KORTRIJK - L’Inferno del Nord è stato lo scenario in cui è stata svelata la nuova Specialized Roubaix, l’ultima generazione del modello che negli ultimi 15 anni ha conquistato ben 6 volte la classica delle pietre.
Per presentare la nuova Roubaix, Specialized ci ha invitato 3 giorni al confine tra Belgio e Francia e ci ha dato l’opportunità di testare il nuovo modello sui muri del Fiandre e sul pavé di Arenberg (e non solo su quello).
Ci poteva essere modo migliore per mettere alla prova una bici che fa dell’assorbimento delle vibrazioni il suo cavallo di battaglia?
Crediamo di no.
Qui sotto trovate il video racconto di questa eccitante esperienza e, ovviamente, la presentazione e le prime impressioni su strada.
OLTRE IL CONCETTO DI BICI ENDURANCE
Presentare la nuova Specialized Roubaix “solo” come una bici da strada endurance può essere riduttivo.
L’obiettivo dei tecnici di Morgan Hill che hanno sviluppato la nuova Roubaix era quello di creare una bici che fosse confortevole come, anzi di più, rispetto al modello precedente, ma anche più aggressiva e veloce.
Più corsaiola, insomma.
Il risultato, per certi versi, è sorprendente e riduce di molto le differenze tra bici aero, racing ed endurance.
La nuova Roubaix, infatti, ha un telaio più leggero rispetto a quello della Specialized Venge, che in misura 56 ha un peso dichiarato inferiore ai 900 grammi.
Allo stesso tempo, in base ai grafici forniti da Specialized, è più aerodinamica della Tarmac SL6.
Il peso del kit completo (telaio, forcella, future shock e reggisella) è di 170 grammi inferiore rispetto alla versione precedente, mentre il miglioramento aerodinamico permette di risparmiare 14 secondi su 40 km, a pari velocità.
Tutto questo senza sacrificare il comfort e l’assorbimento delle vibrazioni.
Ciò è stato possibile grazie ad una rivoluzione nella metodologia costruttiva della struttura in carbonio, frutto delle tecnologie e dell’esperienza maturate durante la progettazione della Specialized Venge.
Attraverso quella che Specialized chiama FreeFoil Shape Library, infatti, i tecnici del brand Californiano sono in grado di analizzare migliaia di modelli in 3D, differenti per forma, spessore, laminazione del carbonio.
In questo modo, per ogni parte del telaio, è possibile sviluppare la soluzione migliore in termini di leggerezza, aerodinamica e rigidità.
Questa soluzione, ovviamente, sarà diversa in base all’obiettivo perseguito e dunque diversa tra Roubaix, Tarmac e Venge.
Il miglioramento del comfort, inoltre, è il risultato di due componenti completamente rinnovati: il Future Shock 2.0 e il reggisella Pavé.
FUTURE SHOCK 2.0
Il primo elemento distintivo della nuova Specialized Roubaix è costituito dal Future Shock 2.0, evoluzione della versione già presente sul precedente modello e sulla Diverge.
Il Future Shock spiega al meglio la filosofia di Specialized nella ricerca del comfort: ammortizzare il ciclista, non la bici.
Il Future Shock, infatti, si trova sopra il telaio, quindi è in grado di assorbire le vibrazioni che provengono dall’asfalto, senza però incidere su rigidità, angoli e comportamento della bici.
Il cambiamento più significativo rispetto alla versione precedente è relativo al sistema di funzionamento, che non è più a molla, ma diventa idraulico, con un circuito che controlla simultaneamente compressione e rebound.
L’uso di un sistema idraulico ha permesso anche di introdurre un pomello di regolazione che consente al ciclista, durante la pedalata, di aprire o bloccare il sistema in base alla situazione e al fondo stradale, gestendo a proprio piacimento i 20 mm di escursione a disposizione.
Un po’ come accade anche per le forcelle della Mtb.
Un passo avanti notevole rispetto alla versione a molla.
Il miglioramento della funzionalità è andato di pari passo con quello dell’estetica: il nuovo Future Shock ha dimensioni ridotte ed è dotato di un soffietto esterno in gomma completamente liscio (chiamato Smooth Booth) che si sposa in modo più fluido con la linea della bici.
Le bici complete vengono proposte con un attacco manubrio dedicato, ma è comunque possibile abbinare il Future Shock a quasi tutti gli attacchi in commercio attraverso l’uso di una piccola boccola, che funziona da adattatore.
Il nuovo Future Schock 2.0 sarà montato esclusivamente sulle S-Works, mentre i modelli Comp e Sport saranno dotati della versione 1.5, evoluzione, sempre a molla, del sistema precedente.
REGGISELLA PAVE’
Il reggisella Pavé costituisce l’altra grande novità della nuova Roubaix, poiché è stato completamente rivisto rispetto al precedente CG-R, sia dal punto di vista estetico che da quello funzionale.
