La Parkpre K99Disk è la proposta aero della gamma strada del marchio toscano, con sede a Vicopisano (Pi), fondato nel 1989 negli Stati Uniti.
Oltre alla K99 il catalogo propone la K1Disk, dedicata agli amanti delle salite, la K999 e la K8Disk.

Parkpre K99Disk

Per gli appassionati di Granfondo di vecchia data è impossibile non ricordarsi del marchio toscano per via di quel Team Guru-Parkpre capitanato dall’ex pro’ Raimondas Rumšas, che nel mondo delle granfondo (e non solo) fece discutere nel bene e nel male.
Se c’è un merito che però va riconosciuto a questa formazione, ed ai relativi sponsor, è quello d’aver portato un bel bel po’ di stile e creatività nell’ambiente.

Da allora sono passati diversi anni: più di 15.
Parkpre ha cercato a lungo la sua identità e oggi l’ha finalmente ritrovata grazie a Marco Ricci, che dal 2004 guida con passione l’Azienda.
Oltre 250 in Italia i punti vendita coordinati secondo un modello di business tradizione dove internet e la vendita diretta non hanno ancora preso il sopravvento.

Il risultato?
Bici vicine alle esigenze dei clienti, originali, fuori dal coro e creative, non solo nei colori e nelle forme, ma sopratutto nelle geometrie.

Parkpre K99Disk

1 – Dettagli tecnici telaio

– Geometria: 9,5
La Parkpre K99Disk Rival22, così come tutte le versioni a catalogo (Chorus-SL45, ForAXS-Pfr38k, Red AXS-SL45 e Rival AXS-Pfr 38), propone un telaio caratterizzato da un’impostazione marcatamente racing che viene declinato in sei taglie: XS, S, M, ML, L, XL.

Questa vocazione emerge quando si osserva l’angolo piantone

Durante il test ho pedalato su una bici taglia XS con il verticale inclinato di 75°. Una quota che supera i 74/74,5°, proposti oggi da molte bici di ultima generazione.

Il divario diventa ancora più marcato quando ci si ferma ad analizzare gli angoli di alcune note bici da strada aero. L’angolo piantone della Parkpre K99Disk è più dritto di 1,5°: una bella differenza sopratutto se, come nel mio caso, si è abituati a pedalare su una bici con angolo pari a 73,5°.
In queste settimane ho alternato la K99 alla Lapierre Xelius SL 8.0, taglia S (angolo piantone 74°, QUI il nostro test) e la differenza è stata sempre e comunque evidente.
Un pregio? Un difetto? Dipende…

L’angolo più aperto spinge il ciclista a pedalare più vicino alla verticale del movimento centrale. Ne beneficia la fase di spinta della pedalata (da 20° a 145°), zona dove si concentra circa il 65% della potenza erogata dal ciclista ad ogni rivoluzione.
Un’impostazione che permette di rilanciare meglio la bicicletta in ogni frangente. Il motivo? L’intera struttura è più reattiva, pronta a sostenere cambi di ritmo e aumenti repentini della velocità.
Il ciclista è più sbilanciato in avanti, “meno seduto” sulla ruota posteriore e la bici diventa così più sensibile ad ogni sollecitazione incluse quelle provenienti dal fondo stradale.

Insomma, un assetto da gara che a primo impatto può spiazzare e scoraggiare i meno arditi. C’è da dire che Parkpre osa e propone qualcosa di diverso e interessante.

Parkpre K99Disk

– Assetto in sella: 8,5
Prima di mettere su strada la bici ho eseguito una valutazione biomeccanica per non lasciare nulla al caso e dare una valutazione quanto più possibile giusta.
L’attacco manubrio Deda Superbox da 130 mm (6°) scelto durante il primo approccio con l’Azienda sulla base delle misure della mia bici personale, si è rivelato azzeccato. Curva Deda Superzero Alloy da 420 mm.

L’unico aggiustamento è ricaduto sulle tacchette che sono state spostate in avanti di 5 mm rispetto al precedente controllo eseguito su una bici con angolo piantone da 73,5°.

