L’utilizzo di tubeless e tubolare alla Roubaix ha riacceso il dibattito attorno alla validità di questi due standard.
Hanno fatto scalpore i cedimenti strutturali delle ruote Shimano utilizzate dal team Jumbo-Visma che messe sotto stress dal pavé e dalle forature sono letteralmente “esplose”.
Ne avevamo parlato QUI.

 

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Per mettere ancora più a fuoco la questione abbiamo chiamato Diego Costa (foto sotto), capomeccanico del team INEOS-Grenadiers, squadra che con Dylan Van Baarle (foto sotto) ha vinto la Roubaix 2022, l’edizione più veloce di sempre.
Abbiamo scoperto alcuni interessanti retroscena e dettagli tecnici…

Tubeless e tubolare alla Roubaix

Tubeless e tubolare alla Roubaix
Foto: A.S.O. Pauline Ballet

– Diego: tubeless e tubolare alla Roubaix. Qual è il tuo punto di vista?
– Faccio un passo indietro… Gli ingegneri nell’ultimo periodo hanno trovato sempre più spazio negli organici delle squadre. Da quest’anno, ad esempio, si è aggiunto al nostro team Dan Bigham. Un ex ciclista professionista, ingegnere, con un passato in Formula 1 tra le fila del team Mercedes AMG Petronas.
Questo per dire che sempre di più sono i dati, le prove in laboratorio e sul campo a guidare le scelte tecniche adottate in competizione.
A partire dal mese di febbraio, fin dalle prime Classiche del Nord, abbiamo iniziato a testare i materiali da utilizzare alla Roubaix. Questo tipo di approccio permette di studiare i materiali, capire le relative risposte in condizioni differenti per arrivare al “giorno X” con la sicurezza di aver operato la scelta migliore.
Non ho mai visto la Jumbo-Visma correre con i tubeless.
Personalmente è una scelta che faccio fatica a comprendere. Credo che questa decisione derivi da valutazioni accurate che fanno il paio anche con le caratteristiche dei telai in dotazione.
Faccio un esempio: una buona ruota può restituire un’efficienza aerodinamica migliore o peggiore a seconda della bici sulla quale è montata. Ecco perché è importante l’approccio scientifico.
Altro possibile punto di vista: la Jumbo-Visma non ha in mano nessun dato e procede in base alle sensazioni dei corridori.

La bici di Van Baarle. Foto: @INEOSGrenadiers

– Incide l’influenza del ciclocross dove si rimane fedeli ai tubolari?
– Penso di sì. Io però vedo Pidcock… Tom (foto sotto) su strada è “innamorato” dei tubeless: parliamo di un campione che conosce bene anche il mondo della MTB, i materiali, i pregi e i difetti di molte soluzioni tecniche.

Tubeless e tubolare alla Roubaix
Foto: Bartek Wolinski / Red Bull Content Pool

– Gestione di una bici tubeless/tubolare in una corsa come la Roubaix. Cosa cambia per un meccanico?
– Si lavora molto meglio con una bici tubeless!
È un sistema molto più pratico e veloce da sostituire/ripristinare. Il tubeless oltre alla scorrevolezza eleva le qualità tecniche del liquido sigillante. Abbiamo fatto degli esperimenti sui tubolari nel corso delle passate stagioni provando ad inserire il lattice nella camera d’aria. Il risultato è che questa pratica non aiuta in caso di foratura perché il liquido non riesce a vulcanizzare battistrada e camera d’aria interna, che oltretutto tende anche muoversi.
I parametri in una corsa come la Roubaix sono molto vicini a quelli della MTB.
Ganna, ad esempio, ha tagliato il tubeless e come sappiamo in questi casi c’è poco da fare. Van Baarle, invece, ha forato e il tubeless da 4 bar è sceso a 3. Una volta passata a Dylan la bici di scorta ho misurato al volo la pressione della ruota forata prima di risalire in macchina. Durante la corsa in ammiraglia abbiamo rigonfiato la ruota con il compressore e la pressione è rimasta stabile a 4 bar fino all’arrivo. In caso di foratura ulteriore Dylan avrebbe quindi ripreso la bici utilizzata in partenza.
Con il tubolare non è possibile agire in questo modo.

