Ho visto Boardman e Rominger. Ho incontrato Francesco Moser più volte. Ho toccato le sue bici, la ruotona di Stoccarda (101 cm di diametro). Tutto conservato al Maso Villa Warth a Trento.
Indurain con la sua Pinarello Espada lo conservo come un francobollo stampato nella memoria, ma la lezione di Ganna va oltre la distanza: 56,792 km. Sgretolato il precedente primato del suo ingegnere-lepre (o pacer chiamatelo come volete) Dan Bigham che lo scorso 19 agosto aveva fatto registrate 55,548 km.

La lezione di Ganna
Foto: Kask/Samo Vidic

Ci siamo emozionati. Mi sono emozionato perché prima di tutto ho visto una Persona, un Uomo volare nella storia… con stile e garbo. La lezione di Ganna va oltre la bici stampata 3D, la visiera studiata in galleria del vento, il body cucito su misura…
QUI tutti i dettagli tecnici.

Come avevamo già scritto: “Ganna ci ha abituati bene. Una sicurezza. Strada o pista senza distinzioni. Dove passa lui molto spesso c’è l’oro, una maglia, un record del mondo…”. Parole impossibili da confutare.
Una stagione quest’ultima, secondo alcuni, in chiaroscuro (come se non bastassero le sei vittorie), culminata con il settimo posto al Mondiale a cronometro. Una Gran Premio della Montagna più che una gara contro il tempo che ha portato il nostro Filippo a fermarsi per un attimo. Per andare avanti, senza preoccuparsi troppo degli stimoli a margine.
Perché dai Campioni ci si attende sempre il massimo, mai abbastanza e sempre di più.

Foto: Kask/@cauldphoto

La lezione di Ganna parte proprio dall’Australia, da un’apparente sconfitta.
Una volta tornato nel Vecchio Continente ha radunato i suoi al velodromo coperto di Montichiari (Bs). Ha messo la testa in linea con le appendici ed ha iniziato a menare sui pedali con criterio.
Filippo ha preso il pacco di critiche e lo ha messo dentro l’armadio, sotto chiave al sicuro, perché consapevole di dover consegnare molto presto al distruggi documenti ogni parola, ogni frase, ogni parere. Tutto quanto garbatamente malizioso e pungente.

La lezione di Ganna
Foto: Kask/Samo Vidic

A Grenchen (Svizzera), dove è andata in scena la lezione di Ganna, le porte erano chiuse. Inviti selezionati. Posti limitati sugli spalti, riservati prima di tutto agli Amici. I compagni del quartetto dell’inseguimento olimpionico e mondiale, i colleghi delle prove a cronometro. Sul parterre la famiglia, la fidanzata Carlotta.
A margine della fascia di riposo celeste il CT della Nazionale pista Marco Villa, a dettare i tempi. Colui che ha portato Ganna ad essere quello che oggi è. INEOS era più in là: Ganna ha voluto vedere Villa. Ad ogni giro.

Foto: Kask/Samo Vidic

La lezione di Ganna: atletica, tecnica e umana. Allo sparo che segna la fine dell’ora sale verso la balaustra e saluta. Scende di sella, decanta.
Luca Oggiano, l’ingegnere dietro ad ogni fase dello sviluppo tecnico, gli porge una borraccia e gli dà un buffetto sulla spalla. Poi il meccanico Giovanni Carini, Fausto Pinarello, Fred Morini e gli altri di INEOS. Filippo si gira verso il pubblico in delirio, non dice nulla. Alza le braccia al cielo poi accenna un balletto. Tutti in piedi e tanti messi a sedere. Al centro dell’anello i baci e gli abbracci: veri e sinceri.

La lezione di Ganna
Foto: UCI

Non un cenno fuori posto, nessuna vampata d’orgoglio.
Chi frequenta e segue le corse in bicicletta sa bene che in questi casi l’indice davanti alla bocca e nel peggiore dei casi il gesto dell’ombrello possono essere la prassi.
La vera lezione di Ganna, in fondo, non sono i 56,792 km pedalati sempre a ridosso della linea di misura (quella nera) con lucidità disarmante.

La lezione di Ganna è il suo atteggiamento, il suo garbo, il suo stile.
Ganna ci fa capire che bisogna sempre passare per una porta stretta se vogliamo raggiungere il successo: sportivo e non. Ganna ha mostrato che non è tanto importante come colpire: ciò che conta davvero è saper incassare i colpi.
Ganna ha sottolineato 56,792 volte che: “Esiste un solo modo per sapere se si fallirà o si vincerà: provarci”.
Ganna rivela che: “C’è una crepa in ogni cosa, è così che entra la luce”.

E questa, in fondo, è la lezione più bella.
Tutto il resto è già parte della storia.

La lezione di Ganna
Foto: @INEOSGrenadiers

Foto in apertura: Kask/Samo Vidic

Imparare dalle sconfitte, nello sport come nella vita…