Sarà Pogačar a sdoganare il tubeless e le ruote con canale largo?
Più che una domanda, alla luce di quanto visto in questa prima parte di stagione la possiamo considerare un’affermazione.

L’aspetto interessante, però, non riguarda tanto il tubeless, che ormai è adottato da larga parte del gruppo, ma la tipologia di ruote usata da Pogačar e compagni: hookless e con canale molto largo. Una soluzione che ancora lascia perplessi tanti corridori e anche molti appassionati. Ne avevamo parlato in questo articolo dopo la Roubaix…

Pogačar tubeless hookless
Foto UAE Team Emirates – POOL Jan De Meuleneir/SprintCyclingAgency2023

Nel 2023, infatti, il UAE Team Emirates ha cambiato fornitore tecnico delle ruote, passando da Campagnolo a Enve.
Niente di sconvolgente, poiché è normale che le squadre professionistiche periodicamente rinnovino gli accordi commerciali e cambino la propria dotazione tecnica.

Quello che a suo tempo ci aveva incuriosito era il “portafoglio prodotti” di Enve, poiché tutti i modelli disc più recenti attualmente nel catalogo del marchio americano sono caratterizzati dall’uso di canali larghi (o larghissimi) e cerchi hookless (foto sotto), dunque da usare con gomme tubeless, meglio se di ampia sezione.

Dall’azienda americana, però, ci avevano rivelato che, a parte quanto proposto sul mercato, per il team avrebbero preparato anche delle opzioni con cerchio per tubolare (per intenderci, quelle usate dal Team Eolo-Kometa). Un’opzione che Pogačar in passato ha sempre apprezzato, specie per le tappe di montagna.

Prima di trarre delle conclusioni, dunque, abbiamo voluto aspettare un po’ di tempo e capire quali sarebbero state le scelte del fuoriclasse sloveno e del resto del team.

Foto facebook.com/Colnago Luca Bettini/SprintCyclingAgency©2023

La scelta preferita di Pogačar (almeno finora)

Pogačar sembra aver fatto una scelta ben precisa, perché da inizio stagione ha usato quasi sempre un unico modello di ruote: le Enve SES 4.5 (foto sopra e qui sotto): circa 1.450 grammi, con profilo da 51 mm all’anteriore e 56 mm al posteriore.

Solo nel finale dell’Amstel Gold Race ha optato per una scelta diversa. Dopo il cambio bici avvenuto a circa 40 km dall’arrivo, infatti, lo sloveno aveva ruote più basse. 

Le ruote in questione, con tutta probabilità, erano le SES 3.4, con profilo da  39 mm sull’anteriore e 43 mm sul posteriore. Cerchio più basso e peso più contenuto permettono accelerazioni più rapide, proprio quello che serviva nel finale dell’Amstel.
Non sappiamo se sia stata effettivamente una scelta oppure un ripiego d’emergenza, ma probabilmente alla Freccia e poi alla Liegi avremo la risposta.

All’Amstel Gold Race dopo il cambio bici Tadej ha usato ruote con profilo più basso, ci avevate fatto caso? Foratura o sosta programmata?Foto POOL/SprintCyclingAgency©2023

A parte l’altezza del profilo, però, la struttura delle ruote è identica.
Cerchio hookless, con canale interno da 25 mm e larghezza esterna da 32 mm. Misure che fino a qualche anno fa erano riservate alla Mtb.
La larghezza minima della gomma suggerita da Enve è di 27 mm. Pogačar ha sempre usato pneumatici Continental GP 5000 S TR da 28 mm (tranne che al Fiandre, dove ha optato per gomme da 30 mm).
In tutto questo va ricordato che la pressione massima consentita sui cerchi di questo tipo è di 5 bar.

Insomma, soluzioni impensabili fino a qualche anno fa e delle quali molti appassionati non sono ancora convinti, ma visti i risultati dello sloveno probabilmente qualcuno inizierà a ricredersi…
I più scettici diranno che Pogačar è costretto da obblighi di sponsorizzazione, ma come già anticipato si tratta di una scelta, visto che per quanto ne sappiamo potrebbe optare anche per il tubolare, come succede in casa Eolo-Kometa.

Pogačar tubeless hookless
L’attacco decisivo all’Amstel Gold Race. Foto facebook.com/Colnago

Quali vantaggi?

I vantaggi dichiarati dai costruttori in merito a canale largo e cerchio hookless sono molteplici.
Sono più leggeri, permettono una migliore transizione tra ruota e pneumatico, con vantaggi aerodinamici e di scorrevolezza, soprattutto sui fondi sconnessi come quelli del Fiandre.
Inoltre migliorano comfort e guidabilità della bici (e questo lo possiamo confermare anche noi dopo aver usato diversi modelli di ruote hookless a canale largo).

Infine, parlando dell’aspetto commerciale, hanno un costo di produzione più basso rispetto ai cerchi tradizionali, che si traduce in un prezzo più basso per il consumatore, senza inficiare il margine delle aziende.

Se volete approfondire tutti questi aspetti vi rimandiamo all’articolo qui sotto:

Cosa sono i cerchi hookless e perché potrebbero essere il futuro…

Non è una novità assoluta

Negli anni scorsi l’utilizzo di ruote hookless con canale largo era già stato sdoganato tra i Pro’ da Zipp, che però lasciava ai corridori anche molte opzioni per tubolare.
Valverde, ad esempio, nel 2022 si è piazzato secondo alla Strade Bianche usando ruote hookless e gomme tubeless 700×28 gonfiate a pressioni bassissime.

I professionisti che utilizzano gomme da 28 mm sono sempre più numerosi, perché se è vero che il mondo dei Pro’ è restio al cambiamento, è altrettanto vero che i test sembrano parlare chiaro.
Però, quando a sposare una nuova tecnologia è un fuoriclasse come Pogačar, l’effetto è più dirompente.

Foto enve.com – Gruber Images

In tutta onestà siamo curiosi di vedere se Tadej continuerà in questa direzione anche per le tappe più dure del Tour del France, oppure ritornerà sul tubolare.
Certo, quando vai così forte la voglia di cambiare non ti viene sicuro…

Per maggiori informazioni:
enve.com
uaeteamemirates.com/it

Le ruote hookless promettono tanti vantaggi, ma necessitano anche di alcune accortezze nella scelta dei pneumatici e nella pressione di gonfiaggio, per non inficiare la sicurezza. Ne abbiamo parlato qui sotto:

Ruote con cerchi hookless: sì o no?