Lo sento.
Si alza presto di domenica, come se dovesse uscire in bici con il suo gruppo di amici.
Lo vedo.
Indossa il suo completino preferito, quello che gli porta fortuna, e le scarpe con le tacchette, che fanno quell’inconfondibile tic-tac sul pavimento quando esce dalla camera da letto.
Lo immagino.
Va in terrazzo (o in garage, o nello studio riadattato a palestra casalinga…) e sale sulla sua “amica speciale”, avvia la sua strumentazione (rulli, fascia cardio, ciclocomputer…) e inizia a pedalare.
Pedala e suda.
Pedala su Zwift. O guarda un video. O ascolta la musica.
Pedala e messaggia in continuazione con gli amici.
Lo spio e mi sento un’aliena.
Perché lo fa?
Va bene, lo so: per tenersi in forma, per passare il tempo in casa, per scaricare la tensione, per divertirsi un po’… Ne avevamo parlato anche QUI.
Ma non è un po’ esagerato?
Voglio dire, capisco la gioia che dà lo sport, capisco il benessere psico-fisico, conosco anche la storia delle endorfine… ma – lasciatemelo dire – c’è un limite oltre il quale lo sport crea dipendenza, fa male!
Almeno a chi ti sta accanto… ?
E poi c’è Zwift.
Io neanche la conoscevo quest’app, ma ho capito che è una specie di videogioco dove il protagonista sullo schermo sei tu e mentre pedali a casa tua, da solo, fai finta di essere in strada insieme ad altri ciclisti, a tirare una volata o a scalare una montagna.
Sui rulli moderni puoi fare anche le gare, addirittura il Giro d’Italia virtuale!
Ora, capisco tutto: divertirsi, tenersi in forma, passare il tempo, scaricare le tensioni…
Ma questo tipo che impiega ore a fare telefonate e mandare/ricevere messaggi e a cercare su Internet informazioni su Zwift, non era lo stesso che fino a un mese fa diceva ai figli di non stare troppo davanti ai video o con il telefono in mano?
Intanto la domenica mattina si avvia verso ora di pranzo, lui va a farsi la doccia, grondante di sudore, sfinito e contento.
Io, che “beata te che in casa non ti annoi!”.
Io, che mi sento tanto orgogliosa di me stessa se riesco a fare 20 minuti di ginnastica ogni tre giorni.
Io, che mi sento un’aliena perché, forse, sotto sotto, sono un pochino gelosa…
P.S. Se state per dirmi che dopo il 4 maggio, quando sarà consentito tornare in bici su strada, le cose cambieranno, lo so già.
E’ vero che cambieranno.
In peggio…?