Al termine della Parigi-Roubaix, esattamente come era accaduto lo scorso anno, si riapre puntualmente il dibattito sull’uso di tubolare e tubeless.

Nel 2022, dopo le ruote spezzate in due della Jumbo-Visma, sul banco degli imputati era finito il tubolare.
Nel 2023, invece, la stessa sorte è toccata al tubeless, poiché alcune cadute sembrano essere state causate dallo stallonamento improvviso della copertura (tipo quella rovinosa nella foresta di Arenberg innescata dal povero Fred Wright, che vedete nel video qui sotto).

 

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Proprio prendendo spunto da quella caduta Vincenzo Nibali ha pubblicato una storia sul suo profilo Instagram, sottolineando che i tubeless non saranno mai sicuri come i tubolari.

Un concetto che poi ha approfondito ieri sera (12 aprile) durante una puntata della SqualoTV insieme a molti altri ospiti, tra cui Bettiol e Pozzovivo. Se volete vederla per intero (i temi interessanti sono tanti), la trovate qui sotto:

Nibali: il tubeless non sarà mai sicuro come il tubolare

Ecco una sintesi dell’opinione dello Squalo, in parte sposata anche da Pozzovivo: “In una gara come la Parigi-Roubaix il tubolare è ancora la scelta più sicura, perché anche se fori non si scolla e riduce il rischio di caduta.
Con il tubeless, se non c’è un accoppiamento perfetto con la ruota o sbagli le pressioni, rischi di stallonare e non ti dà possibilità di salvezza, come abbiamo visto quest’anno. In fatto di sicurezza non c’è confronto.

In più, la maggior parte degli scalatori in salita preferiscono il tubolare, sia perché è più leggero, sia perché ti dà una sensazione di maggiore prontezza e reattività.

“Non dico che il tubeless non sia performante, tanto che Colbrelli ci ha vinto la Roubaix con una gomma forata, ma secondo me è una tecnologia che necessita di essere ancora migliorata, soprattutto per essere impiegata in condizioni estreme come il pavé.
Poi è chiaro che il futuro sarà tubeless, perché costa meno, perché il tubolare non viene più sviluppato e così via…”.

tubolare e tubeless
Vincenzo Nibali ha quasi sempre usato il tubolare in tutta la sua carriera, compreso il 2022, sua ultima stagione. Foto facebook.com/vincenzonibali

Bettiol: non c’è confronto, i tubeless sono di un’altra categoria

Di parere completamente opposto è Bettiol: “Se una squadra non ha i tubeless è perché non è riuscita ad accaparrarseli.
Per me il tubolare andava benissimo, ma i tecnici della mia squadra mi hanno fatto capire che i tubeless sono nettamente più performanti. E vi assicuro che la differenza è abissale, si parla di oltre 10 watt a 45 km/h, che ormai è la velocità media che si fa al Fiandre o alla Roubaix.
Senza considerare la riduzione del rischio di forature che si ha con questa tecnologia.
Però capisco che per chi va in bici da tanti anni è un passaggio mentale non facile da affrontare.

Bettiol ha dichiarato di essere un grande amante del tubolare, ma i dati che gli ha mostrato la EF Pro Cycling lo hanno convinto a passare al tubeless. Foto instagram.com/albertobettio/

“Per quanto riguarda la sicurezza, molto dipende dalle pressioni di gonfiaggio. Noi abbiamo dei protocolli precisi, sviluppati insieme ai tecnici della squadra e a quelli dei nostri fornitori di materiali, che cambiano in base alle situazioni e al peso di ogni atleta.

“Se poi parliamo di salite con pendenze davvero ripide, allora posso darvi ragione, perché l’accoppiata ruota/tubolare è più leggera, ma si tratta di situazioni estreme. Nel ciclismo moderno, dove si viaggia sempre sopra i 50 km/h, il tubeless è nettamente più performante”.

tubolare e tubeless
Foto Jumbo Visma

Tubolare e tubeless: dove sta la verità?

Nibali e Bettiol che hanno pareri contrastanti su tubolare e tubeless sono anche lo specchio attuale della comunità dei ciclisti, molto divisa sulla questione.
Ma dove sta la verità?
Probabilmente nel mezzo, nel senso che entrambi dicono cose sensate.

I dati mostrano chiaramente che il tubeless è più veloce a parità di watt. Inoltre, garantisce maggiore comfort e riduce il rischio di forature. Lasciamo perdere il discorso sulla facilità di montaggio, un fattore che interessa noi appassionati, ma non i professionisti.

Di contro, l’accoppiata tubolare/ruota per tubolare consente un risparmio di peso non banale e per questo molti scalatori continuano a preferire questa soluzione nelle tappe di montagna dei grandi giri. Più è alta la pendenza (e bassa la velocità), maggiore è il vantaggio.

tubolare e tubeless
Derek Gee ha stallonato il tubeless giusto all’ingresso della foresta di Arenberg, ma si è “salvato”…

Infine, concludiamo con la sicurezza, un aspetto delicato perché interessa anche tutti gli appassionati che utilizzano il sistema tubeless.
In gare “normali” il rischio stallonamento è quasi inesistente, purché si rispettino certe regole: gomme compatibili con le specifiche del cerchio, pressioni corrette, montaggio ben eseguito. Di certo, serve un po’ di attenzione in più rispetto al copertoncino, ma è pur vero che anche un tubolare incollato male può causare cadute rovinose.

Nel caso della Roubaix la questione è un po’ diversa, come sottolinea Nibali.
Le condizioni sono estreme e il rischio, come abbiamo visto, aumenta. Anche in questo caso, però, sentendo la voce delle aziende, ci sono delle attenzioni che possono ridurre questo rischio, come rispettare i protocolli di gonfiaggio e, soprattutto, utilizzare gli inserti (foto sotto), che scongiurano quasi completamente lo stallonamento, anche con gomma sgonfia.

Foto d’apertura instagram.com/efprocycling/

Del dibattito tra tubolare e tubeless avevamo parlato anche dopo la Roubaix 2022 con il meccanico della INEOS-Grenadiers:

Tubeless e tubolare alla Roubaix: sentite il capomeccanico della Ineos