Avere un buona posizione in sella è una delle condizioni indispensabili per divertirsi in bici.
Trovare l’assetto più adatto alle proprie esigenze, però, non è facile, poiché spesso è il risultato di un sottile equilibrio tra comfort e prestazione.
Equilibrio che non è facile da raggiungere. E soprattutto da mantenere.
Bastano piccoli cambiamenti per provocare dolori e fastidi in grado di farci passare la voglia di pedalare.

corretta posizione in sella

In questo articolo avevamo spiegato come calcolare in modo corretto l’altezza sella attraverso delle formule matematiche.
Ma se avete l’intenzione di perfezionare la posizione in bici in modo scientifico e professionale, potreste valutare l’ipotesi di sottoporvi ad un’analisi biomeccanica approfondita.
Soprattutto se in sella non vi sentite del tutto a vostro agio, oppure dolori e indolenzimenti vi si presentano già poco dopo l’inizio della pedalata.

corretta posizione in sella

Ma in cosa consiste una valutazione biomeccanica?
In che modo può aiutare a migliorare la propria esperienza in bicicletta?
E a chi può essere davvero utile?
Nel prosieguo dell’articolo cercheremo di fornire una risposta a queste domande e, inoltre, approfondiremo i principi fondamentali che stanno alla base di un buon posizionamento in sella, che ogni ciclista dovrebbe conoscere.

corretta posizione in sella



Il modo migliore per raccontarvi in cosa consiste una seduta di analisi biomeccanica e per carpire i segreti del corretto posizionamento in sella, ci è sembrato quello di sottoporci in prima persona ad una valutazione.
Così ho fissato un appuntamento e mi sono recato a Milano, presso la sede di Specialized Italia, dove Silvio Coatto (SBCU & Retul professor) ha ottimizzato la mia posizione in bici attraverso il sistema Retul.
Qui sotto trovate il video che racconta, passo dopo passo, tutti i passaggi di una valutazione biomeccanica e in che modo siamo arrivati alla mia posizione ottimale.
Dopo aver visto il video vi invitiamo a continuare la lettura dell’articolo, poiché svilupperemo alcune considerazioni sull’utilità di una valutazione biomeccanica e su come trovare la propria posizione ideale.

A CHI PUO’ ESSERE UTILE
Una valutazione biomeccanica è indicata a tutti coloro che pedalano con frequenza e regolarità, a prescindere dal livello di performance ricercata.
Una corretta posizione in sella, infatti, si può definire davvero tale se risponde alle esigenze specifiche di ogni singolo individuo, che non necessariamente sono quelle legate alla ricerca della massima prestazione.
Patologie, dolori e fastidi rappresentano un motivo in più per rivedere la propria posizione in bici.

corretta posizione in sella
Una valutazione biomeccanica può essere utile a tutti coloro che pedalano con regolarità, ma in particolare a chi lamenta fastidi o dolori durante la pedalata. L’inverno è il periodo migliore per apportare modifiche alla propria posizione in bici.

QUANDO E OGNI QUANTO VA FATTA
Il periodo migliore per effettuare una valutazione biomeccanica è quello invernale, poiché in questa fase l’attività è meno intensa ed è possibile “assorbire” eventuali modifiche con la giusta gradualità.
In ogni caso, è opportuno prevedere un’analisi biomeccanica ogni volta che avete intenzione di cambiare la vostra specialissima.

Fino a qualche anno fa era credenza comune, anche tra molti addetti ai lavori, che una volta trovata la posizione corretta questa fosse valida per tutta la vita.
In realtà le cose non stanno esattamente così, poiché nel tempo possono cambiare la condizione atletica, lo stile di vita, la flessibilità muscolare.
Pensare che la posizione in sella che avevamo a 20 anni possa andare bene anche a 40 è, purtroppo, molto ottimistico.

corretta posizione in sella
La flessibilità muscolare influisce in modo importante sulla posizione in sella e varia in base all’età, alla condizione atletica, allo stile di vita. Per questo la posizione in sella andrebbe ricontrollata periodicamente.

