Sulla Parigi-Roubaix 2022 ormai abbiamo detto tutto, o quasi.
E’ stata la più veloce della storia con una media di 45,795 km/h e ci ha regalato la perla di Van Baarle, che ha conquistato la prima vittoria in assoluto per la INEOS all’Inferno del Nord.

Per gli italiani è stata una gara avara di soddisfazioni: il migliore è stato l’ottimo Pasqualon, 19°, ma ci ha mostrato un Ganna che nei prossimi anni, se lo vorrà, potrà lottare per vincere.

Alto profilo e gomme tubeless
Van Baarle, così come tutto il team INEOS, ha usato bici con ruote Dura Ace da 50 mm tubeless ready (canale interno da 21 mm) e gomme tubeless Continental GP5000S TR da 28 o 30 mm dotate di inserti. Foto facebook.com/ShimanoroadItaly – Leon Van Bon

A nostro avviso, però, è rimasto ancora un aspetto tecnico su cui porre l’attenzione e che forse è passato un po’ sotto traccia: per la prima volta nella storia della Roubaix la maggior parte dei corridori non ha usato i tubolari.
L’abbinamento preferito, infatti, è stato quello tra ruote alto profilo e gomme tubeless. Con ruote di altezza variabile (tra 45 e 65 mm) in base alle preferenze personali.

Alto profilo e gomme tubeless
Foto intermarche-wantygobert.eu




Si tratta di un cambiamento epocale che rappresenta anche un po’ il segno dei tempi.
Fino a tre anni fa, infatti, erano pochissimi i professionisti che sceglievano di affrontare la Parigi-Roubaix con pneumatici tubeless.

Poi l’anno scorso è arrivata la vittoria di Colbrelli in sella ad una bici con gomme tubeless, addirittura da 32 mm di sezione, e qualcosa è cambiato.
Sì, perché le consuetudini sono dure a morire, anche tra i Pro’.
Anzi, forse prima di tutto tra i Pro’.
Ci vuole qualcuno che abbia il coraggio di sperimentare e mostrare che la novità, probabilmente, porta dei vantaggi.

Mohoric, come Colbrelli nel 2021, ha optato per ruote Vision ad alto profilo e tubeless Continental GP5000 S TR. Foto facebook.com/BahrainVictorious

E’ vero che la Jumbo-Visma di Van Aert ha scelto in blocco di usare tubolari da 30 mm (dalle immagini TV è stata anche una delle squadre più soggette a forature, ma questo potrebbe essere pura casualità).
E’ vero pure che alcuni corridori hanno continuato a preferire il tubolare, ma la strada pare segnata.

Ad eccezione di Van Aert, infatti, i primi 10 della Parigi-Roubaix 2022 erano tutti equipaggiati con gomme tubeless.

Alto profilo e gomme tubeless
Van Aert è stato un dei pochi a scegliere il tubolare. Foto facebook.com/ShimanoroadItaly – Leon Van Bon

Alto profilo e gomme tubeless: quali vantaggi?

Il tubeless ha una struttura diversa da tubolare e copertoncino, che almeno sulla carta sembra fatta apposta per una gara come la Roubaix.
Può essere gonfiato a pressioni più basse, quindi permette di assorbire meglio le vibrazioni, pur mantenendo una buona scorrevolezza su asfalto e un rischio di pizzicatura inferiore rispetto agli altri standard.
A tal proposito, considerate che la maggior parte dei Pro’ hanno scelto tubeless da 30 mm gonfiati a pressioni tra 3 e 4 bar.

Le ruote in carbonio ad alto profilo offrono rigidità laterale e prestazioni aerodinamiche, le gomme tubeless assorbimento verticale delle asperità: tecnicamente si tratta di un abbinamento perfetto per affrontare il pavé.

In questa foto si nota bene come cambia l’impronta a terra di una gomma tubeless sul pavé. Foto facebook.com/PinarelloBikes Getty Sport
Le ricognizioni dei giorni precedenti hanno aiutato a trovare la pressione ottimale per ogni atleta. Foto facebook.com/alpecinfenix

Il tubeless, inoltre, offre un’altra opzione particolarmente interessante in una gara come la Parigi-Roubaix, ovvero quella di poter montare gli inserti, i cosiddetti salsicciotti.
Si tratta di un’opzione adottata da diversi team, tra cui, a quanto pare, anche la INEOS del vincitore Van Baarle. Ne avevamo parlato nell’articolo in basso, in occasione della Roubaix 2021

Quali sono i vantaggi dei salsicciotti?
Un minore rischio di pizzicatura e, soprattutto, la possibilità di continuare a pedalare con una certa stabilità anche a gomma forata, visto che l’inserto garantisce maggiore sostegno. Un vantaggio che può risultare decisivo in una gara in cui il cambio ruota non è quasi mai a portata di mano.
Appesantiscono di qualche decina di grammi la ruota, ma alla Roubaix questo aspetto è di poco conto.