– Freni a disco, coperture più larghe, canali interni maggiorati, pressioni d’esercizio più basse: quali sono gli effetti di questi cambiamenti?
– L’introduzione del freno a disco ha permesso di togliere peso dalla zona dove prima si trovava la pista frenante.
C’è un dato incontrovertibile: la ruota tubolare disc è più “fragile” rispetto ad una tubeless che deve avere una spalla cerchio più robusta per consentire il tallonamento. Da qui deriva il peso maggiore di una ruota tubeless.
Ecco perché il caso della Jumbo non lo reputo così “strano”. In corse come la Roubaix il cerchio può subire la rottura uno o due settori prima del tratto di pavé dove avviene il collasso definitivo della struttura.

– Rispetto alle precedenti edizioni della Roubaix hai notato dei cambiamenti a seguito dell’utilizzo del tubeless?
– Sì, anche se all’Inferno del Nord servono prima di tutto le gambe e una buona dose di fortuna. In passato mi è capitato di far fronte ad una sola foratura con i tubolari mentre lo scorso anno, complice il maltempo, anche con i tubeless non ci siamo salvati.
Per noi la Roubaix 2021 è stata uno spartiacque.
Abbiamo iniziato ad utilizzare bici disc, abbiamo raccolto dati, aspetti positivi e negativi che sicuramente ci hanno fatto fare passi in avanti.
Tubolare e tubeless alla Roubaix: al netto degli imprevisti quando si entra in un settore di pavé a 50 km/h la bici subisce un impatto verticale molto forte. Di conseguenza con il tubolare la possibilità di pizzicare la camera d’aria interna è maggiore rispetto al tubeless.

Foto: A.S.O. Pauline Ballet

– Set-up e pressioni alla Roubaix 2022 in casa INEOS-Grenadiers…
– Abbiamo utilizzato coperture tubeless da 30 mm con intervalli di pressione compresi tra i 3,5 e i 4,5 bar. Le stesse pressioni sono state utilizzate anche al Fiandre in alcuni casi con uno scarto minimo (+0,1/0,2 bar). La Roubaix è l’unica gara in cui utilizziamo la mousse che dalle nostre osservazioni non serve tanto a prevenire le forature, ma riduce il rischio di stallonamento.

– Su strada invece quali sono i vostri standard?
– Si va da 5,5 a 6,5 bar con coperture da 25 o 28 mm, in base al peso del corridore. I più leggeri possono scendere fino a 4,5 bar.

Foto: @INEOSGrenadiers

– In condizioni normali come reagisce il tubeless alle perdite di pressione?
– Abbiamo visto che è meglio trattare una ruota due o tre giorni prima della competizione per dar modo al liquido di lavorare nel migliore dei modi, chiudendo ogni minima perdita d’aria. In questo modo la pressione rimane stabile per tutte la gara.
A volte cambiamo il tubeless anche il giorno prima della corsa: una discriminante che può essere d’ostacolo in questo caso è la temperatura atmosferica.

– Il team INEOS-Grenadiers ha mandato in pensione i tubolari?
– No, ma la prima scelta è sempre il tubeless.

Foto: @INEOSGrenadiers

– Dove ha ancora senso utilizzare il tubolare?
– Pensiamo alle tappe alpine con salite lunghe e con dislivelli importanti.
Poter risparmiare 200-300 grammi tra ruota e pneumatico è un bell’aiuto, anche se c’è da dire che i nostri corridori che non hanno ambizioni di classifica o risultato viaggiano quasi sempre con i tubeless.

– Se ci focalizziamo sulle coperture: il tuo lavoro è più semplice oggi o cinque anni fa?
– Direi che in linea generale i nuovi standard rendono “più semplice” il lavoro di un meccanico.

Tubeless e tubolare alla Roubaix
Foto: @INEOSGrenadiers

Foto in apertura: @INEOSGrenadiers

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