Sono sempre di più gli atleti professionisti che utilizzano il sensore CORE Body Temperature, non solo nel ciclismo, ma anche in altri sport di endurance come il triathlon, il running e così via.
Remco Evenepoel è stato uno dei primi ad usarlo, lo ha usato anche Filippo Ganna per allenarsi e conquistare il Record dell’Ora, lo usa Kristian Blummenfelt, campione olimpico e fenomeno del triathlon moderno, ma lo abbiamo visto anche sotto la maglia di Tadej Pogacar alla Strade Bianche 2024.

sensore CORE

Ma cos’è e come funziona il sensore CORE Body Temperature?
Perché è sempre più utilizzato dai professionisti?
Ha senso anche per l’amatore?

Per rispondere a queste domande abbiamo studiato meglio il sistema CORE e ci siamo procurati un sensore, per testarlo sulla nostra pelle, capire come funziona e se può essere utile anche per chi non corre per professione.

sensore CORE

Perché monitorare la temperatura?

È semplice, perché diversi studi hanno dimostrato che l’aumento eccessivo della temperatura corporea interna corrisponde con un drastico calo delle prestazioni. Nello specifico, test hanno mostrato una perdita di potenza del 5% per ogni grado della temperatura interna che aumenta durante l’attività.
Negli sforzi intensi, soprattutto in gara, la temperatura corporea interna subisce un aumento esponenziale e monitorare il suo andamento permette anche di controllarla mettendo in atto delle strategie di “cooling” specifiche, sia dirette che indirette.

Foto team-dsm.com

Ad esempio, si utilizzano dei gilet refrigeranti nel pre-gara (foto in alto), mentre durante la gara si possono assumere dei ghiaccioli o delle bevande fredde. O semplicemente si cerca di rinfrescarsi con acqua o ghiaccio sul corpo.

Foto Vincent Kalut/PN/Cor Vos © 2022

Proprio durante le Strade Bianche 2024 e in altre corse di inizio stagione, sembra che alcuni atleti abbiano utilizzato delle borracce termiche per questo motivo, a marzo e con una temperatura esterna non proprio alta. Questo fa intuire quanto gli atleti professionisti e i loro coach siano attenti a questo parametro.
Ne abbiamo parlato anche in questo articolo:

Ice gels: cosa sono e a cosa servono. Li usa la Jumbo-Visma

Sensore CORE: cos’è e come funziona?

Il sensore CORE Body Temperature, come dice il nome stesso, è in grado di controllare la temperatura interna del corpo in modo semplice e non invasivo.
Non parliamo di un semplice termometro, ma di un “sensore di trasferimento di energia”, che misura la perdita di calore del corpo e la utilizza per calcolare la temperatura interna, con uno scarto di errore del +/- 0,21%.

sensore CORE

Il sensore CORE è piccolo e leggerissimo (13 grammi), si può attaccare sulla pelle con degli adesivi forniti in dotazione o fissare sulla fascia cardio: nel ciclismo, quest’ultima è la modalità più pratica.

sensore CORE

L’alimentazione è a batteria ricaricabile tramite USB, che garantisce una durata di 6 giorni con utilizzo costante o di 6 settimane in modalità stand by.
Il sensore è resistente all’acqua con una impermeabilizzazione di tipo IPX7, dunque il sudore abbondante non influenza il rilevamento dei dati.

sensore CORE

Il prezzo? Sul sito ufficiale dell’azienda costa 298,95 euro, sul web si trova anche a cifre leggermente più basse. In ogni caso non costa poco…

sensore CORE

App e Connettività

CORE fornisce l’App specifica del sistema (per iOS o Android), che si connette con il sensore via Bluetooth e dialoga sia in tempo reale, sia registrando i dati, sia fornendo una panoramica dell’attività svolta.

sensore CORE

Si può connettere anche al Garmin o ad altri ciclocomputer via ANT+, per avere la temperatura corporea sotto controllo durante l’allenamento.
Utilizzando queste due vie di comunicazione (Bluetooth e ANT+), il sensore CORE si può collegare anche al cardiofrequenzimetro per incrociare i valori di frequenza cardiaca e temperatura corporea interna.

Oppure, aspetto molto interessante per chi si allena tanto indoor, può essere collegato ad un ventilatore come l’Elite Aria, che in questo modo aumenta o diminuisce il flusso d’aria in base alla temperatura corporea interna.