Il primo impatto, lo confesso, non è stato facile.
In discesa su pendenze modeste (8-10%) e tratti non troppo tecnici l’impressione era quella di essere quasi sbalzati in avanti. A questo si aggiungeva la sensazione di non aver del tutto il controllo del mezzo. In curva sopratutto.

Così ho lasciato decantare i pensieri e le preoccupazioni in pianura per cercare di capire al meglio la bici sulla quale ero seduto. Tre, quattro uscite e diversi passaggi sulla medesima discesa. Tanto è servito per trovare (o ritrovare) la mia dimensione.

Parkpre K99Disk

Così complice il test degli pneumatici Vittoria N.Ext mi sono lasciato convincere, conquistare e trascinare da questa Parkpre K99Disk. Pur non essendo nella forma dei giorni migliori e senza mai andare oltre il limite sono arrivato a soli 14” dal record di percorrenza in discesa (Kom Strava) di un tratto piuttosto tecnico: 3,56 km, pendenza media -7,8%.

La Parkpre K99 non è una bici che trasmette subito confidenza e ha bisogno di un po’ di tempo per essere capita…

– Cura costruttiva: 8,5
Nulla da invidiare ai marchi blasonati. Verniciatura e finitura sono di prima classe (Parkpre collaborava a tal proposito con un noto marchio italiano).
Il sistema di serraggio del reggisella Parkpre Carbon UD (foto sotto) è nascosto nel tubo piantone ed è protetto da un’apposita guarnizione in gomma che, oltre ad impedire allo sporco di entrare, migliora l’impatto estetico.

Anche il morsetto posto sulla testa del reggisella è semplice ed intuitivo. Qui non guasterebbe un’indicazione riguardo la coppia massima di serraggio.

Parkpre K99Disk

La versione Rival22 adotta un set manubrio standard Deda Elementi con sistema semi-integrato (S-DCR) per quanto riguarda il passaggio cavi i quali possono essere instradati internamente.

Una nota lo merita il telaio che utilizza tessuti in fibra di carbonio T700.
Un modulo di certo non alto, che lascia sul piatto qualcosa in termini di rigidezza e leggerezza, ma che restituisce una struttura più confortevole ed elastica. Questa scelta diventa una sorta di compensazione e punta a ricalibrare gli equilibri di una bicicletta che per via della sua geometria è più sensibile ad ogni sollecitazione attiva e passiva.
Il telaio in taglia M ha un peso dichiarato di 970 grammi (tolleranza -/+5%) ed è in grado di ospitare trasmissioni Di2.

Sul retro del tubo piantone, in corrispondenza del passaggio ruota, c’è una piastrina per il passaggio cavo Di2.

Un cavallo di battaglia di Parkpre è sicuramente la possibilità di personalizzare la bici a 360°.
Il marchio toscano è stato fra i primi a dotarsi di configuratore 3D (MyBike) in grado di far visualizzare all’utente il design di telaio e forcella di ogni bicicletta a catalogo.

Parkpre K99Disk
Il tubo sterzo è massiccio: 1-1/2″ / 1-1/2″.

16 colori, due finiture, oltre 1.100 combinazioni di verniciatura: un numero di opzioni che non tutti i marchi possono permettersi e che va ad affiancare la possibile scelta dell’allestimento e la realizzazione su misura del telaio (disponibile solo sul modello K999).

L’Azienda pisana ci ha inviato una K99 protetta solo da vernice traslucida. L’anima in fibra di carbonio emerge quindi in maniera evidente. Sul telaio e sulla forcella sono state applicate le originali decalcomanie iridescent (personalizzazione non attivabile su Parkpre MyBike).

Parkpre K99Disk

Loghi e inserti, protetti a loro volta da uno strato di vernice, cambiano colore a seconda dell’angolo d’impatto della luce.
Su fondo nero emergono le tonalità calde: rosso, giallo, arancio e verde.