I professionisti, per intenderci, si sottopongono ad un controllo biomeccanico almeno una volta l’anno.
Ovviamente non abbiamo le stesse esigenze di un pro’, ma ipotizzare un controllo prima di sostituire il telaio della propria bici, oppure quando percepiamo qualcosa che non va nell’assetto in sella, può essere un compromesso ragionevole.

CONOSCERE LA STORIA E LE ESIGENZE DEL CICLISTA
Se avete dato un’occhiata al nostro video, avrete notato che la valutazione biomeccanica effettuata tramite il sistema Retul è iniziata con “un’intervista”.
Una chiacchierata in cui Silvio ha raccolto informazioni sulla mia storia ciclistica, sull’attuale livello di allenamento, sullo stile di vita, su eventuali problematiche o patologie.
Ogni valutazione biomeccanica seria dovrebbe, a nostro avviso, iniziare così.

corretta posizione in sella
Silvio Coatto, a sinistra, che mi “intervista”, cioè raccoglie tutte le informazioni sulla mia carriera ciclistica, sullo stato di salute, sullo stile di vita che possono influenzare il posizionamento in sella.

Raccogliere queste informazioni è di fondamentale importanza per il bikefitter, che in questo modo può sviluppare una posizione adeguata alle specifiche esigenze del ciclista che si trova di fronte.
Per alcuni l’obiettivo finale può essere raggiungere la migliore espressione di potenza possibile; per altri ottimizzare il comfort: come potete immaginare queste due esigenze sono molto differenti tra loro e richiedono accorgimenti altrettanto diversi.

NON SOLO MISURE ANTROPOMETRICHE
La rilevazione delle misure antropometriche, di solito, costituisce il primo step di un’analisi biomeccanica. Da questi valori, attraverso l’uso di specifici software, è possibile ricavare una prima, generica, posizione in sella.
E’ importante sottolineare che si tratta di un punto di partenza, che potrebbe essere modificato in modo radicale durante la valutazione dinamica.
Se prendessimo 10 ciclisti con misure antropometriche simili, infatti, nel 90% dei casi avremmo 10 differenti posizioni in sella, influenzate dall’elasticità muscolare, dalla flessibilità della schiena, dal modo in cui si intende usare la bici.

corretta posizione in sella

E’ per questo motivo che Retul, con una scelta radicale, addirittura ha eliminato la rilevazione delle misure antropometriche, ma si concentra su una serie di valutazioni funzionali per individuarela mobilità articolare e la flessibilità muscolare del ciclista.
Queste valutazioni, insieme alle informazioni raccolte nell’intervista di cui abbiamo parlato al punto precedente, rappresentano un punto di riferimento importantissimo, poiché incidono in modo significativo sul posizionamento dinamico in bici.

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SCEGLIERE LA SELLA E POSIZIONARE LE TACCHETTE DELLE SCARPE
Scegliere la sella più adeguata alle proprie esigenze costituisce un altro passo fondamentale per migliorare la propria posizione in sella (ne abbiamo parlato in modo approfondito in questo articolo).
Il sistema Retul sfrutta un apposito strumento in grado di rilevare la conformazione e la distanza delle ossa ischiatiche e, in automatico, un software propone una selezione delle selle più adatte.

corretta posizione in sella

La scelta finale deve essere fatta anche tenendo conto di altri aspetti, come la flessibilità della schiena e le ore che si trascorrono mediamente in sella.
Ad oggi, quasi tutti i sistemi di analisi biomeccanica, o anche le stesse aziende che producono selle, hanno sviluppato dei sistemi per calcolare la tipologia di sella più adatta alle esigenze di ogni ciclista.
Prima di iniziare l’analisi dinamica è importante anche settare in modo corretto le tacchette sotto le scarpe.
Nel mio caso lo avevamo già fatto in un’altra circostanza, ma approfondiremo questo argomento in un articolo specifico nei prossimi giorni.