Oltre al valore della temperatura e dei battiti cardiaci, la App di CORE fornisce altri dati interessanti, che sono:

Zone di temperatura, cioè i minuti passati nelle varie zone di calore calcolate dal sistema, ma che possono essere personalizzate via App. Tramite questi dati si può capire che tipo di attività abbiamo svolto a livello di temperatura ed eventualmente correggere il tiro negli allenamenti successivi con le strategie di “cooling” o coprendosi di più se si vuole fare “heat training” (ne parliamo dopo).

sensore CORE

Temperatura della pelle: ha un andamento diverso e delle variazioni più immediate rispetto alla temperatura interna, perché i fattori esterni come vento, temperatura esterna, pioggia o acqua versata sulla pelle hanno effetti più immediati. Ma è comunque un parametro utile da monitorare, che contribuisce alle variazioni della temperatura interna.

sensore CORE

Heat Strain Index (deformazione termica): è la misura, calcolata in tempo reale, di quanto il tuo corpo sta lavorando per abbassare la temperatura. Ha un intervallo pratico compreso tra 0 e 10, dove 10 è un valore eccezionalmente alto. Ciò rappresenta una temperatura interna di 40°C e una temperatura cutanea di 37°C. Lo zero viene misurato nelle situazioni in cui l’atleta non sta affrontando uno sforzo, oppure quando la temperatura interna è elevata, ma la temperatura cutanea è fresca (ad esempio durante l’attività fisica con temperature basse).

Heat Strain Score (punteggio di deformazione termica): è il totale dei valore di Heat Strain Score accumulati durante una giornata o durante un allenamento. È forse il valore più importante da monitorare, perché indica quanto il tuo corpo ha faticato per abbassare la temperatura, ovvero quanto è stato messo sotto stress e quanto duramente ha lavorato il sistema di termoregolazione dell’organismo.

Heat Load: è il tempo passato nella tua zona di “heat training” (allenamento al calore), indicata con il colore arancione nelle zone di temperatura. Il sistema consiglia il limite massimo da non superare, per evitare dei problemi fisici dovuti al caldo eccessivo.
Workout Load: è il tempo passato nella zona di allenamento, indicata con il colore giallo nelle zone di temperatura.

sensore CORE

Allenamento indoor

Il sensore CORE Body Temperature può essere utile per chi si allena molto sui rulli, sul tapis roulant o comunque in un locale chiuso, dove la dissipazione del calore corporeo è più difficile e l’organismo è chiamato a svolgere un lavoro extra.
Grazie al sensore in questione si può capire quando si raggiunge il limite della temperatura interna, oltre il quale l’allenamento può diventare controproducente, specie se protratto troppo a lungo.

sensore CORE
Foto Instagram di CORE Body Temperature

Allo stesso tempo si può capire quali strategia mettere in atto per mantenere una temperatura ideale, che permette di svolgere allenamenti specifici senza accumulare una eccessiva stanchezza fisica, durante e post esercizio.
Sembra banale, ma molti ciclisti che si allenano sempre sui rulli a volte esagerano e durante la settimana accusano una stanchezza marcata, dovuta sia ai forti aumenti di temperatura, sia alla disidratazione.

sensore CORE
Foto Instagram di CORE Body Temperature

Heat Training

Ad alto livello si può utilizzare il sensore CORE Body Temperature anche con la finalità di abituare il fisico a sopportare uno stress termico importante, potenziando i sistemi di termoregolazione.
Come? Con l’heat training, una metodica utilizzata da alcuni professionisti e da altri atleti molto evoluti negli ultimi anni, che se svolta con criterio può dare dei benefici sull’adattamento al caldo e in alcuni casi simulare gli effetti dell’altura (aumento della massa emoglobinica a livello ematico).
Ne abbiamo parlato anche in questo articolo pubblicato su MtbCult.it.

