Pieve di Soligo (Tv) è la città dei primati. Qui ogni anno a cavallo tra fine settembre ed inizio ottobre si cuoce lo spiedo di quaglie più grande del mondo. In questo suggestivo scenario Matej Mohorič (Slovenia) vince il Mondiale gravel 2023 in 4:53:56 dopo aver "cotto a fuoco lento" tutti i suoi avversari, a partire da Connor Swift (Gran Bretagna), terzo al traguardo, fino dall'ottimo Florian Vermeersch (Belgio), medaglia d'argento.
Qui sotto il podio.
Mohorič come un rullo compressore: più forte di tutti, più forte di una scivolata (con brivido) a 3 km dal traguardo, più forte di una Merida prototipo che è arrivata nelle sue mani solo martedì scorso. Un debutto in grande stile!
Franco Pellizzotti, DS del Team Bahrain Victorious, che ha assistito lo sloveno nella giornata di oggi, tira un sospiro di sollievo e non nasconde l'incredulità per quella che a tutti gli effetti sembra essere una nuova Merida Silex, come scritto in modo ben evidente sul tubo obliquo.
L'esemplare in dotazione a Mohorič è stato assemblato e spedito in Italia dal quartier generale europeo di Merida, in Germania.
Una bici da duri
Mohorič è alto 186 cm ed utilizza, su strada, una Merida Reacto tg. 56 cm.
La Merida prototipo utilizzata al Mondiale sembra a tutti gli effetti replicare questa quota anche perché l'attacco manubrio FSA NS Acr da 140 mm e la piega FSA K-Force compact da 400 mm corrispondono all'allestimento utilizzato abitualmente dallo sloveno sulla Merida Reacto (QUI il nostro test).
Non è un setting tipicamente gravel, ma qui parliamo di Professionisti e velocità fuori dall’ordinario.
I punti in comune con l'allestimento stradale sono anche altri…
Di seguito tutti i dettagli.
Telaio: Merida gravel racing (prototipo)
Attacco manubrio: FSA NS Acr in lega di alluminio 6061 T6, 140 mm
Manubrio: FSA K-Force da 400 mm, reach 69 mm, drop 115 mm
Nastro manubrio: Prologo Onetouch
Guarnitura: Shimano Dura-Ace FC-R9200, 50-34, senza misuratore di potenza
Pedivelle: 175 mm
Deragliatore: Shimano Dura-Ace FD-R9250
Cambio: Shimano Dura-Ace RD-R9250
Leve cambio: Shimano Dura-Ace ST-R9270
Cassetta: Shimano Dura-Ace CS-R9200-12, 11-34
Pedali: Shimano Dura-Ace PD-R9100
Ruote: Vision Metron 45 SL Disc
Gomme: Continental Terra Speed TR, 40 mm (anteriore e posteriore)
Pinze freno: Shimano Dura-Ace BR-R9270
Dischi: Shimano Dura-Ace RT-CL900, 160 mm (anteriore e posteriore)
Reggisella: FSA K-Force Light SB0
Sella: Scratch M5 PAS
Portaborraccia: Elite Leggero Carbon
Secondo quanto riferito dallo staff del Team Bahrain Victorious, Mohorič (72 kg) ha scelto una pressione pari a 2.9 bar per la ruota posteriore e di 2.7 bar per l'anteriore.
Mohorič vince il Mondiale gravel: come sarà la nuova Merida?
La competizione sembra essere nel DNA di questo nuovo modello del colosso taiwanese, che però non disdegna i punti di fissaggio.
Tre i fori per ognuno degli steli forcella a cui aggiungere la possibilità d'installare un terzo portaborraccia sotto il tubo obliquo in prossimità del movimento centrale filettato.
Senza dimenticare i consueti punti di fissaggio sulla parte superiore del tubo orizzontale in prossimità del tubo di sterzo.
Il morsetto reggisella è posto davanti al reggisella con il relativo nodo che presenta nuove linee ancora più squadrate che danno vita ai foderi verticali.
I foderi orizzontali, invece, sono piuttosto massicci: l'asimmetria è evidente.
I forcellini posteriori sono corposi e "pieni", con il carro che adotta un modulo continuo: non è quindi possibile installare un portapacchi.
Sulla bici di Mohorič non abbiamo rilevato la predisposizione per il montaggio di parafanghi.
I passaggi ruota piuttosto abbondanti sembrano rivelare una sezione massima consentita per lo pneumatico che probabilmente potrebbe essere di 45 mm.
Mohorič vince il Mondiale gravel: i retroscena
La bici subito dopo l'arrivo è stata "sequestrata" dalle mani di Pellizzotti ed è stata controllata da commissari UCI.
Il numero è stato montato in stile granfondo sul tubo di sterzo con un montaggio che mette da parte l'integrazione...
Un borsello con kit di riparazione è stato posizionato sotto la sella. Non possiamo farveli vedere, ma i due tappi manubrio nascondevano i vermicelli di un noto marchio inglese che non è fornitore ufficiale del Team Bahrain Victorious.
Sulla bici non era installata la classica bomboletta gonfia e ripara.
Insomma, a Pieve di Soligo (Tv) ai piedi delle Colline del Prosecco tra cotture a fuoco lento e prestazioni spumeggianti abbiamo conosciuto la nuova gravel racing firmata Merida.
Per maggiori informazioni: worldgravel.marcabianca.bike
QUI tutte le nostre news e gli approfondimenti sul Mondiale Gravel 2023.
Qui sotto le bici utilizzate da Valverde e Van Aert.
Le bici di Van Aert per il Mondiale gravel: gomme e rapporti
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.