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PUNTI DI REPERE E ANGOLI DI LAVORO
Una volta scelta la sella si passa alla fase più interessante e complessa dell’analisi biomeccanica, cioè la valutazione dinamica durante la pedalata.
Nel mio caso abbiamo utilizzato un simulatore che permette di modificare in modo millimetrico, ed in tempo reale, ogni parametro, ma è possibile eseguire la stessa procedura anche pedalando sulla propria bici.
I “moderni” sistemi di valutazione biomeccanica professionale sfruttano l’analisi video per individuare gli angoli di lavoro formati dalle articolazioni durante la pedalata.
Solo un a volta conclusa l’analisi, tali angoli di lavoro vengono “trasformati” in misure da riportare sulla bici.
Ciò è possibile attraverso dei sensori applicati in parti del corpo ben precise, che vengono definite punti di repere. Nella foto in basso trovate i punti di repere utilizzati da Retul.

corretta posizione in sella

Quando si parla di angoli di lavoro è necessario spiegare alcuni concetti fondamentali:

  • Per gli angoli di lavoro non esiste un valore univoco, ma è più corretto parlare di un range, cioè di una finestra (che viene definita, appunto, finestra biomeccanica) all’interno della quale la posizione si può considerare corretta. I sistemi di valutazione possono avere piccole differenze tra loro, ma i range di lavoro ideali sono ormai quasi universalmente condivisi.
  • Pur restando all’interno della finestra biomeccanica, il bikefitter può modificare la posizione del ciclista in base alle sue caratteristiche e all’obiettivo principale che questo vuole raggiungere attraverso l’analisi biomeccanica.
    Per intenderci, un ciclista agonista che ricerca il massimo della performance e dell’aerodinamica, ha esigenze diverse da chi vuole pedalare a ritmo tranquillo e per lunghe distanze senza avere dolori.
  • I range di valori del ciclismo su strada sono diversi rispetto a quelli di specialità come triathlon, crono e, ovviamente, mtb.

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I valori presi in considerazione sono davvero numerosi, e riguardano sia il piano sagittale che quello frontale.
Di seguito riportiamo quelli più significativi (quelli analizzati sono molti di più), con i relativi range, di riferimento utilizzati dal sistema Retul:

  • Angolo della caviglia (tra piede e tibia) nel punto morto inferiore: da 90 a 100°.
  • Angolo di estensione massima del ginocchio (tra coscia e tibia): da 32 a 42° (da 138 a 148° se prendiamo come riferimento la parte interna del ginocchio).
  • Movimento laterale del ginocchio sul piano frontale: da 5 a 36 mm.
  • Angolo del busto rispetto al terreno: da 40 a 50°.
  • Angolo ascellare, tra busto e braccio: da 80 a 90°.

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COME PROCEDERE CON GLI AGGIUSTAMENTI
Se le modifiche rispetto alla posizione di partenza sono di pochi millimetri, come è successo nel mio caso, si può agire senza problemi e sistemare le misure della bici in modo definitivo.
Se, invece, è necessario effettuare degli spostamenti importanti (a volte anche di qualche centimetro), è necessario procedere per gradi, così da permettere alla muscolatura di “assimilare” tali cambiamenti.
Anche in questo caso, la velocità di adattamento è soggettiva e può essere influenzata da molti aspetti, come la frequenza con cui si esce in bici, il livello di allenamento, l’età, la flessibilità muscolare.

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LA TECNOLOGIA E’ UTILE, MA L’ESPERIENZA DEL BIKEFITTER…
Come avrete capito, nell’ambito dei moderni sistemi di valutazione biomeccanica, la tecnologia svolge un ruolo importante e semplifica la vita del biomeccanico (e di conseguenza anche del ciclista).
Tuttavia, l’esperienza del bikefitter, la sua sensibilità, la capacità di ascoltare, hanno ancora un ruolo fondamentale nell’individuare quelle piccole modifiche che possono risultare decisive e trasformare la vostra posizione in sella da buona a perfetta.
Tenetene sempre conto.

corretta posizione in sella
L’esperienza del bikefitter e la sua capacità di ascoltare esigenze e sensazioni del ciclista, nonostante i supporti tecnologici, hanno ancora una valenza insostituibile.

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