La cronometro individuale di 13,9 km che lunedì scorso ha aperto la 57esima edizione della Tirreno-Adriatico ha fatto riemergere una domanda: l’ammiraglia al seguito migliora le prestazioni?

La prova contro il tempo andata in scena a Lido di Camaiore (Lu) è stata vinta dal nostro Filippo Ganna (INEOS-Grenadiers) con il tempo di 15’17″70 ed una media pari a 54,569 km/h. Secondo Remco Evenepoel (Quick-Step Alpha Vinyl Team) a 10″33, terzo Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) a 17″68.

Foto Fabio Ferrari – LaPresse

I più attenti si saranno accorti che INEOS-Grenadiers e Quick-Step avevano allestito “a pieno carico” il portabici dell’ammiraglia al seguito di Ganna ed Evenepoel.
Una scelta bizzarra, ma per nulla casuale, che ancora una volta insegue i famosi guadagni marginali (marginal gains, ndr), che quando ci si gioca la vittoria sul filo sei secondi possono essere decisivi.
Cosa c’entra l’ammiraglia al seguito con le prestazioni di un corridore a crono?
Ve lo spieghiamo in questo articolo.




L’impatto dell’ammiraglia al seguito: lo studio del 2015

Secondo Bert Blocken, professore ordinario di ingegneria civile all’Eindhoven University of Technology e alla Katholieke Universiteit Leuven, durante una prova contro il tempo un veicolo al seguito del corridore può dare reali vantaggi in termini di riduzione della resistenza aerodinamica.
Ragionando in maniera molto semplificata, l’aria che si trova tra auto e corridore viene spinta in avanti dall’ammiraglia stessa e questo, come è facile immaginare, crea un vantaggio per il corridore. Tanto più è ingombrante e vicina l’auto, tanto più è grande questo vantaggio.

Lo studio A following car influences cyclist drag: CFD simulations and wind tunnel measurements condotto nel 2015 dal prof. Blocken assieme al ricercatore Yasin Toparlar ha dimostrato per la prima volta grazie all’analisi CFD (Computational Fluid Dynamics), l’impatto di un mezzo in scia ad un ciclista durante una prova contro il tempo.

Le casistiche prese in esame erano tre: veicolo a tre, cinque, e dieci metri di distanza dal corridore (come da regolamento UCI, ndr). Le tre condizioni ambientali hanno fatto emergere una miglioramento della resistenza aerodinamica rispettivamente di 3,7%, 1,4% e 0,2%.
In termini pratici durante una cronometro di 50 km il guadagno potenziale è pari a 62”, 24” e 3”.

ammiraglia al seguito


Ammiraglia al seguito: la distanza giusta è 30 metri

Secondo Blocken e Toparlar “quando la distanza tra il ciclista e l’auto diminuisce, l’area di sovrapressione davanti alla vettura interagisce più fortemente con l’area di depressione dietro al ciclista che di fatto viene ridotta.
Le figure 8 e 9 (vedi sotto) mostrano il coefficiente di  pressione sulla superficie del corpo del ciclista e della bicicletta, illustrando che il valore assoluto della depressione su queste superfici diminuisce man mano che l’auto si avvicina al ciclista”.

ammiraglia al seguito

Qui sotto, nell’ordine, le tre configurazioni adottate da INEOS-Grenadiers, Quick-Step Alpha Vinyl e UAE Team Emirates (l’unica con vettura “scarica”) durante la crono d’apertura della Tirreno al seguito di Ganna, Evenepoel e Pogačar.
Il portabici a pieno carico contribuisce ad un incremento notevole della massa dell’auto e quindi ad un maggiore “aiuto aerodinamico”.

Nel caso della crono di Forte dei Marmi i distacchi sono stati importati, dunque il ruolo dell’ammiraglia ha inciso poco. Tuttavia, tenendo conto di questa analisi, pur nel pieno rispetto delle regole UCI, Ganna ed Evenepoel potrebbero aver avuto dei piccoli vantaggi aerodinamici rispetto a Pogačar.

ammiraglia al seguito

ammiraglia al seguito

Spesso in determinati frangenti tra ciclista ed ammiraglia si inserisce la moto ripresa.
Un ulteriore fattore da prendere in considerazione per soppesare “sulla strada” le conclusioni dello studio di Blocken e Toparlar.

I due scienziati, in ogni caso, “bacchettano” l’UCI indicando che il limite della distanza ciclista-ammiraglia dovrebbe essere di almeno 30 metri per evitare qualsiasi interferenza sulla resistenza aerodinamica.

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Foto in apertura: A.S.O. Fabien_Boukla

Qui sotto ecco come i professionisti lavorano sulla posizione da crono.

La posizione sulla bici da crono dei pro’ tra sicurezza ed evoluzione