Come si alimentano i campioni durante un Grande Giro?
Prestazione e alimentazione al Tour de France (ma non solo) sono due parole che negli ultimi dieci anni hanno assunto una relazione direttamente proporzionale.
“Vuoi andare forte? Devi mangiare bene”.

Foto: © A.S.O. / Pauline Ballet

Non si tratta di perdere di vista la quantità, nodo cruciale per chi sotto supervisione intende perdere qualche chilo, ma di curare la qualità e l’adeguato bilanciamento dei nutrienti in rapporto all’attività svolta.
Un paradigma ripreso negli ultimi anni anche dagli schemi alimentari studiati per il dimagrimento in assenza di particolari patologie. Vita sana, sport e a tavola un po’ di tutto, ma con moderazione.

Prestazione e alimentazione al Tour

Secondo il dott. Asker Jeukendrup, head of nutrition del team Jumbo-Visma e fondatore del blog mysportscience.com (foto sotto): «Prima di pensare alla strategia alimentare è necessario capire il ciclista. Qual è il suo ruolo all’interno della squadra in una determinata competizione? Qual è il fabbisogno energetico, come lavora il metabolismo? Quali sono gli obiettivi? Vincere o aiutare i compagni?».

Prestazione e alimentazione al Tour

Prestazione e alimentazione al Tour: un salto indietro di 111 anni

Secondo Jeukendrup il ciclismo di oggi paragonato all’epoca dei pionieri dei primi del ‘900
mette a confronto paradigmi opposti.
«All’inizio era il corridore che sceglieva cosa, quanto, come e dove mangiare. Di mezzo c’era una questione organizzativa. Il ciclista spesso correva da isolato: solo. Al Tour del 1911 c’erano solo quattro squadre. Le ricadute a livello fisiologico sono molto rilevanti. Ecco alcuni parametri».

Le statistiche di alcuni ciclisti che hanno partecipato al Tour 1911. Il dimagrimento è importante. Sintomo di un organismo stressaro che subisce lo sforzo fisico.

«La perdita di peso è evidente. Il corridore all’epoca magari era più “in carne”, ma doveva anche affrontare tappe quasi sempre oltre i 300 km con frazioni anche oltre i 400 km. Tutto questo per dire che è giusto lasciare al ciclista un margine per gestirsi in autonomia magari in una corsa di un giorno o durante brevi corse a tappe. Quando la competizione tocca le tre settimane una pianificazione non solo è necessaria, ma è anche indispensabile».

A partire dagli anni ’80 la Scienza dello Sport ha iniziato a studiare in maniera costante il legame tra prestazione ed alimentazione al Tour. C’è uno studio che sancisce una punto di svolta: Saris et al. Study on food intake and energy expenditure during extreme sustained exercise: the Tour de France. Int J Sports Med. 10 Suppl 1:S26-31, 1989.

«Qui emerge in maniera evidente il consumo energetico molto alto – sottolinea Jeukendrup -. Per rendere l’idea ho tradotto le 9.000 Kcal della giornata più impegnativa in cheeseburger e ho suddiviso il fabbisogno energetico su una normale giornata» (foto sotto).

Prestazione e alimentazione al Tour
In rosso il dispendio energetico. In giallo l’assunzione di calorie: in perdita in concomitanza con le frazioni più impegnative.
Le 9.000 Kcal distribuite secondo la giornata di una persona-tipo.

«C’è un asterisco molto grande però in questa considerazione. La giornata di un ciclista al Tour non è scandita dai pasti: colazione, pranzo e cena. Di conseguenza diventa più difficile ingerire secondo uno schema classico la quantità di calorie necessaria per soddisfare il fabbisogno energetico. Si genera un importante squilibrio. Per capire meglio questa dimensione ho ri-tarato lo “schema cheeseburger” secondo le esigenze di un corridore che prende parte alla Grande Boucle ed ecco cosa emerge…».

Prestazione e alimentazione al Tour

Foto: © A.S.O. / Charly Lopez

Prestazione e alimentazione al Tour: l’evoluzione

«Oggi i mezzi a disposizione agevolano la possibilità di studiare una strategia alimentare personalizzata. Seguo i ciclisti professionisti dal 1999. È cambiato prima di tutto l’approccio verso gli alberghi. Prima la pasta era l’alimento cardine, quasi esclusivo, con grossi punti di domanda riguardo la qualità della materia prima, il grado di cottura, la bontà dei condimenti, etc. non sempre ottimali. Senza contare che per un corridore “sopravvivere” a 21 giorni di pasta non era impresa facile anche dal punto di vista mentale. Il problema è che non c’erano molte alternative».