La forma a D è esattamente la stessa del reggisella utilizzato sul telaio Tarmac e garantisce una penetrazione aerodinamica ottimale.
Rispetto a quello utilizzato sulla Tarmac, però, si differenzia per lunghezza, laminazione, tipologia del carbonio e integrazione con la bici nel suo complesso.
I tecnici di Specialized, infatti, ci hanno spiegato che per la realizzazione del reggisella Pavé viene utilizzata una fibra diversa, più flessibile.
La differente struttura costruttiva, abbinata al nuovo sistema di chiusura (che serra il reggisella più in basso all'interno del telaio) e ad una lunghezza maggiore (rispetto alla misura del telaio) consentono una maggiore flessione e unamigliore vertical compliance.
E’ disponibile con arretramento da 20 mm oppure a testa dritta, in due differenti misure: 380 o 450 mm (due lunghezze notevoli pensate proprio per ottimizzare la sua funzionalità).
Pesa 80 grammi in meno del precedente CG-R in carbonio.
ALTRI DETTAGLI
La nuova Specialized Roubaix è disponibile solo in versione per freno a disco, con perni passanti e pinze Flat Mount, anche se visto l’andamento del mercato sta diventando superfluo specificarlo.
Rispetto al modello precedente è stato ampliato il passaggio ruota, che ora permette con facilità di utilizzare pneumatici fino a 33 mm, anche se tutti i modelli di serie prevedono l’uso del 28 mm.
Il movimento centrale è filettato, una soluzione un po’ in controtendenza rispetto al mercato, ma che va a tutto vantaggio della longevità e della facilità di manutenzione.
Le tipologie di carbonio utilizzate sono solo due: il più pregiato FACT 11r per l’S-Works e il FACT 10r per le versioni Comp e Sport, al momento le uniche proposte in Italia.
GEOMETRIE
Le geometrie sono state riviste basandosi sulle migliaia di dati ottenuti attraverso il sistema di fitting Retul, con l’obiettivo di ottenere una bici comoda, maneggevole, ma più performante.
Sulle misure più grandi, ad esempio, il reach è maggiore rispetto alla versione precedente, mentre sulle misure più piccole è stato ridotto.
Lo stack è stato leggermente ridotto su molte misure, ma le differenze sono minime.
E’ importante ricordare che lo stack sulla Roubaix viene misurato sopra lo Smooth Boot del Future Shock.
Nella taglia 56 che ho utilizzato per il test su pavé l’angolo di sterzo e quello del piantone sono entrambi da 73,5°.
I foderi del carro posteriore sono da 415 mm, mentre l’interasse misura 995 mm, solo 5 mm in più della Tarmac.
L’utilizzo della tecnologia Rider First Engineered garantisce che le bici abbiano sempre lo stesso comportamento e la stessa rigidità, a prescindere dalla misura.
Una novità importante in termini di geometrie è costituita dal fatto che, dopo molto tempo, non viene più prevista una distinzione tra telai da uomo e da donna.
Una filosofia che Specialized chiama “Beyond the gender” e che è sostenuta da dati scientifici ottenuti attraverso le rilevazioni del sistema Retul: le differenze tra uomini e donne, spesso, sono meno evidenti che tra due persone dello stesso sesso e dunque non risulta necessario realizzare geometrie differenziate.
La differenza tra uomo e donna, invece, rimane dove i dati la certificano, come ad esempio nel caso delle selle e dell’abbigliamento.
DISPONIBILITA’, MODELLI E PREZZI
La nuova Specialized Roubaix è già disponibile presso i rivenditori autorizzati.
Sul mercato, al momento, verranno lanciati due allestimenti per la versione S-Works, 3 per la Comp (compreso uno nella nuova Sagan Collection) e 1 per la Sport.
A questi si aggiunge il kit frame S-Works Sagan Collection Mirror LTD.
Di seguito riportiamo foto e prezzi di tutti i modelli disponibili.
COME VA LA NUOVA ROUBAIX SU STRADA
I muri delle Fiandre tagliano le gambe e il pavé della Roubaix fa paura, ma di questo parleremo un’altra volta.
Nel nostro caso sono stati il banco di prova ideale per testare in modo estremo la nuova Specialized Roubaix.
La bici su cui ho pedalato era una misura 56, nella versione S-Works, allestita con ruote Roval Clx 32 e gruppo Sram Red eTap AXS con guarnitura 46-33 e pacco pignoni 10-33.
Pneumatici S-Works Turbo da 28mm, montati in versione ust.
In questo allestimento il peso dichiarato da Specialized è di circa 7,380 kg.
Due giorni di prova, forse, non bastano per esprimere un giudizio definitivo, ma sono sufficienti per farsi un'idea ben precisa sulla bicicletta.
L’impressione che ho avuto sin dalle prime pedalate è stata quella di grande stabilità e comfort, come d’altronde ci si poteva attendere.
