Qualche tempo fa, dopo avere pubblicato questo articolo su come ancora siano troppo poche le donne in bici, ho ricevuto un messaggio da Marco, un nostro lettore, che scrive: Noi maschi vi dobbiamo lasciare in pace. Troppi uomini vedono una ragazza in bici da sola e pensano che questa abbia voglia di chiacchierare o sentirsi dire quanto è brava, bella, ecc.”. Ha ragione Marco? Come è giusto comportarsi quando si incontrano donne in bici da sole?

donne in bici da sole

La mia prima reazione leggendo questo messaggio è stata quella di pensare: “Alleluia! Finalmente un maschio che lo dice, così non devo dirlo io!”.
Sì, perché se una donna dicesse una cosa del genere verrebbe sicuramente accusata di esagerare, di non capire le intenzioni di chi la apostrofa di essere solo carino e di non sapere più accettare un complimento o una battuta.

Però è vero. È vero che quando vado in bici da sola è perché quel giorno vorrei stare da sola, cosa che in certi giorni è proprio ciò che cerchiamo quando usciamo per una pedalata. Ed è vero che tante volte, troppe volte, a stare sola non riesco.

Se mi fermo al bar a prendere un caffè c’è sempre qualcuno che mi chiede da dove vengo, che giro ho fatto, da quanto sono in bici e mi fa i complimenti. Poi si mette a guardare la mia bici e a chiedere dettagli tecnici – di cui spesso non ha un’idea – e fa i complimenti alla bici…

Se sono in strada mi capita spesso di passare davanti a qualche ciclista maschio che sta facendo come me il suo giro in solitaria. Invariabilmente dopo poco lo sento che mi si mette a ruota. Sembra che il sorpasso da parte di una donna sia davvero una cosa difficile da gestire per qualcuno… A questo punto possono succedere due cose.

Se il ciclista in questione non riesce a superarmi lo sentirò sbuffare e starmi letteralmente col fiato sul collo tutto il tempo, finché non riuscirà in qualche punto ad affiancarmi. A questo punto si sentirà in dovere di dirmi qualcosa come: “Vai forte eh”.  E allora addio giro in solitaria, perché inizierà a chiacchierare e a raccontarmi di quando andava forte anche lui ecc. ecc.

Foto ©kramon

Se il ciclista a ruota ne ha invece più di me mi sorpasserà a sua volta e a questo punto, non si sa perché, si aspetterà che io mi metta a ruota. Rallenterà se vede che mi allontano, butterà l’occhio dietro cercando di prendere il mio passo, pensando che naturalmente preferirò pedalare nella scia di qualcuno.

 

Per non parlare di quando capita di superare un gruppo di uomini, magari signori un po’ su d’età, magari con una flotta di elettriche nuove fiammanti. Allora sì che sono battute. E se poi faccio un tratto in compagnia e mi presto alle chiacchiere è una vera festa.

Più di una volta, confesso, ho finto di non sentire con la scusa degli auricolari (che porto quasi sempre proprio per questo motivo). Altre volte ho simulato la chiamata o il messaggio urgente fermandomi a bordo strada per sganciarmi da compagnie indesiderate. Più raramente spingo sui pedali e me ne vado, perché mi dà fastidio farmi dettare il ritmo, nel bene e nel male, da altri.

Devo dire che questo tipo di atteggiamento è più tipico degli uomini di una certa età oppure degli uomini in gruppo. Che poi, diciamocelo, è la tipologia di ciclista prevalente in strada. È un retaggio culturale che va sparendo, forse, e che da’ fastidio a molti uomini che sono invece capaci di mettersi nei panni delle ragazze, come Marco.

donne in bici da sole
Instagram @ridelikeamummy

Sia chiaro, non sono cose gravi. C’è di peggio nella vita, e una battuta non ha mai fatto male a nessuno. Però apprezzo che uomini come Marco abbiano la sensibilità di capire che non sempre abbiamo voglia di chiacchierare. Che non sempre siamo predisposte. Che a volte – molte volte – vorremmo solo farci i fatti nostri e goderci le nostre pedalate, proprio come gli uomini.

Purtroppo in bici l’ambiente è sempre prevalentemente maschile, il che significa che a queste cose si è abituate. Però quella che è l’attenzione in più, il gesto che vuole essere carino, il riconoscimento, a volte può non essere il modo giusto di trattare una ragazza in bici. Generalizzare non è mai corretto, e vedo donne che al contrario cercano e si godono questo genere di attenzione.

Ma è un gioco delle parti che non piace a tutte. Il fatto che le donne vengano riconosciute e accolte dagli uomini significa sempre in qualche modo che la bici resta uno sport “da maschi”. Un club in cui devi essere contenta di sentirti la benvenuta.
E a volte pesa doversi “pensare donne” anche mentre si pedala. Quando si vuole solo dimenticarsi di tutto quello che non è la strada e le ruote che filano.

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