– Componentistica utilizzata: 7,5
La Parkpre K99Disk Rival22 propone un allestimento di media gamma.
Gruppo trasmissione Sram Rival eTap AXS 12v, ruote Deda Zero2 DB LTD dotate di cerchi asimmetrici in lega di alluminio 6061 e altezza profilo pari a 30 mm con canale interno pari a 19,5 mm. La coppia pesa 1.600 g.
A completare a lista montaggio la piega manubrio Deda Superzero Alloy e l’attacco Deda Superbox.

Parkpre K99Disk

La bici è stata consegnata con una sella San Marco Aspide (sostituita con Selle Italia SLR kit carbonio) e le coperture Vittoria Zaffiro.
Una scelta, quest’ultima, che forse non rende giustizia all’agilità di questa bicicletta.
Lo pneumatico Zaffiro, infatti, risulta piuttosto lento e pastoso, ma d’altronde parliamo dell’entry level del marchio italiano.
Ho cambiato le coperture per eseguire il test delle gomme Vittoria N.Ext e la differenza è stata fin da subito evidente.

Da tenere presente che la medesima bicicletta è in grado di ospitare il manubrio integrato Deda Alanera (foto sotto).
QUI tutte le note tecniche riguardo la compatibilità.

Una considerazione a parte la merita la trasmissione Rival eTap AXS con guarnitura super compact 48-35 e pacco pignoni della serie Force 10-33: un allestimento “custom” richiesto a Parkpre in fase d’assemblaggio della bici test.

Ero scettico sulla resa di questa trasmissione dato che fin dalle prime apparizioni sul mercato sono un fan del 52-36 e del pacco pignoni 11-30. La corona da 48T, invece, non fa altro che assecondare ed incrementare l’agilità e la reattività di questa bicicletta. Una qualità che ho apprezzato in particolare in discesa fuori dalle curve.

In pianura il 48 è un invito all’agilità.
Attorno i 45 km/h non tutti potrebbero però apprezzare il fatto di dover “girare le gambe” più del solito per mantenere la velocità. In salita l’unico difetto è il salto eccessivo tra il pignone 2 (28T) ed il pignone 1 (33T).

Il “salto” tra 28T e 33T.

Dischi da 160 mm all’anteriore e al posteriore. Un set-up piuttosto aggressivo.
Movimento centrale Press-Fit da 86 mm.

– Peso bici: 7,5
È il tallone d’Achille di questa Parkpre. La bici senza pedali, portaborracce e supporto ciclocomputer ferma l’ago della bilancia a 8,09 kg.

La cura dimagrante è presto fatta se si interviene su allestimento e componentistica. Allo stesso tempo viene da chiedersi se è possibile limare qualcosa anche sul telaio, ma qui di certo non parliamo di centinaia di grammi…

Parkpre K99Disk

– Prezzo bici: 7,5
Questa K99 la si porta a casa con 4.700 euro con verniciatura e finiture custom.
Un prezzo tutto sommato in linea con quanto proposto da altri marchi che di contro non offrono uno spetto così ampio riguardo le varianti cromatiche.

C’è da dire però che la concorrenza propone soluzioni sotto i 4.000 euro che comportano un risparmio che in alcuni casi va oltre gli 800 grammi…

– Garanzia sul telaio: 6
Parkpre si limita ad operare entro i termini legali di tutela del consumatore ed offre due anni di garanzia sulle proprie biciclette. Condizioni che non suonano come un incentivo all’acquisto.

Voto finale (da 1 a 10): 8

Parkpre K99Disk

2 – Comportamento in salita

La geometria e la guarnitura super compact tornano utili anche quando c’è da rilanciare l’andatura in salita all’uscita di un tornante o all’imbocco di un falsopiano. Peculiarità che emergono però quando l’andatura diventa più allegra e meno turistica.

La sensibilità dello sterzo e la relativa precisione hanno trovato un miglioramento grazie alle coperture Vittoria N.Ext più efficienti rispetto alle modeste Zaffiro.
In presa alta i cavi guaina esterni possono dare qualche noia sopratutto a chi utilizza una piega manubrio più stretta.

La posizione leggermente più raccolta rispetto ad altri modelli agevola il ciclista durante i tratti più impegnativi e le lunghe ascese, fermo restando che il peso non è dei più contenuti.

