Non è passato molto tempo da quando mettevo il numero sulla schiena e mi presentavo al via con tubolari da 25 mm gonfiati a più di 9 bar. Oggi invece mi trovo a testare la maggior parte delle bici con sistema tubeless, con pressioni inferiori a 5 bar, a volte addirittura anche sotto i 4 bar. Le bici moderne sono cambiate tanto in pochi anni, ma la novità più grande, a mio avviso, sta proprio nella rivoluzione delle pressioni di gonfiaggio.

Una rivoluzione che per tanti ciclisti di vecchia data è difficile da digerire e questo porta spesso a gonfiare troppo, soprattutto chi per la prima volta si trova a fare i conti con gomme tubeless e ruote con canale largo. Il retaggio del “più gonfio è, meglio è”, però, genera una serie di effetti negativi non da poco.

Uno pneumatico troppo gonfio, infatti, tende a saltellare e perdere continuamente aderenza e trazione sull’asfalto imperfetto, disperdendo energia. Insomma, non è solo più scomodo, ma il paradosso è che risulta anche meno performante in termini di scorrevolezza e tenuta di strada. Inoltre, e questo è forse il fatto da valutare con più attenzione, può risultare pericoloso per la sicurezza del ciclista.

Qualcuno obietterà dicendo che in pista si utilizzano ancora gomme strette e pressioni ben superiori a 10 bar, ma lì la questione è molto diversa, perché la superficie è perfettamente liscia. Ma quanti di noi pedalano in pista?

Meno bar, ma più volume d’aria

La rivoluzione delle pressioni di gonfiaggio è figlia del nuovo modo di concepire e realizzare ruote e gomme delle bici da corsa.
Rispetto al recente passato, le ruote moderne hanno un canale interno sempre più largo e sono abbinate a gomme di sezione maggiore.
Se fino a qualche anno fa lo standard più diffuso prevedeva ruote con canale interno da 15-17 mm e pneumatici da 23-25 mm, oggi la “normalità” è un canale interno da 21 mm in su con gomme 700×26 o 700×28, se non ancora più larghe. Anche i professionisti, che mettono le prestazioni davanti a tutto, ormai utilizzano abitualmente pneumatici da 28 mm e in alcune tappe di pianura addirittura qualcuno sta passando ai 30 mm.

Del perché questa combinazione sia più performante, oltre che più comoda, avevamo parlato in maniera specifica nell’articolo che trovate qui sotto, sottolineando anche come i vantaggi siano strettamente legati al rapporto tra sezione della gomma e larghezza del cerchio.

Gomme sempre più larghe anche sulle bici dei Pro’. Sentite la EF-Easypost…

Con questa nuova configurazione ruote larghe/gomme larghe il volume d’aria immagazzinato all’interno dello pneumatico è decisamente superiore al passato, anche se le pressioni ottimali risultano più basse.
Un volume d’aria più elevato è vantaggioso perché assorbe rugosità e irregolarità del fondo stradale senza comportare una maggiore resistenza al rotolamento, una riduzione della protezione dalle forature o una maggiore usura dello pneumatico.
E’ un po’ quello che succede nelle auto, dove le pressioni, in media, sono di poco superiori ai 2 bar, pur dovendo sostenere diversi quintali di peso.

A tutto questo c’è da aggiungere la diffusione delle gomme tubeless, che hanno una struttura diversa e permettono, anzi necessitano, di pressioni ancora più basse rispetto a copertocino e camera d’aria.

Il concetto, insomma, è che la nuova struttura costruttiva di ruote e gomme richiede una pressione ottimale completamente diversa (più bassa) rispetto al passato. Se adeguate la vostra dotazione tecnica, dovrete adeguare anche la pressione d’esercizio.

Non c’è alcun motivo di essere scettici, perché gonfiare a pressioni più basse non significa pedalare su pneumatici sgonfi o flosci, tutt’altro.
Per intenderci, io sono 67 kg e sulle “vecchie” ruote con canale da 17 mm non mi sarei mai sognato di gonfiare a 4 o 5 bar, a prescindere dalla sezione dello pneumatico.
Oggi, nell’ambito di alcuni test con ruote con canale interno da 25 mm e gomme 700×28, anche i 4 bar mi sono sembrati eccessivi e sono sceso ancora più in basso. L’elemento discriminate, in questo caso, è proprio il volume d’aria di cui abbiamo parlato in precedenza.

rivoluzione delle pressioni di gonfiaggio

Siete scettici? Sperimentate…

L’obiettivo di questo articolo non è convincervi della bontà dei cerchi con canale largo o che il tubeless sia la panacea di tutti i mali.
L’obiettivo è quello di stimolarvi a superare i preconcetti e a sperimentare, ricordando che quello che si faceva “una volta” oggi potrebbe non essere più la soluzione ottimale e che spesso ci si ritrova a gonfiare troppo le gomme delle nostre bici.

Non lasciatevi condizionare dai retaggi del passato o dal sentito dire dello pseudo-esperto di turno. Leggete con attenzione le indicazioni fornite dai produttori, perché altrimenti il rischio è quello di non sfruttare al massimo tutte le potenzialità delle bici e delle dotazioni tecniche più recenti.

rivoluzione delle pressioni di gonfiaggio

Provate a “giocare” con le pressioni e se adottate il sistema tubeless non abbiate paura di scendere un po’ rispetto a quanto eravate abituati, perché potreste ottenere dei risultati sorprendenti non solo in termini di comfort, ma anche di prestazioni. Questo vale per la bici da strada, ma ancora di più in ambito gravel.
Ovviamente, sempre rimanendo entro i limiti consigliati da costruttori di gomme e ruote, perché se gonfiare troppo è pericoloso e controproducente, anche gonfiare troppo poco non va bene…

Ma è vero che le gomme più larghe scorrono di più? Proviamo a spiegare