In sei stagioni, dal 2017 al 2022, il modello nutrizionale della Jumbo-Visma si è evoluto e con esso le strutture. Un crescita tecnica e logistica dell’area nutrizione che non è azzardato definire esponenziale.

Prestazione e alimentazione al Tour

Nel 2017 è presente solo uno chef che lavorava part-time coadiuvato da una società di preparazione e confezionamento cibi che in occasione delle gare spedisce le razioni alimentari pronte per essere riscaldate direttamente in hotel al fine di limitare le contaminazioni.
Nel 2018 Jeukendrup in occasione del Giro d’Italia introduce il monitoraggio e la strategia alimentare personalizzata tramite l’utilizzo di fogli e calcoli Excel. Il tutto viene però applicato a due soli corridori. «Una modalità non scalabile e impossibile da riprodurre su un campione più ampio», precisa Jeukendrup.

Prestazione e alimentazione al Tour
Foto: teamjumbovisma.com

Nel 2019 la Jumbo decide d’investire e acquista una cucina mobile. Arriva anche la prima versione dell’app Foodcoach, studiata in collaborazione con Jumbo (catena di supermercati, ndr), che rimpiazza il lavoro su Excel.

Foodcoach identifica “solo” i parametri principali dello schema alimentare: fabbisogno energetico, cibi e bevande da assumere senza scendere nei dettagli.
Un valore importante in questo frangente è il numero delle risorse umane dedicate alla nutrizione (chef e nutrizionisti) che raddoppia e passa da tre a sei.
Nel 2020 la squadra acquista una nuova e più ampia cucina mobile con lo staff permanente che arriva a nove unità.

Prestazione e alimentazione al Tour
Foto: teamjumbovisma.com

A seguire, nel 2021, arriva la nuova versione dell’app Foodcoach che prevede piani alimentari personalizzati per ogni atleta impegnato in gara ed in allenamento con indicazioni riguardanti grammature e composizioni delle portate oltre all’orario di consumo.

Prestazione e alimentazione al Tour
Foto: teamjumbovisma.com

Da notare che l’app Foodcoach è scaricabile gratuitamente tramite App Store (iOS) e Google Play Store (Android). Disponibile però al momento solo in lingua olandese. L’intento di Foodcoach è quello di ottimizzare il piano alimentare di tutti gli sportivi tramite suggerimenti e tecniche elaborate da professionisti legati al team Jumbo-Visma, ma non solo. La piattaforma desidera diventare uno strumento dedicato a squadre d’alto livello ed istituzioni. Obiettivo: accompagnare non solo l’atleta, ma tutte le persone in un percorso d’educazione alimentare con un’attenzione particolare riservata a coloro che sono impegnati in percorsi di riabilitazione.

Le previsioni

C’è una parola fondamentale che in casa Jumbo-Visma consolida il legame tra prestazione e alimentazione al Tour de France: previsione.
«La strategia alimentare muove i suoi primi passi mesi prima della Grande Boucle quando vengono identificati i nomi dei possibili corridori che andranno a comporre la rosa – sottolinea Jeukendrup -. A questo punto inizia la raccolta dei dati che viene associata a ruoli e strategie di gara. Si tratta di un lavoro che coinvolge molte persone ad ogni livello. Per noi anche l’autista del bus gioca un ruolo determinante dal punto di vista nutrizionale visto che il pullman è come una seconda casa».

Foto: © A.S.O. / Charly Lopez

«È impossibile prevedere tutto a partire dal comportamento in corsa dei corridori per questo sulla base dei dati raccolti su Training Peaks a fine tappa e secondo la potenza espressa operiamo degli aggiustamenti in corso d’opera (foto sotto) che rilanciamo alla nostra cucina ed al corridore tramite app».
«Non chiediamo di seguire il programma al 100%: non lavoriamo con delle macchine. C’è una componente umana fatta di dialogo e confronto che va oltre i numeri. Di sicuro rispettare le linee guida e, dove possibile, tutti i suggerimenti alimentari porta ad evidenti benefici».

Foto: teamjumbovisma.com

Per maggiori informazioni: mysportscience.com

QUI tutte le pubblicazioni scientifiche curate dal dottor Asker Jeukendrup.

Foto in apertura: teamjumbovisma.com

Qui sotto un approfondimento dedicato ai gel: uno degli alimenti più consumati dai ciclisti.

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