in due parti e con una piega dal flare più pronunciato.

Derivata dai modelli road è anche la chiusura del reggisella a scomparsa, che va a serrare un reggisella dal profilo dedicato (dunque niente opzione per il telescopico).

Wilier Rave SLR

Il passaggio ruota consente di montare gomme fino a 700×42 e testimonia che la Rave SLR è pensata per un gravel scorrevole e non troppo estremo. 

Inoltre, trattandosi di una bici realizzata con grande attenzione alla leggerezza e alle prestazioni, non sono previsti supporti e attacchi aggiuntivi per borse, parafanghi o portaborraccia extra.

Ultima caratteristica da segnalare è l’utilizzo di perni passanti dotati dello standard Mavic Speed Release, che permettono di togliere la ruota senza dover sfilare completamente gli assi dal telaio. Una soluzione che, almeno in linea teorica, dovrebbe rendere più facile lo smontaggio della ruota.

Wilier Rave SLR

Il passaggio ruota massimo è 700×42, ma come si vede da queste foto le gomme di serie 700×38 rappresentano, una soluzione ideale per garantire una luce adeguata tra telaio e pneumatico

GEOMETRIE
La definizione di nuove geometrie ha rappresentato un punto cruciale nello sviluppo della Rave SLR, poiché era necessario trovare un equilibrio tra prestazioni su strada e asfalto.

Wilier è partita dalle geometrie delle sue bici da gara di alta gamma, mixate però con parti di telaio di derivazione gravel ed endurance, il tutto senza snaturare l’obiettivo prestazionale con cui era stata pensata la Rave.

Se confrontiamo lo schema geometrico con quello della 0 SLR, possiamo notare un reach più contenuto e uno stack maggiore (per consentire al ciclista di pedalare in una posizione meno estrema), un angolo sterzo più aperto, foderi bassi del carro più lunghi e un interasse maggiore, per migliorare la stabilità, su strada, ma in particolare nell’uso off-road.

In pratica, si tratta di una soluzione che si colloca a metà tra una bici da strada racing e una gravel e rispecchia perfettamente la natura della Rave SLR. 

MODELLI E PREZZI
La Rave SLR sarà disponibile in 2 colori e 6 diversi allestimenti (3 gravel e 3 all-road), tutti di altissima gamma. Almeno per il momento, infatti, Wilier ha immaginato questa nuova piattaforma come un prodotto d’avanguardia e molto esclusivo, con un prezzo di partenza di 8.300 euro.

Immaginiamo che questo farà storcere la bocca a molti appassionati potenzialmente interessati a questo nuovo genere di bici, ma chissà che in futuro Wilier non introduca anche una versione “più abbordabile”, come successo con la 0 SL.

Qui sotto trovate i due colori disponibili e i prezzi dei 6 allestimenti previsti:

Colore Black/Grey, Matt in allestimento road
Colore Sand/Green, Matt in allestimento gravel

PRIME IMPRESSIONI IN SELLA
Come vi abbiamo già accennato, per il test abbiamo optato per la versione gravel, allestita con gruppo monocorona Sram Force eTap AXS XPLR (corono da 40 denti sull’anteriore e 10-44 sul posteriore), ruote in carbonio Miche Carbo Graff, pneumatici tubeless Vittoria Terreno Dry (700×38) e manubrio integrato in carbonio J-Bar.

Prima del lancio ufficiale ho avuto modo di provare la Rave SLR solo una volta, giusto il tempo di farsi un’idea sulla tipologia di bici. Per il test completo, invece, vi chiediamo di avere qualche settimana di pazienza.

Le gomme Vittoria hanno un range di gonfiaggio che va da 2,5 a 6 bar e per questa prima uscita ho scelto una pressione di 3,2 sull’anteriore e 3,4 sul posteriore (il mio peso è 67 kg). Una via di mezzo che immaginavo valida per un percorso misto con tratti di asfalto e di sterrato scorrevole, come quello che avevo in mente.

In realtà si è rivelata una pressione valida, ma già un po’ al limite, nel senso che se il percorso prevede un’alta percentuale di sterrato, volete privilegiare un po’ più il comfort o avete in programma qualche tratto di sterrato che va oltre le strade bianche, è necessario utilizzare pressioni più basse.

A metà giro mi sono fermato a sgonfiare (senza la possibilità di controllare, ma ipotizzo a 3 sull’anteriore e 3,2 sul posteriore), guadagnando davvero molto in termini di feeling in fuoristrada, senza perdere poi così tanto su asfalto.

Probabilmente, almeno con queste gomme, si può scendere anche sotto i 3 bar quando si vogliono affrontare percorsi più sconnessi; mentre si può arrivare fino a 4 bar se in previsione c’è un giro totalmente su asfalto.
Vi saprò dare qualche informazione in più al termine del test, ma l’impressione è che su una bici di questo genere la pressione di gonfiaggio rivesta un ruolo cruciale.

Sono stati sufficienti pochi chilometri per capire che la Rave SLR è più divertente di altre gravel più “morbide” quando si ragiona in termini di prestazione.
E’ più agile, più scattante e quando ci si alza sui pedali in salita è un piacere sentire come risponde in maniera pronta ai cambi di ritmo.
Discorso analogo vale per le discese su asfalto, dove è più sicura di una bici da corsa, ma più agile e maneggevole rispetto ad altre gravel bike.

Il discorso cambia, invece, se la portiamo su tratti più sconnessi e accidentati, poiché sullo scassato la bici si fa dura e un po’ scorbutica.
Non è il suo terreno e si sente.
Come già anticipato, si potrebbe sopperire riducendo la pressione delle gomme, o scegliendo pneumatici un po’ più “aggressivi”, ma onestamente non so quanto sia sensato apportare queste modifiche su una bici pensata per fare altro.

Se vi piacciono l’avventura e il “gravel estremo”, la bici di riferimento in casa Wilier Triestina rimane la Jena.

A QUALE UTENTE SI RIVOLGE?
Il modello che sto usando per il test è ideale per le gare gravel (che in Italia sono ancora molto poche), ma in genere per tutti coloro che vogliono una bici leggera, brillante e divertente, capace di destreggiarsi senza problemi sia su asfalto che sulle strade bianche.

L’impressione è che nell’allestimento stradale sia perfetta anche per le uscite di gruppo e per le granfondo, ovvero laddove serve comunque una bici prestazionale, ma con quel pizzico in più di comfort e sicurezza.

Insomma, con una doppia coppia di ruote e pneumatici potrebbe davvero diventare una bici unica per fare tutto. L’importante è scegliere con attenzione il gruppo e i rapporti, in base all’utilizzo predominante. 

Vista in questa ottica, anche il prezzo di partenza molto elevato diventa più “giustificato”, perché in pratica si avrebbero “due bici in una”.

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Se volete approfondire le conoscenze sul settore gravel date uno sguardo all’archivio dei nostri contenuti su questo argomento.

Per maggiori informazioni: wilier.com