17:31 per scalare gli ultimi 6,7 km di salita, quelli più duri che iniziano quando si lascia la SP144 verso Favaro. Più veloce di tutti, tranne che del Marco Pantani del 1999, che secondo climbingrecords impiegò 17:04. Non che ce ne fosse bisogno, ma il tempo di Pogačar a Oropa ci ricorda ancora una volta quanto grande fosse il Panta in salita.

Foto by Gian Mattia D’Alberto/Lapresse

E’ bene puntualizzare, come facciamo sempre in questo genere di articoli, che confronti del genere valgono più che altro ai fini statistici e di curiosità, perché sotto il punto di vista tecnico non hanno molto senso. Anche se parliamo di due straordinari fuoriclasse.

Dal ’99 ad oggi è cambiato tutto. Il limite del 50% di ematocrito è stato sostituito dal passaporto biologico. Alimentazione, allenamento, mezzi tecnici si sono evoluti in modo inimmaginabile. Senza dimenticare che nel ’99 Oropa fu scalata all’inizio della terza settimana, mentre quest’anno i corridori l’hanno affrontata alla seconda tappa, dunque più freschi. E questo rende ancora più grande l’impresa di Pantani di 25 anni fa.

 tempo di Pogačar a Oropa
Foto Zac Williams

I dati della salita di Oropa

Secondo l’altimetria ufficiale del Giro d’Italia la salita misura 11,8 km, con 773 metri di dislivello e una pendenza media del 6,2%. 

I primi 5 km, però, fino al bivio per Favaro, sono molto facili e si sta bene a ruota.
La salita “vera” inizia a circa 6,7 km dall’arrivo. Da qui in poi la pendenza media è dell’8% con punte al 14%.

Il nostro cronometraggio fa riferimento a questo tratto di salita, che è anche quello dove è più facile prendere un riferimento preciso. Per questo tratto esiste anche un segmento Strava.

I dati di Pogačar a Oropa

Al momento in cui scriviamo Tadej non ha ancora scaricato il file della tappa su Strava, per questo ci affidiamo al cronometraggio manuale, che dice 17:31. Vale a dire 27” in più di Pantani in quella mitica tappa del 1999 e meno di 10” meglio di Dumoulin nel 2017.

Tradotto in altri termini, Pogačar ha scalato gli ultimi 6,74 km a 22,9 km/h, con una VAM di 1.850 m/h. La potenza stimata è di circa 6,7 watt/kg.
La VAM di Pantani nel ’99 fu di 1.890 m/h.

Si tratta come sempre di una prestazione straordinaria, anche se considerando la lunghezza della salita e il fatto che siamo solo alla seconda tappa, non è da annoverare tra le più impressionanti del fuoriclasse sloveno.
D’altronde Tadej ha in calendario anche Tour e Olimpiadi, dunque non è una bestemmia pensare che non sia ancora al 100% della forma. Senza dimenticare che la foratura, con conseguente caduta a inizio salita potrebbe averne in parte condizionato la prestazione.

Senza la caduta e al top della condizione avrebbe potuto battere il record di Pantani? Probabilmente sì, ma con i se ed i ma non si fa la storia…

Foto d’apertura Luca Bettini/SprintCyclingAgency©2024

QUI trovate la classifica della 2a tappa del Giro 2024.

Qui sotto, invece, i dettagli della bici usata da Pogačar in questo Giro d’Italia:

La Colnago di Pogačar pronta per il Giro: in arrivo alcune novità