Ieri, tramite un post sui propri canali social, la Quick-Step Alpha Vinyl ha annunciato il prolungamento della collaborazione con l’azienda Core, che realizza il sensore usato da Evenepoel e gli altri corridori della squadra (e che vedete in queste foto).
In realtà, spulciando sul sito dell’azienda, abbiamo scoperto che lo stanno utilizzando molte altre squadre World Tour, oltre che atleti d’elite di altre discipline.

sensore usato da Evenepoel

Ma a cosa serve? E perché lo usano così tanti team?
Si tratta di un sensore da agganciare alla fascia del cardio, che è in grado di rilevare la temperatura corporea interna e di trasmetterla in tempo reale ai device con cui è collegato.
I dati possono essere trasmessi ad uno smartphone, tramite un’App specifica, ma soprattutto alla maggior parte dei ciclocomputer oggi in commercio, primi tra tutti Garmin e Wahoo.

L’utilità delle informazioni raccolte si basa sulla relazione tra temperatura corporea e livello di performance dell’atleta. Molti studi, infatti, hanno dimostrato che l’aumento della temperatura interna dell’atleta è strettamente correlato alla diminuzione della potenza erogata, come spiegato nel video qui in basso:

La spiegazione di questa correlazione richiederebbe un’analisi tecnica e complessa, ma ragionando in maniera semplicistica, i fattori chiave da tenere a mente sono due:

– All’aumentare della temperatura corporea l’organismo attiva meccanismi di termoregolazione naturale, convogliando più sangue alla pelle per aiutare a raffreddarsi. Questo a sua volta riduce la quantità di sangue a disposizione dei muscoli per la generazione di energia. Mantenendo la temperatura corporea interna più bassa, è disponibile più potenza.

– Le variazioni di temperatura corporea sono altamente individuali e la capacità di termoregolazione può variare da persona a persona, insieme alla risposta al raffreddamento. Avere le informazioni giuste permette di identificare gli approcci più efficaci.

In soldoni, il sensore Core permette di raccogliere una grande quantità di dati su ogni atleta, sia in gara, sia in allenamento, in diverse condizioni climatiche e di sforzo.
Questi dati possono aiutare a individuare delle strategie individuali di idratazione (fondamentali nel meccanismo di termoregolazione), ma anche ad ottimizzare gli orari e i momenti per gli allenamenti di intensità, valutare la capacità di acclimatazione e, dunque, definire il calendario gare anche in base alle capacità prestative a certe temperature.
Da sempre ci sono atleti che con il caldo vanno meglio di altri, questo strumento, probabilmente, è in grado di definirlo in modo scientifico.

Immaginiamo che le applicazioni siano ancora più numerose e più “fini”. Magari, in futuro, approfondiremo ulteriormente il tema.

Secondo uno studio dell’azienda, un atleta in grado di concludere una maratona in 3h30′ con la temperatura di 10°, necessiterà di 5′ in più ogni 5° di temperatura.

Nell’ottica degli ormai famosi marginal gain lo strumento è sicuramente utile, altrimenti non lo userebbero così tanti team.
Ma pur essendo fan dell’innovazione e della tecnologia, la domanda che ci sorge spontanea è: ci stiamo spingendo troppo oltre?
Telemetria, sensori per la temperatura, sensori per la misurazione degli zuccheri nel sangue e molto altro. Sarà anche per questo che fare il ciclista professionista oggi è diventato così difficile a livello mentale?

“La difficoltà a questi livelli – citando le parole che Luca Guercilena, team manager Trek, ci disse qualche tempo fa – è gestire bene il grande flusso di informazioni. L’atleta deve essere bravo a recepire solo quelle indispensabili, al resto ci devono pensare tecnici e allenatori”.

Per informazione, il sensore è in vendita al prezzo di 249,95 CHF (circa 245 euro).

Per chi volesse saperne di più: corebodytemp.com