Ma in cosa consiste l’heat training?
Bisogna allenarsi indoor sui rulli senza ventilatore e senza scoprirsi troppo, al contrario è consigliato coprirsi con completi invernali e accendere il riscaldamento. Ovviamente, in questa condizione va ricalibrata l’intensità dell’allenamento (non si può andare a tutta), ma anche pochi minuti al giorno potrebbero apportare dei benefici, serve costanza e un protocollo ben preciso.

sensore CORE

Il sensore CORE Body Temperature è nato proprio con questa finalità, per dare la possibilità a chi vuole svolgere l’heat training di farlo in modo sicuro e metodico.
Per questo motivo, l’azienda CORE propone un protocollo specifico per chi vuole svolgere questo tipo di allenamenti, all’inizio del quale bisogna svolgere un “ramp test” che stabilisce la zona di temperatura ideale per svolgere le sedute di heat training.
Per saperne di più su questo protocollo cliccate qui oppure guardatevi questo video (in inglese):

A nostro avviso, l’heat training resta una metodica pensata per i professionisti e in quanto tale poco adatta all’atleta amatore.
Se avete comunque intenzione di provare questo tipo di allenamento, vi consigliamo vivamente di farvi seguire da un preparatore atletico in grado di sottoporre i volumi e le intensità adeguate alle vostre necessità.

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All’aperto è utile?

Il sensore CORE Body Temperature può essere utile anche all’aperto, soprattutto durante le gare o gli allenamenti che si svolgono in condizioni di caldo estremo.
Vengono in mente le tappe del Tour de France, le lunghe salite assolate delle granfondo estive o semplicemente gli allenamenti all’ora di pranzo che molti di noi sono obbligati a svolgere per motivi di vario genere.

In tutte queste situazioni, monitorare la reale temperatura interna può servire a mettere in atto degli escamotage durante le sedute (anche il semplice raffreddamento con acqua sul corpo può essere d’aiuto) o a capire qual è la nostra soglia di sopportazione al caldo, ovvero quanto il nostro sistema di termoregolazione è efficiente.

Molti team professionistici lo usano anche per capire quale corridore si adatta meglio al caldo, per studiare il giusto piano di allenamento e/o scegliere le gare più consone sul calendario.

Fatichiamo a trovare la sua utilità nella stagione invernale, ma potrebbe essere utile a chi abita in luoghi freddi o nelle gare che si svolgono in condizioni particolari, per capire come vestirsi e mantenere una temperatura idonea a mantenere la salute senza compromettere la performance.

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Foto facebook.com/dsmfirmpostnl

Sensore CORE Body Temperature: la nostra esperienza

Ho ricevuto il sensore CORE Body Temperature dall’azienda e l’ho provato sia sui rulli, sia all’aperto.
Ho volutamente evitato l’heat training, perché a mio avviso è una metodica di allenamento molto (troppo?) specifica per un utente “normale”. Un marginal gain riservato ai professionisti, che richiede impegno fisico e mentale, oltre al tempo necessario per svolgere delle sedute specifiche “extra” allenamento classico. Insomma, una metodica di nicchia…

sensore CORE

Al contrario, è stato curioso capire come utilizzare il sensore CORE in condizioni più realistiche, ovvero durante gli allenamenti sui rulli con lavori specifici ad alta intensità, quelli che tanti fanno durante la settimana.

Ho collegato il sensore alla App di CORE, poi ho appaiato la fascia cardio e il Garmin Edge 530, creando una pagina specifica. Per fare questo bisogna scaricare il widget sulla App Connect IQ, ma tutto sommato è un’operazione semplice.
Le istruzioni qui e nel video qui sotto:

Dopo aver sincronizzato tutto ho voluto fare un test molto semplice, ma a mio avviso più utile di tanti altri: confrontare l’andamento della temperatura corporea interna e le sensazioni durante due allenamenti identici, ma svolti con ventilatore e finestra aperta e senza ventilatore con finestra chiusa.

Dopo un riscaldamento di 15 minuti, l’allenamento era composto da una prima parte con delle ripetute “Over-Under” (un minuto sopra FTP e un minuto sotto FTP) e una seconda parte con un lavoro intermittente “30-30” (30” a Vo2 Max e 30” blando). Defaticamento nel finale.

È stato curioso vedere come la temperatura interna fosse molto più controllata nella seduta con ventilatore e come l’Heat Strain Score nell’allenamento senza ventilatore ha raggiunto un valore molto più alto, quasi doppio rispetto a quello dell’allenamento con ventilatore.

sensore CORE
Allenamento senza ventilatore
Allenamento con ventilatore

Anche la frequenza cardiaca sale molto di più senza aria proiettata addosso e ovviamente cambiano le sensazioni: nella seduta senza ventilatore, le ultime ripetute sono state durissime, mantenere il wattaggio è stato difficile, viceversa, con ventilatore il feeling è stato molto simile a quello che ho di solito su strada.

