Prosegue il nostro approfondimento sul rapporto tra corsa a piedi e ciclismo su strada.

Di seguito ecco dieci domande al dott. Paolo Crepaz (foto in basso), Medico Chirurgo, specialista in Fisiatria e Medicina dello Sport, delegato della Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI) per il Trentino. All’attivo diverse partecipazioni a maratone e mezze maratone.

Corsa a piedi e ciclismo su strada
Foto: Leandro Sabin Paz – Festival dello Sport




– Ciclismo su strada e corsa a piedi. Un binomio possibile durante il periodo di preparazione invernale compreso tra novembre e gennaio?
– Il binomio è possibile, sia dal punto di vista fisiologico che biomeccanico, ma farei un distinguo fra “consentito” e “consigliato”. Consentito, direi di sì, in linea generale, a tutti i ciclisti, a meno di condizioni osteoarticolari (caviglie, ginocchia, anche, colonna) particolari che ne sconsigliano la pratica. Consigliato a chi ha bisogno o piacere di variare la propria attività sia dal punto di vista fisico che mentale.

Foto Credit Craig Kolesky / Red Bull Content Pool

– Quali sono le accortezze che un ciclista dovrebbe avere quando si approccia al running?
– Occorre moderazione e gradualità nel trasferire la potenza cardiovascolare di un ciclista, la sua “cilindrata”, specie se di alto livello, in una specialità diversa.
La tentazione è quella di spingere, di provare quell’efficienza del proprio motore a cui si è abituati quando si pedala. Una tendenza naturale che può creare situazioni critiche, soprattutto a livello muscolare e tendineo.

Foto Credit Marcelo Maragni / Red Bull Content Pool

– È vero che la corsa a piedi fa male al ciclista perché “rovina le gambe”?
– Credo che questa sia una convinzione diffusa, portata avanti soprattutto da quelle straordinarie ed indispensabili figure presenti dietro le quinte, ovvero i massaggiatori, abituati ad avere fra le loro mani, le preziose fibre muscolari di importanti atleti.
Nel tempo si è compreso che la multidisciplinarietà, specie a livello giovanile, è una risorsa preziosa per lo sviluppo del talento sportivo: migliorare coordinazione, forza, resistenza, velocità con gesti diversi può portare a risultati positivi.

Corsa a piedi e ciclismo su strada
Foto Credit Romina Amato for Wings for Life World Run

– Il sovraccarico generato dalla corsa a piedi è evidente e si avverte in maniera importante dopo le prime sessioni di allenamento. Quali consigli vuole dare ai ciclisti che in questo periodo desiderano inserire la corsa a piedi nel programma d’allenamento?
– Se dal punto di vista cardiovascolare e respiratorio le due attività non sono incompatibili e la pratica dell’una può dare vantaggi all’altra, rimangono tuttavia evidenti le differenze tra le due attività dal punto di vista fisiologico.

Qualche esempio: l’impegno respiratorio non è lo stesso, le frequenze cardiache sono diverse a livello massimale e submassimale, il rendimento in bicicletta è superiore, l’affaticamento dopo lunghe distanze con la conseguente diminuzione della forza è maggiore nella corsa che in bicicletta, essendo la prima più impegnativa dal punto di vista meccanico. Quest’ultimo aspetto caratterizza soprattutto le prime uscite di corsa a piedi, ma si riduce nel tempo. Quindi torniamo sempre al punto di partenza: moderazione e gradualità.

Foto Credit Red Bull Content Pool

– Ci sono delle precauzioni da adottare e/o check-up medici da eseguire prima di dare il via alle sessioni di corsa a piedi?
– È bene ricordare che il certificato d’idoneità alla pratica sportiva agonistica rilasciato dallo specialista in medicina dello sport è “sport specifico”. Ovvero devono essere indicate tutte le discipline che si intendono praticare a livello agonistico.
Il motivo è semplice: possono essere rilevate nel corso della visita particolari condizioni (ad esempio severe malformazioni o esiti di importanti traumi ai piedi) che rappresentano delle controindicazioni specifiche per la corsa a piedi e non per il ciclismo.
A parte questo non è necessaria altra verifica per correre a piedi.

