Piccante, irriverente, diretto, ma allo stesso tempo sincero. Sulle restrizioni UCI Moser non si nasconde.
Dall’archivio custodito a Maso Willa Warth e curato dal Fan Club del campione trentino spunta un articolo.
Lo Sceriffo non è cambiato…

restrizioni UCI Moser

Lo spirito d’iniziativa, la vena dell’attaccante. Esserci e diventare protagonisti generosi. Guidare per non subire: l’attendismo di Saronni ed il suo spunto veloce.

Una filosofia che sul tema delle restrizioni UCI in materia di telai e dotazioni tecniche Moser rispolvera al punto da far riemergere, parola dopo parola, quel carisma che ha saputo traghettare il ciclismo nell’era moderna fatta di tecnica, alimentazione, preparazione e dettagli da curare.

Un ruolo emerso in maniera dirompente in questo articolo.

È ora di togliere le restrizioni UCI?

Anche per questo motivo abbiamo voluto annotare e rilanciare il punto di vista del campione trentino su una questione che anno dopo anno è soggetta ad aggiornamenti, modifiche e nuove prospettive.

C’è un “prima” ed un “dopo” Ganna

L’accento per Moser cade sul Record dell’Ora. Ed è da qui che bisogna partire per una riflessione a largo spettro. Non nomina mai sé stesso, ma i riferimenti sono chiari.

«Se siamo arrivati, di nuovo, a dibattere il tema delle restrizioni UCI è perché qualcuno ha contribuito a portare un po’ d’innovazione in questo mondo… Altrimenti si correrebbe ancora con bici tradizionali. Al massimo con bici dotate di ruote da 26”. Ricordate la Colnago di Wladimiro Panizza.

restrizioni UCI Moser
Wladimiro Panizza al Mondiale di Sallanches (Francia) nel 1980. La sua Colnago Mexico in acciaio adottava una ruota 26” anteriore abbinata ad una da 28” posteriore (set-up oggi vietato). Duplice il motivo di questa scelta. 1) Estetico. Panizza si lamentava della cattiva linea della sua bicicletta rispetto a quelle utilizzate da altri suoi colleghi. Grazie alla ruota di diametro minore all’anteriore, Colnago realizzò un tubo di sterzo più lungo ed esteticamente gradevole. 2) Aerodinamico. Panizza, grazie a questa soluzione, poteva stare più vicino alla ruota posteriore del corridore che lo precedeva. Foto: archivio Colnago

«I primati fino al 56,375 di Boardman del 1996 sono stati cancellati, lo sappiamo: le motivazioni, a mio avviso, non solo solo tecniche… La svolta del 2014 con il record di Jens Voigt rende già l’idea di una UCI instabile su un certo fronte. All’epoca dissi a mio figlio Ignazio di provarci al di là della suggestione del cognome. Senza togliere niente a nessuno: il primato di Ondřej Sosenka (fatto registrare su bici Moser, foto sotto, ndr) era alla portata di tanti corridori».

Foto: sosenka.cz

«Oggi il Record dell’Ora è tornato a suscitare interesse, una dimensione dove il corridore compete da solo. Guardiamo la bici di GannaQUI tutti i dettagli – e non raccontiamocela più di tanto. Se hanno omologato questo record certe restrizioni non hanno più senso d’esistere. Ci sono dotazioni tecniche “su misura” un termine che viene associato anche ai telai. Quindi… perché sulla bici il ciclista non può posizionarsi come meglio crede.

restrizioni UCI Moser
Nel 1994, a 42 anni da ex atleta, Moser tenta l’assalto al Record dell’Ora. La posizione è molto raccolta. Batte sé stesso, batte O’Bree (51,596), ma non riesce a battere il primato di Boardman (52,270).
Il manubrio ITM della bici usata nel ’94 presenta un appoggio per scaricare il peso del torace.

Poi una precisazione.

«Attenzione, cerchiamo d’interpretare bene questo passaggio. Nessuna malizia nei confronti di Filippo che è un fuoriclasse sia chiaro! Per battere il record oggi serve prima di tutto il motore, la capacità di saper spingere il rapporto».

Foto: Chris Auld

La sicurezza come spartiacque

«Quando la sfida è contro il tempo concederei un margine d’azione maggiore. La prospettiva cambia quando si parla di corse in linea. Qui la questione sicurezza è fondamentale perché si pedala in gruppo e di riflesso l’affidabilità del mezzo tecnico è cruciale. Io stesso ho subito incidenti in corsa per via di una tenuta dei materiali non ottimale».

«Il limite di peso a 6,8 kg per tutti? L’UCI avanza delle motivazioni etiche finalizzate a far emergere il corridore con le migliori doti atletiche. È assurdo: non si leggono le sfumature. Una bici da 6,8 kg di un corridore molto alto è soggetta a stress e flessioni maggiori rispetto ad un telaio più piccolo e compatto costruito con lo stesso materiale che di conseguenza sopporta meglio i carichi. Ragionerei piuttosto su un limite peso a scalare sulla base della taglia».

Moser non ci sta e rincara la dose.

«Sapete che l’UCI ha un apposito registro dove annota tutti i corridori più alti di 180 cm (categoria 2, ndr) e 190 cm (categoria 3, ndr)? Ci sono delle restrizioni da rispettare per quanto riguarda la distanza orizzontale tra movimento centrale ed estremità delle appendici manubrio sopratutto nelle gare a cronometro. Ciò vale anche per i corridori più bassi di 180 cm (categoria 1, ndr)».

«Parliamo di sicurezza, ma allo stesso tempo costringiamo i corridori a stare in una certa posizione creando oltre tutto una divario tecnico che colpisce i corridori più alti per avvantaggiare, a mio avviso, quelli con statura inferiore 180 cm. Allo stesso tempo l’intenzione è quella di mettere tutti sullo stesso piano per far emergere il più forte. C’è più di qualcosa che non mi torna…».

Una visione audace. Chiediamo a Moser perché non è “sul campo” a combattere con la stessa grinta che aveva quando era corridore.
Un sospiro, le braccia che si allargano, un sorriso amaro e poche parole per dire che “io ci ho provato, ma non ci sono riuscito”.

La bici usata per il Record dell’Ora del 1984 a Città del Messico.

Sulle restrizioni UCI Moser indica una soluzione

«Certi regolamenti devono essere scritti a quattro mani dall’istituzione e da chi lo sport lo pratica e lo mastica tutti i giorni. In più la bicicletta porta la discussione su un piano ingegneristico. Una dimensione che deve essere condivisa con chi le bici le produce».

«Non ho la bacchetta magica, ma di sicuro sarebbe interessante istituire un comitato tecnico-scientifico. Attorno al tavolo oltre ai rappresentanti dell’UCI: direttori sportivi, performance manager, preparatori atletici e costruttori. Qualche sterile tentativo in passato c’è stato. Ciò che può far veramente la differenza è l’atteggiamento del massimo governo del ciclismo».

Suggestione o prossimo futuro? Di sicuro sulle restrizioni UCI Moser ha le idee chiare.
Staremo a vedere.

La versione strada dell’iconica Lotus Type 110 utilizzata da Boardman per il Record dell’Ora del 1996.

Qui sotto tutti i dettagli della Bianchi Oltre XR. Una bici che allestita con i deflettori non è omologata UCI. Il recente dibattito muove da qui.

I deflettori della Oltre RC sono illegali per l’UCI. Le risposte di Bianchi

Qui, invece, il pensiero di Francesco Moser sulla sicurezza stradale.