Fabrizio, tramite mail
Buongiorno a tutti e complimenti per il lavoro che svolgete.
Vorrei porvi una domanda tecnica.
In queste prime corse dopo il lockdown, come la Strade Bianche e la Sanremo, ho notato che molti professionisti utilizzano sulle loro bici degli attacchi manubri lunghissimi.
Come mai? Quali sono i vantaggi?
Grazie in anticipo per l’attenzione e un saluto.

attacchi manubrio così lunghi
Foto facebook.com/EFProCycling

Risponde Nicola Checcarelli
Ciao Fabrizio. La tua è un’ottima osservazione.
In effetti, anche noi abbiamo notato molti professionisti che utilizzano degli attacchi manubrio particolarmente lunghi.
In realtà, però, non si tratta di una “moda” recente, ma di una tendenza ormai in uso da parecchi anni.

Il motivo è molto semplice: la maggior parte dei professionisti, specie quelli alti, utilizzano bici di una taglia, a volte anche due, più piccola rispetto a quella di cui avrebbero bisogno. L’attacco manubrio lungo, dunque, è necessario per trovare il giusto allungamento in sella.

Ma questo punto c’è da porsi un’altra domanda: perché pedalano su bici più piccole del normale?
Le motivazioni sono molteplici e le riportiamo qui sotto.

attacchi manubrio così lunghi
L’attacco usato da Peter Sagan sulla sua Specialized




1- E’ UNA QUESTIONE DI AERODINAMICA
La motivazione principale è la necessità di migliorare la penetrazione aerodinamica, pedalando con il busto più basso possibile.

Oggi, la maggior parte delle bici, anche quelle più racing, hanno geometrie meno estreme rispetto al passato (stack maggiore e reach più contenuto), che le rendono più comode e biomeccanimente accessibili ad una fetta di pubblico più ampia.
Insomma, vengono progettate per l’utente medio, più che per il corridore.

Cosa comporta questo per i Pro’?
Che scegliendo la misura “giusta” avrebbero un tubo sterzo (e di conseguenza) uno stack eccessivamente lungo e quindi sarebbero costretti a pedalare con una posizione troppo rilassata e poco redditizia.

Maximilian Schachmann al Giro di Polonia. Foto facebook.com/Borahansgroheofficial

Siccome sappiamo che circa l’85% della resistenza all’avanzamento è dovuta alla resistenza aerodinamica di ciclista e bicicletta, a livello professionistico è fondamentale ottimizzare la posizione, riducendo al minimo la superficie di impatto frontale.

Per lo stesso motivo, anche se è più difficile da notare dalle immagini TV, molti professionisti utilizzano manubri più stretti del normale.

Ai più attenti, ad esempio, non sarà sfuggito che con l’avvento dei cockpit integrati, molte aziende propongono in catalogo una combinazione “strana”, con attacco lungo e manubrio stretto (ad esempio 130-140 x 400 mm).
Ecco, questo tipo di misura è proprio orientata all’uso professionistico.

Credits @Bettini, courtesy offered by Vision

Visto che i professionisti sono fonte di ispirazione per tanti di noi amatori, è importante sottolineare che una scelta di questo tipo “non è per tutti”.
Non a caso, infatti, stiamo parlando di Pro’, quindi di atleti d’élite, con capacità fisiche e tecniche fuori dal comune.

Le controindicazioni per l’utente medio sono essenzialmente due: la prima è che per sostenere una posizione così aggressiva è necessario essere molto allenati e avere un fisico tonico ed elastico.
La seconda è che con un attacco così lungo la bici diventa meno precisa e più difficile da guidare.
Prima di imitare i Pro’ in questa scelta, dunque, pensateci bene.

Foto facebook.com/AstanaTeam

2- ANCORA UNA VOLTA C’E’ IL PESO DI MEZZO
La variabile peso entra in ballo spesso quando parliamo di bici, specie quando tiriamo in ballo i professionisti.

Anche se i numeri sono minimali, tra una misura e l’altra ci sono diversi grammi di differenza e in un mondo in cui si cerca di limare su ogni cosa, si guarda anche a questo.
Il risparmio in termini di peso non è straordinario, ma nemmeno così marginale.

Dai dati che abbiamo a disposizione, anche se ci sono differenze tra un brand e l’altro, dalla taglia più piccola a quella più grande proposte in catalogo, ci può essere un delta superiore ai 200 grammi.

3- RIGIDITA’ E GUIDABILITA’
Fino a qualche anno fa, la scelta di optare per una misura più piccola era dettata anche dal fatto che i telai più grandi erano un po’ meno rigidi e, soprattuto, meno agili e facili da guidare.

In tutta onestà, però, oggi si tratta di un problema a cui quasi tutti i marchi hanno posto rimedio, modificando la laminazione del carbonio tra una misura e l’altra, in modo da garantire la stessa rigidità torsionale e la stessa sensazione di guida in tutte le taglie.

QUI trovate altre curiosità legate al mondo dei Pro’ e QUI altri consigli tecnici.