La capacità di assorbire le vibrazioni, però, non è finalizzata solo a ridurre le sollecitazioni che arrivano al ciclista, ma permette di avere un carro posteriore sempre in trazione, anche sui fondi più sconnessi (merito, probabilmente, anche del pneumatico S-Works Turbo tubeless da 28 mm).
Questa caratteristica, unita ad un carro posteriore raccolto e ad un interasse non troppo lungo, trasmette la sensazione di una bici in grado di trasferire su strada tutta la forza che viene esercitata sui pedali.
Me ne sono accorto soprattutto sui tratti più ripidi dei muri in pavé affrontati durante il primo giorno di test, dove la stabilità della bici mi ha permesso di alzarmi sui pedali e spingere forte senza saltellamenti e perdite di aderenza al posteriore.
Per quanto riguarda il Future Shock, la possibilità di scegliere se aprire o bloccare il sistema costituisce l’evoluzione che più di tutte si ripercuote in modo positivo nell’utilizzo su strada.
Quando il circuito idraulico è aperto, le vibrazioni che arrivano a braccia e collo sui percorsi sconnessi sono davvero ridotte.
Nelle uscite più rilassate o negli allenamenti lunghi, si potrebbe anche decidere di mantenerlo sempre aperto.
Chi desidera una sensazione di maggiore rigidità, soprattutto nelle fasi di rilancio o in quelle concitate di una granfondo, può decidere di agire sul pomello e bloccare il sistema a proprio piacimento.
Il blocco non è completo, ma il bumping è quasi impercettibile, almeno questa è l’impressione che ho avuto io.
Tenete presente che il mio peso è di circa 68 kg e che al momento non vi so dire se il comportamento può essere leggermente diverso con fisici più imponenti.
La versione S-Works su cui ho pedalato ha un peso molto contenuto, quindi nemmeno le pendenze dei muri fiamminghi si sono rivelate un problema.
Il secondo giorno di test si è svolto sotto una pioggia battente: la condizione peggiore per affrontare il pavé della Roubaix, sconnesso, viscido e scivoloso.
Vederlo da vicino, vi assicuro, è tutt’altra cosa che vederlo in tv e ti fa capire cosa significa affrontare una gara come la Parigi-Roubaix.
Ecco perché la classica delle pietre non ha vie di mezzo: si ama o si odia.
Giù il cappello per tutti coloro che la affrontano, anche solo con l’obiettivo di portarla a termine.
Al mattino, sotto la pioggia battente, avevo un certo timore al pensiero di affrontare la Foresta di Arenberg e i tratti successivi con il pavé bagnato.
Dopo il primo settore, però, mi sono reso conto che, con la dovuta attenzione, si poteva “uscire vivi” da ogni situazione.
La bici mi ha trasmesso una sicurezza sul pavé viscido ben superiore a quella che mi aspettavo.
Fermo restando che su queste pietre si “balla” parecchio, il Future Shock 2.0 in un contesto del genere si è rivelato davvero fondamentale.
Ho provato ad affrontare anche qualche tratto di pavé con il sistema chiuso e la differenza si sente.
Un aiuto importate, soprattutto per i ciclisti più leggeri che subiscono maggiormente i saltellamenti sui tratti sconnessi.
La combinazione di rapporti 46-33 e 10-33 si è rivelata ideale per affrontare i tratti in pavé, poiché mi ha permesso di utilizzare la corona grande anteriore anche quando, inevitabilmente, l’andatura andava progressivamente diminuendo nei settori più lunghi e difficili.
Una nota di merito va spesa per le gomme S-Works Turbo con mescola Gripton.
Aderenza sul bagnato sorprendente, anche nei tratti più viscidi e difficili, con conseguente sensazione di feeling e sicurezza di guida, fondamentali per superare in completo controllo i tratti in pavé (ma anche per scendere in sicurezza sulle strade di casa nostra).
IN CONCLUSIONE
La nuova Roubaix garantisce un comfort uguale, o forse superiore, al modello precedente, ma l’impostazione è sicuramente più corsaiola.
Non si tratta di certo di una bici "addormentata", come lo erano i primi modelli di endurance bike di qualche anno fa.
Forse non è reattiva come la Venge, ma è un prodotto ideale per chi con una bici sola vuole fare un po’ di tutto, dalle Granfondo alle uscite di molte ore in compagnia degli amici.
Per chi cerca una bici performante, ma che consenta una posizione più comoda e sostenibile per tanti chilometri.
Di certo la nuova Specialized Roubaix può essere una valida alleata per affrontare le nostre strade che, purtroppo, in molte zone d’Italia non hanno fondi stradali molto migliori di quelli su cui abbiamo pedalato in questi due giorni...
Se volete conoscere più a fondo la storia di questo marchio vi invitiamo a leggere il reportage che MtbCult.it ha realizzato nella sede di Specialized: cliccate qui
Per maggiori informazioni: Specialized.com
Condividi con
Tags
Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.