E’ possibile allestire una Specialized Aethos da 5,360 kg, in taglia 56, pedali compresi?

Prima di vederla, vi diciamo la verità, sembrava incredibile anche a noi.
Ma la bici esiste, funziona perfettamente e, volendo, sarebbe possibile scendere ancora di qualche grammo.

Specialized Aethos

La bici in questione è la dream bike di Giuseppe Andreani, fondatore e titolare di Andreani Group, marchio molto conosciuto tra gli appassionati di Mtb, specializzato nel tuning delle sospensioni di bici, moto e auto.

Quando ce ne ha parlato, mostrando un pizzico di comprensibile orgoglio, abbiamo capito subito che poteva diventare lo spunto per un articolo interessante.
Non tanto per parlare di prestazioni, ma piuttosto per ragionare su quali passi avanti abbia fatto il mondo della bike industry, grazie all’evoluzione di materiali, processi produttivi e componenti.
Il resto, è puro e semplice “bike porn”, passateci il termine.




E’ chiaro che per ottenere un peso così contenuto è stato necessario utilizzare componenti molto particolari, scelti dopo una meticolosa ricerca da Frankie Munno, responsabile commerciale di Andreani Group.
Non sono per tutti, ma potrebbero diventare di ispirazione per chi desidera togliere qualche grammo alla propria bici attuale, senza necessariamente arrivare a un valore così “tirato”.

Specialized Aethos
Giuseppe Andreani, a sinistra, e Frankie Munno

IL TELAIO

Il cuore della bici è costituito da telaio e forcella Specialized S-Works Aethos, il prodotto superleggero lanciato qualche mese fa dal brand americano, di cui trovate dettagli e test nell’articolo qui sotto.
Ad oggi si tratta di uno dei kit frame di serie più leggeri sul mercato.

Nuova Specialized S-Works Aethos: leggerissima e fuori dagli schemi…

 

I COMPONENTI

Comandi, pinze, deragliatore e cambio sono firmati K-Force WE, ovvero il gruppo elettromeccanico semi-wireless di FSA.
Parliamo di semi-wireless perché le leve trasmettono gli impulsi in modalità wireless, quindi senza l’ausilio di nessun cavo, mentre cambio e deragliatore sono cablati e alimentati da una batteria interna (QUI trovate il nostro test).

Specialized Aethos

La guarnitura in carbonio è la THM Clavicula SE, già dotata di misuratore di potenza integrato nel telaio, con corone Extralite Octaramp 50-34.

La cassetta posteriore, invece, è una Sram Red HG-1290 11-30.
Scegliendo una rapportatura un po’ più dura, si potrebbe anche risparmiare qualche altro grammo.
La trasmissione è completata dalla catena Sram Eagle.

Specialized Aethos

Specialized Aethos

Specialized Aethos

I dischi (140 al posteriore e 160 all’anteriore), sono firmati Ashima, mentre i pedali sono gli XPEDO SL con asse in titanio.

Specialized Aethos

Specialized Aethos

Manubrio, attacco e reggisella sono realizzati dall’azienda spagnola Darimo, specializzata nella produzione di componenti ultraleggeri in carbonio.
Molto particolare è soprattutto il reggisella T1 Loop, che per il fissaggio della sella utilizza due lacci in Dyneema, materiale ultraresistente e leggero già impiegato nel mondo delle scarpe e dell’abbigliamento.
Il T1 Loop è consigliato per un peso massimo di 90 kg.

La sella è firmata WR compositi ed è completamente in carbonio.

Specialized Aethos

Concludiamo con le ruote, rigorosamente customizzate e che fanno registrare l’incredibile peso di 897 grammi la coppia.

I mozzi sono Extralite, i raggi sono gli Alpina Blade HyperLite, mentre i cerchi per tubolare con profilo da 20 mm sono realizzati da RockyRoad e si caratterizzano per l’utilizzo di uno speciale espanso prodotto in Germania, che viene iniettato all’interno del cerchio per irrobustirne la struttura.

Le ruote sono montate con tubolari Vittoria Corsa Speed 2.0 da 23 mm, ovvero la versione più leggera dell’azienda italiana.

Specialized Aethos

Specialized Aethos

I PESI

Di seguito vi riportiamo i pesi di alcuni dei componenti principali, rilevati da Frankie Munno prima del montaggio:

Cambio posteriore FSA K-Force WE: 220 grammi
Deragliatore FSA K-Force WE:163 grammi
Comandi cambio + pinze FSA K-Force WE: 726 grammi
Guarnitura THM Clavicula SE, aste 175 mm, corone Extralite 50-34: 434 grammi
Cassetta Sram Red 11-30 11v: 184 grammi
Dischi Ashima: 60 grammi (140 mm) + 80 grammi (160 mm)
Manubrio Darimo Ellipse: 127 grammi
Attacco Darimo IX2: 62 grammi
Reggisella Darimo T1 Loop 27,2 mm: 80 grammi
Sella WR Compositi: 66 grammi
Portaborraccia Voxom FH2: 9 grammi
Ruote con cerchi RockyRoad 20T: 408 grammi (anteriore) + 489 grammi (posteriore)
Tubolari Vittoria Corsa Speed 23: 200 grammi l’uno

LA PROVA SU STRADA

Diciamo la verità, quando si allestisce una bici di questo tipo lo si fa più per il gusto di possederla che per le reali esigenze di performance.
Al di là dei limiti UCI, un peso così contenuto può rivelarsi un vantaggio enorme in certe situazioni, ma può nascondere anche qualche limite.
Tuttavia, Giuseppe Andreani ci ha dato la possibilità di testarla e non ci siamo lasciati sfuggire questa opportunità.

Un’uscita sola (per di più in una giornata molto ventosa) non basta per dare un giudizio completo, ma è più che sufficiente per farsi un’idea.
La cosa che mi ha colpito di più è l’incredibile facilità con cui questa Specialized Aethos da 5,3 kg si rilancia, sia in salita che in pianura.
Basta alzarsi sui pedali e la bici scappa via che è un piacere.
Onestamente, mai provata una sensazione del genere.

La rigidità torsionale non è straordinaria in senso assoluto, ma il rapporto rigidità/peso è sorprendente. La mia idea è che se la possano godere al meglio ciclisti dal peso inferiore ai 65-70 kg.

In discesa, come ci si poteva aspettare, non dà subito l’impressione di essere su un binario e richiede un po’ di tempo per abituarsi. E’ molto agile e maneggevole, ma un po’ nervosa. Insomma, va guidata.

Anche il comfort non è eccezionale.
O meglio, non è eccezionale rispetto alla comodità a cui ci hanno abituato le bici racing più recenti.
Tuttavia, è molto probabile che una gomma di sezione più larga, pur sacrificando qualcosa in termini di peso, migliorerebbe di molto comfort e sicurezza in discesa.

L’unico componente che mi ha lasciato un po’ perplesso è il manubrio, che quando si sprinta in presa bassa flette non poco. Personalmente è un comportamento che non amo, ma sono gusti…
A sorprendermi in positivo, invece, la sella WR Compositi, che pur se completamente in carbonio, si è rivelata comoda ed ergonomica, anche se andrebbe testata su lunghe distanze.

Per maggiori informazioni:
andreanigroup.com/home/
specialized.com/it/it