Milano-Parigi-Singapore-Adelaide. È la rotta che proietta Luca Vergallito nel World Tour. Il debutto è previsto per il 16 gennaio al Tour Down Under, corsa a tappe australiana che da tradizione inaugura il calendario UCI World Tour.

“Il Bandito” (questo il soprannome di Vergallito su Strava), 26 anni, milanese di Zona Lotto, non tradisce l’emozione della prima volta.

Vergallito nel World Tour
Foto: @leon_van_bon

Un viaggio aereo di 25 ore mai affrontato prima per raggiungere un luogo inesplorato dove a regnare sarà il fascino ignoto di una corsa di primo livello. «Anche se a dire il vero – ammette Luca sorridendo – al Giro di Lussemburgo, corsa 2.Pro, non si andava poi così tanto piano…».

Il vero motivo che ci ha spinto a tornare da Vergallito a più di un anno dalla prima intervista e dal passaggio al team Alpecin-Deceuninck Development è la curiosità.
La curiosità di vedere un ragazzo laureato in Scienze Motorie che ha coltivato un sogno prima tradito dalla malagestione italiana del talento sportivo e poi conquistato grazie alla Zwift Academy, vera e propria porta parallela per raggiungere il professionismo.

Luca (a sinistra) assieme a Van der Poel durante le finali Zwift Academy. I due non hanno mai avuto modo di correre assieme. Foto: @leon_van_bon

La curiosità di leggere i pensieri di un ragazzo più forte delle battute velenose di Riccardo Magrini in telecronaca al Giro d’Italia: «Il Bandito non s’è mai visto neanche ad una granfondo… Vergallito dove? Ma l’abbiamo mai visto Vergallito in corsa quest’anno?».

La curiosità di sedere di fronte a qualcuno che alle parole risponde con i risultati: 6° alla Flèche Ardennaise, tappa e classifica generale dell’Oberösterreich Rundfahrt, 8° al Giro d’Austria (tra George Bennett e Davide Formolo), tappa e miglior scalatore del Giro della Regione Friuli Venezia Giulia.

La curiosità di capire se un profilo tecnico con esperienze di tirocinio formativo presso alcune squadre World Tour si autoallena o affida gli allenamenti ad un preparatore.
Più tante altre cose…

 

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– Luca ti avevamo lasciato a fine settembre con la clavicola rotta alla Coppa Agostoni. Com’è andata la ripresa?

– Tutto bene direi. Ho ancora qualche fastidio d’origine muscolare, ma dopo due settimane di stop ho ripreso l’attività come da programma.

– E nel tuo programma cosa c’era?

– Il Tour Down Under, un approccio “morbido” al World Tour da quello che mi è stato riferito. E poi tanto volume in bici più la palestra per incrementare i massimali di forza abbinata a qualche sessione di corsa a piedi propedeutica al riscaldamento. Due sessioni di pesi ogni 13 giorni, carichi elevati con uno schema tipo 4×6 con un margine di una ripetizione al massimo a fine esercizio.

Vergallito nel World Tour
Foto: strava.com
– Tutto gestito in autonomia in accordo con la squadra?

– No. Dall’inizio della scorsa stagione sono seguito dall’ex professionista Philipp Walsleben, Alpecin-Deceuninck Performance Coach. È stata un’occasione per toccare con mano l’evoluzione del rapporto umano atleta-preparatore.

– Tra di voi c’è un confronto alla pari visto che sei un ciclista-tecnico?

– Riporto le mie esigenze e Philipp le rielabora sul piano d’allenamento. Ad un anno di distanza la cautela ha lasciato spazio alla fiducia. Ho fatto presente le mia necessità. Philipp mi ha capito ed ha delineato il percorso ideale.

Vergallito nel World Tour
Foto: strava.com
– E con l’alimentazione? 

– La squadra sta mettendo a punto una app. Conosco il mio fabbisogno e so cosa fare per non andare in decifit calorico o al contrario consumare più calorie del necessario. Ora in corsa arrivo a consumare anche 140 gr di carboidrati/ora.

Vergallito nel World Tour

– Nel podcast Ciclismo KOMpetente che gestisci assieme a Mattia Gaffuri hai affermato l’importanza del volume per ogni categoria di ciclista… È l’approccio “vecchia scuola”?

– Le scuole di pensiero vanno e vengono. Ore di sella e continuità degli allenamenti sono due elementi essenziali per rendere al meglio durante tutta la stagione. Un professionista varca la soglia dell’alto volume quando va oltre le 25 ore/settimana. Attenzione però a non confondere l’alto volume con un allenamento di bassa qualità. Non è solo l’intensità che determina la qualità degli allenamenti!

– Altro punto toccato nel podcast sono gli allenamenti al ritmo medio o Z3. Anche qui sostieni l’importanza dell’alto volume. Perché?

– Per un normale cicloamatore due sessioni da 15′ potrebbero bastare. Più il livello atletico si alza più è difficile andare a “disturbare” l’omeostasi fisiologica. Gli stimoli anche a livello ormonale arrivano solo con carichi maggiori. Ecco perché sostengo che un ciclista che arriva nei 30 alle granfondo dovrebbe allenarsi anche 80-90′ in Z3 in una sola sessione.

Foto: strava.com
– I tuoi allenamenti sono tutti su Strava?

– No, dallo scorso anno ho iniziato a fare il vero Bandito. Mi nascondo un po’.

– Nuova stagione, stessa bicicletta: Canyon Aeroad CFR. Hai fatto qualche modifica?

– Ho accorciato le pedivelle passando da 175 a 172,5 mm, ho abbassato il manubrio di 0,5 mm, avanzato e abbassato la sella. In sostanza a livello effettivo tra cambio pedivella ed aggiustamenti vari pedalo più basso di sette millimetri.

Foto: strava.com
– Sette millimetri sull’altezza sella non sono pochi…

– Andando in bici tutti i giorni se le variazioni sono minime il corpo si adatta velocemente ed è difficile innescare e valutare un cambiamento.

– Più agile e potente quindi. Vedremo Vergallito nel World Tour mulinare come Roglič?

– Applicando la stessa forza aumenta la velocità di rotazione. Vedremo, sono fiducioso…

– I numeri cosa dicono?

– Non voglio sbilanciarmi. Sono consapevole di aver lavorato bene. Vado al Down Under dove ci sarà il classico arrivo in salita a Willunga Hill. La salita non l’ho mai provata sui rulli. Dico solo che uno come Richie Porte saliva a 7 Watt/kg sui 10′. Un livello altissimo.

3° tappa del Giro della Regione Friuli Venezia Giulia. Vergallito conquista l’arrivo in salita a Sauris di Sopra (Ud). Foto: Bolga/ libertasceresetto.com
– Ultima cosa… Come va con la tesi per la laurea magistrale?

– Ci sto lavorando assieme a Luca Filipas e Daniel Gotti, due ricercatori dell’Università degli studi di Milano, dovrei riuscire a completare tutto quest’anno. Luca e Daniel hanno già pubblicato studi scientifici sui primi cinque classificati al Giro d’Italia ed al Tour de France.

How do world class top 5 Giro d’Italia finishers train? A qualitative multiple case study

The Weekly Periodization of Top 5 Tour de France General Classification Finishers: A Multiple Case Study

Mi hanno proposto di elaborare un’analisi retrospettiva dei tre anni d’allenamento che hanno preceduto la Zwift Academy. In sostanza Vergallito nel World Tour diventerà un caso di studio.

Vergallito nel World Tour
Foto: strava.com

Foto in apertura: canyon.com

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