– Quali possono essere i maggiori benefici che un ciclista su strada può ricavare da un sano periodo di allenamento con la corsa a piedi?
– L’attivazione e l’impiego della muscolatura non utilizzata in bicicletta, una stimolante sollecitazione cardiovascolare, un differente impegno della respirazione.
E poi i benefici psicologici del variare contesto sportivo, allenando la mente e gli schemi motori a rispondere a stimoli nuovi.

Corsa a piedi e ciclismo su strada
Foto Credit Red Bull Content Pool

– Corsa in montagna con salite e discese a ritmo sostenuto. Cosa ne pensa?
– La corsa in salita migliora la forza muscolare prima ancora che la resistenza.
La fase di discesa può dare qualche beneficio in termini di velocità del movimento fin tanto che la pendenza è molto modesta. Ma se la pendenza è significativa, oltre al rischio di infortuni, la sollecitazione muscolare prodotta dalla cosiddetta contrazione eccentrica (correre resistendo alla forza di gravità) è dannosa, produce dolore a breve termine e sovraccarico muscolare dei flessori nel tempo.

Corsa a piedi e ciclismo su strada
Foto Credit Damien Rosso / Red Bull Content Pool

– Come giudica la prestazione di Adam Yates alla maratona di Barcellona corsa sotto le 3 ore in un periodo che dovrebbe essere dedicato al recupero?
– Ogni atleta, specie di alto livello, conosce molto bene quali sono le attività migliori per il proprio organismo nel cosiddetto periodo di recupero tra una stagione e l’altra.
Alcuni hanno bisogno di questo periodo per riposare con piscina, sauna, stretching, joga o attività simili. Altri desiderano migliorare la forza in palestra, altri ancora vogliono staccare la mente dalla pressione agonistica.
Ci sono anche atleti che soffrono, mentalmente e fisicamente, a stare fermi.

Corsa a piedi e ciclismo su strada

– Yates ha senza dubbio doti atletiche fuori dal comune. Se un comune ciclista amatore volesse chiudere una maratona o una mezza maratona in questo periodo della stagione cosa le direbbe?
– Direi in linea generale che l’operazione è possibile ed opportuna solo se l’atleta ha curato due discipline durante tutto l’anno, dando magari prevalenza all’una o all’altra in periodo diversi. A questo punto lancio un sasso. Se c’è l’opportunità perché non fare un pensiero anche allo sci di fondo? Una disciplina sicuramente meno impattante dal punto di vista osteoarticolare e che permette di allenare anche gli arti superiori oltre a quelli inferiori.

Foto Credit Dom Daher / Red Bull Content Pool

– Nella Sua carriera ha incontrato, conosciuto o seguito ciclisti che utilizzavano la corsa a piedi come base per la loro preparazione?
– Come base per la preparazione no, come diversivo sì. Fanno eccezione gli atleti del ciclocross, alcuni della mountain bike ed ovviamente i triatleti. Ho notato che alcuni amatori residenti nel nord Italia in zone soggette a neve e climi freddi, chiudono la stagione ciclistica con alcune settimane di corsa a piedi per dedicarsi allo sci nordico per un paio di mesi fino alla fine di gennaio.

Foto credit Vegard Breie / Red Bull Content Pool

Chi è il dott. Paolo Crepaz

Medico Chirurgo, specialista in Fisiatria e Medicina dello sport.
Giornalista pubblicista e docente in Pedagogia dello sport al master in Psicologia dello sport dello IUSVE. È delegato della Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI) per il Trentino. Da 1992 al 2012 ha ricoperto l’incarico di medico federale e responsabile sanitario delle squadre nazionali della della Federazione Italiana Canoa Kayak (FICK). Dal 2017 è Vicepresidente Vicario del CONI Trento. All you need is sport – Agonismo sociale e felicità inclusiva (ed. Erickson) è il suo ultimo libro.

Il dott. Paolo Crepaz all’arrivo della Trento Half Marathon 2021

In apertura: foto Kolesky/Nikon/Red Bull Content Pool

Qui sotto trovate qualche dato riguardo gli allenamenti di Tom Pidcock che assieme a Van Aert e Van der Poel ha contribuito a riaccendere il dibattito attorno alla corsa a piedi.

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