Ovviamente, anche la sudorazione è stata diversa e di conseguenza sono sceso dai rulli senza quella sensazione di spossatezza che si ha quando si perdono molti liquidi.

sensore CORE
Allenamento senza ventilatore
Allenamento con ventilatore

Infine, il dato più importante che ho rilevato incrociando la temperatura interna e i dati sulla Performance Condition forniti da Garmin Connect:

sensore CORE
Allenamento senza ventilatore: la temperatura massima è arrivata a 39,8°
Allenamento con ventilatore: la temperatura massima è arrivata a 39,2°

Dai grafici qui sopra si nota come la performance condition abbia un calo meno drastico durante l’allenamento con ventilatore acceso. Questo implica una facilità maggiore ad eseguire i lavori specifici nell’ultima parte della sessione.
Questo è testimoniato anche da altri grafici che incrociano frequenza cardiaca e temperatura interna, che vi allego qui sotto:

Allenamento senza ventilatore: l’andamento della frequenza è più costante, ovvero i battiti faticavano ad abbassarsi tra una ripetuta e l’altra.
Allenamento con ventilatore: la differenza tra le fasi ad alta intensità e quelle di recupero si notano in modo più netto.

Ad alcuni di voi questo risultato potrà sembrare scontato, ma vi assicuro che non lo è.
La reazione al calore indotto dall’allenamento cambia da persona a persona, quindi avere un sensore che aiuta a capire quanto è efficiente il proprio organismo può essere utile a chi si allena molto sui rulli e non vuole “finirsi”, soprattutto durante la preparazione invernale.

sensore CORE

Un altro aspetto sul quale riflettere è l’andamento della temperatura interna, che è ritardato rispetto a quello dello sforzo fisico. Per esempio, al termine dei lavori specifici, anche quando sentivo di aver recuperato, la temperatura interna continuava a salire, fino a quando non raggiunge il suo picco ed inizia la discesa verso il basso.
Da questo si intuisce che anche in gara, ad esempio dopo una salita a tutta, l’organismo continua a lavorare per diversi minuti per mantenere la temperatura, anche se la pelle si è già raffreddata.
Questa indicazione potrebbe essere utile per capire come il proprio organismo risponde agli sforzi intensi e ripetuti e adattare di conseguenza la preparazione.

Senza ventilatore
sensore CORE
Con ventilatore

Ho provato il sensore CORE Body Temperature anche in qualche allenamento all’aperto, ma attualmente faccio fatica a trovare la reale utilità in una situazione del genere.
Bisogna anche dire che ora è inverno e dove abito io le temperature non sono mai troppo basse, quindi la mia esperienza potrebbe non aver dato delle risposte reali.
Farò qualche esperimento la prossima estate, magari in orari diversi della giornata, per capire se il monitoraggio della temperatura in quelle situazioni può essere utile anche al ciclista amatore.

in bici con il caldo
Foto UCI Doha2016/Pauline Ballet.

In conclusione…

Il sensore CORE Body Temperature è un accessorio importante per l’atleta professionista, mentre per l’amatore il suo utilizzo non è fondamentale, ma può risultare utile in situazioni molto specifiche.
Se vi allenate spesso sui rulli sicuramente può darvi una mano, stesso discorso se in estate siete obbligati ad allenarvi a ora di pranzo e volete capire come preservare al meglio le vostre energie, oppure se il vostro obiettivo sono le gare di endurance che si svolgono in condizioni di caldo estremo.

sensore CORE

In generale, parliamo di un “marginal gain” dedicato ai professionisti o agli appassionati più metodici, curiosi di capire come funziona il proprio corpo e disposti a spendere quasi 300 euro per un accessorio del genere. In ogni caso, bisogna assicurarsi di avere il tempo necessario per sfruttarlo veramente, perché i dati da analizzare sono tanti.
Di certo non sarà mai un device di uso comune come il ciclocomputer o il cardio.
Usarlo o meno non porta a delle differenze abissali, molti aspetti si possono comprendere anche ascoltando le sensazioni, ma avere dei dati precisi aiuta ad acquisire sicurezza e a gestire meglio gli allenamenti.

Per altre informazioni e per acquistare il sensore CORE cliccate qui.

Sul canale YouTube di CORE trovate tante altre nozioni sul sistema.

Qui gli altri articoli sull’allenamento. Qui gli altri articoli sull’allenamento indoor.

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