I salsicciotti usati dalla Lotto Soudal alla Roubaix: cosa sono e a cosa servono

I perché della svolta tubeless

Ruote alto profilo e gomme tubeless sono state la scelta preferita nel 2022, ma come mai ci è voluto così tanto prima che questo standard si imponesse? Se ricordate bene le prime gomme tubeless da strada sono comparse ben più di 10 anni fa.

Beh, una prima risposta l’abbiamo data all’inizio di questo articolo: il mondo del ciclismo su strada, specie quello professionistico, è piuttosto restio al cambiamento.
E’ sempre stato così e probabilmente sempre lo sarà.
Basti pensare all’avvento dei pedali a sgancio rapido, all’introduzione del casco obbligatorio, ai freni a disco, solo per fare qualche esempio…

I moderni pneumatici tubeless ready sono molto più performanti e affidabili di quelli di qualche anno fa

Poi c’è da fare qualche onesta considerazione sull’evoluzione dei materiali.
Le prime gomme tubeless e, soprattutto, le prime ruote, non erano all’altezza di quelle attuali.
Oggi, dopo molti anni, quasi tutti i produttori hanno in catalogo ruote tubeless ready di ultima generazione, in grado di massimizzare i vantaggi dello pneumatico e anche di garantire sicurezza e affidabilità.
Anche le gomme, inoltre, sono cambiate e si sono evolute parecchio.

L’ampliamento del canale (e delle sezioni), possibile grazie all’avvento del freno a disco, ha poi contribuito a fare un ulteriore step verso l’ottimizzazione delle prestazioni.
Per affrontare le pietre della Roubaix servono materiali affidabili e ora la tecnologia tubeless sembra offrire tutte le garanzie necessarie.

Le nuove ruote Shimano Dura Ace sono già fornite di valvola di serie e hanno canale interno da 21 mm, ormai standard di riferimento. Difficilmente oggi si scende sotto i 19 mm e in molti casi si va anche a 23-25 mm, come nel caso di Zipp

Che fine faranno i tubolari?

I tubolari sono destinati a scomparire?
Tra gli appassionati la risposta è quasi sicuramente sì.
Anche perché molte aziende non stanno più sviluppando ruote per tubolare e in futuro la scelta sarà obbligata.

A livello professionistico la faccenda è un po’ diversa, ma anche qui la strada sembra segnata.
Alla Roubaix, così come in altre Classiche, il tubeless pare destinato a prendere il sopravvento (sia dal punto di vista tecnico che di marketing).
L’evoluzione tecnologica andrà in questa direzione e di investimenti nello sviluppo tecnico del tubolare, con tutta probabilità, ne vedremo sempre meno.

Anche Specialized, che con le Roval Rapide CLX aveva puntato forte sulla camera d’aria, sta testando sui Pro’ la stessa versione, ma in versione tubeless. E’ stata usata alla Roubaix, ma anche in altre gare di inizio stagione. Foto facebook.com/quickstepalphavinyl – Wout Beel

L’uso del tubolare, con tutta probabilità, rimarrà confinato al feeling personale di alcuni corridori e alle corse/tappe con tanto dislivello.
Il tubolare, infatti, continua a offrire un piccolo vantaggio in termini di leggerezza, non tanto per lo pneumatico in sé, ma per l’insieme ruota/pneumatico.
Vantaggio che negli ultimi anni si è fatto sempre più sottile, ma che ancora spinge molti Pro’ a scegliere questa opzione per le tappe con tanta salita (ricordate Pogačar sul Carpegna, che oltre al tubolare ha preferito anche la bici rim brake?)

Intanto l’evoluzione tecnica va avanti e, dopo le vittorie di Colbrelli e Van Baarle, siamo curiosi di vedere se la Jumbo-Visma sceglierà i tubolari anche per la Roubaix 2023.
E’ vero che alla fine contano le gambe, e Van Aert sta lì a dimostrarlo, ma nel “ciclismo dei marginal gain” è innegabile che le soluzioni tecniche possono fare la differenza tra vincere o perdere.

Foto d’apertura facebook.com/ShimanoroadItaly – Leon Van Bon

Ma è vero che le gomme più larghe scorrono di più? Proviamo a spiegare