Voto finale (da 1 a 10): 8,5

La presa alta non è del tutto comoda e agevole.

3 – Comportamento in discesa

La Parkpre K99Disk non è per tutti.
Serve un minimo d’esperienza ed una buona sensibilità per capire la bici. Come già scritto, il primo approccio potrebbe essere spiazzante e questo aspetto rappresenta un’arma a doppio taglio per la soddisfazione del ciclista. Non tutti potrebbero avere tempo, voglia e la capacità di capire da dove viene questa bicicletta.

Una volta trovato il giusto feeling, però, la K99 diventa veramente divertente e pronta.
Il carbonio T700 rende la struttura non troppo rigida, facile quindi da gestire in fase di inserimento e uscita. Anche nelle curve veloci, da fare in pieno, non servono correzioni e bilanciamenti.
Una ruota in carbonio potrebbe aiutare a gestire la risposta alle sollecitazioni (es. buche, crepe, asfalto ruvido). L’alluminio fa si che la bici risulti un po’ “sorda” al punto da trasmettere al ciclista aspetti che in altri casi vengono dispersi.

Voto finale (da 1 a 10): 8,5

Parkpre K99Disk

4 – Comportamento in pianura

Attorno i 30 km/h la bici è sempre piacevole e non emergono caratteristiche degne di nota.

Sullo scatto secco, nei primi istanti, la risposta è migliore rispetto ad altre bici concorrenti.
Una volta superato questa prima fase (1-2”) la sensazione che ho percepito e che la struttura nel suo complesso sia un po’ più lenta e meno reattiva.
Non ho notato cedimenti e flessioni. L’impressione è quella di un telaio che nel complesso risulta elastico e meno rigido quando entrano in gioco coppie e forze torcenti che sono la vera prova del 9 di ogni telaio. Una ruota ad alto profilo, ovviamente, su questo terreno aiuterebbe non poco.

Voto finale (da 1 a 10): 7,5

Parkpre K99Disk Rival22: in conclusione

Geometrie quasi uniche per questa bici aero pronta e scattante, ma che allo stesso tempo non è così rigida come ci si potrebbe aspettare.
La K99 è una bici che ha scelto la via del compromesso tecnico. Difficile trovare la giusta collocazione.
In fase d’acquisto Azienda e rivenditori devono spendere qualche parola in più per spiegarla, mentre il ciclista deve ascoltare e maturare la propria decisione cercando di aumentare il grado di conoscenza del mezzo.

Uno dei pregi della K99 è proprio questo: non si tratta di una bici scontata, uguale a molte altre. Le geometrie particolari sono un incentivo a guardare la bicicletta con occhi diversi ed allo stesso tempo un buon banco di prova per la propria sensibilità di guida.
Sul peso c’è da migliorare, ma le soluzioni sono a portata di mano.

A conti fatti la K99 è l’ideale per ciclisti che hanno già maturato un po’ di esperienze in ambito tecnico e che vogliono una bici aero vivace, senza sacrificare troppo il comfort.
Qualche riserva, invece, se avete iniziato a pedalare da poco e state pensando ad un salto di qualità.
Concedetevi un paio di uscite per capire la vostra nuova bici…

Parkpre K99Disk

Per maggiori informazioni: parkpre.it

Qui sotto il test della Lapierre Xelius SL 8.0, svolto in contemporanea. La bici è stata un ulteriore banco di prova e di confronto per le geometrie della K99.

TEST – Lapierre Xelius SL 8.0. Tante anime in un’unica bicicletta



VALUTAZIONE IN SINTESI
Dettagli tecnici
8
In salita
8,5
In discesa
8,5
In pianura
7,5
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"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.
test-parkpre-k99disk-rival22<strong>PRO</strong>: geometria agile e scattante, possibilità di personalizzare allestimento, colori e finiture<br/> <strong>CONTRO</strong>: peso, prezzo da ritoccare (o integrare), condizioni di garanzia al minimo possono non incentivare l'acquisto. La bici non è per tutti e ci si deve concedere qualche uscita per prendere le misure.