Non chiamatelo “ex” perché la gamba è ancora bella scolpita. Secondo alcuni avversari che l’hanno visto in allenamento la condizione è quella dei giorni migliori al punto che Alejandro Valverde al Mondiale gravel potrebbe anche provare a partire già sulle prime salite in compagnia di un certo Wout Van Aert…

Saranno le Colline del Prosecco ad emettere il verdetto: uno scenario che rende bene l’idea dello spirito gravel. Complice la riassegnazione del Mondiale a quaranta giorni dal via, squadre e Federazioni Nazionali hanno dovuto arrangiarsi e correre ai ripari.
Valverde, ad esempio, non dorme nello stesso luogo in cui è custodita l’unica bicicletta a sua disposizione: il prototipo di quella che sarà la nuova Canyon Grail il cui lancio dovrebbe ormai essere imminente.
A dare una mano al “Bala” non c’è lo staff Movistar bensì i meccanici Canyon e lo staff di Sram.
Un contingente sceso dalla Germania per prestare assistenza a tutti gli atleti Elite equipaggiati con le bici del marchio tedesco. Niente bus, niente ammiraglie al seguito.
Per raggiungere la “Canyon House” nei dintorni di Collalto (Tv) abbiamo dovuto abbandonare la via principale e percorrere per un paio di chilometri una strada di campagna in mezzo al bosco fino ad un casolare semi ristrutturato circondato dalle vigne. La scelta è ricaduta su questa struttura per via della vicinanza all’arrivo senza trascurare l’ampio pergolato dove i due meccanici Canyon hanno sistemato il Servizio Corse.
Un angolo tecnico dove non manca nulla nonostante l’atmosfera agreste e scanzonata decisamente lontana dai canoni del World Tour.
Qui alcuni atleti arrivano alla spicciolata con mezzi propri o accompagnati da amici per farsi sistemare la bici.
L’Embatido e la sua nuova Canyon Grail
A differenza di quello che si potrebbe pensare, in Provincia di Treviso Valverde può contare solo su una bicicletta ufficiale oltre a due coppie di ruote. I materiali che vengono condivisi con Iván García Cortina altro atleta spagnolo in forza al Movistar Team.
Valverde conferma il telaio taglia S già utilizzato su strada, ma vi ricordiamo che le taglie Canyon “vestono tanto”.
Ad emergere è una Canyon Grail con telaio in fibra di carbonio con laminazione CFR (Canyon Factory Racing). Una caratteristica, quest’ultima, che sposta l’ago della bilancia verso il gravel racing.
La bici di Valverde non è dotata di manubrio a doppia barra (o double bar) a conferma del fatto che la vocazione endurance/avventura della prima generazione prodotto (QUI ulteriori dettagli) è stata messa in disparte.
Una scelta influenzata anche dal regolamento gravel UCI che impone l’utilizzo di un manubrio standard: integrato o tradizionale (attacco + piega).
Aumentano i punti di fissaggio sul telaio, sopra e sotto l’orizzontale e sotto il tubo obliquo, che però Valverde ha deciso di non sfruttare.
C’è un motivo…
Sul tubo obliquo, in prossimità del portaborraccia, c’è un’ampia piastra d’accesso ad un vano accessori (stesso concetto utilizzato per la nuova Endurace CFR, QUI i dettagli).
Sulla piastra è agganciata una mini pompa Topeak Micro Rocket Carbon Pump mentre all’interno del vano è presente un astuccio con tutto il necessario per rimediare ad una foratura e piccoli incidenti (foto sotto).
Il manubrio integrato non ci rivela solo le scelte tecniche di uno dei più grandi Campioni del ciclismo moderno. La novità si chiama Ergocockpit CP0047 e fa i paio con un passaggio cavi semi integrato.
Don Alejandro utilizza una configurazione da strada (attacco-piega 100-400 mm) dotata di un angolo d’apertura (flare) tipicamente gravel: 16°.
Da notare anche l’inclinazione verso il basso (downsweep) della barra.
Altra particolarità è l’utilizzo del forcellino UDH (Universal Derailleur Hanger) che prescrive laminazione e costruzione dedicata per il telaio.
Ne avevamo parlato QUI.
Nuovo anche il reggisella con sezione a D (D-Shape) con arretramento pari a 10 mm.
Da notare l’inclinazione piuttosto pronunciata della sella Fizik Antares 00, come al solito per Valverde scarrellata quasi completamente in avanti.
L’unica “divagazione” cicloturistica di questa bici prototipo è rappresentata dai fori sul retro della testa della forcella e sul lato inferiore dei foderi verticali che agevolano l’installazione dei parafanghi che non vengono utilizzati da Valverde.
Sulle Zipp 303 Firecrest Valverde ha montato coperture diverse: Pirelli Cinturato Gravel H al posteriore con sezione da 40 mm e Specialized Pathfinder Pro da 42 mm all’anteriore. Una scelta particolare, che ci ricorda soluzioni adottate in Mtb, con gomma posteriore più orientata alla scorrevolezza e gomma anteriore di sezione più larga per avere maggiore stabilità di guida.
Le pressioni sono un argomento spinoso e come avviene nel ciclocross si tratta di informazioni che non vengono divulgate.
Valverde al Mondiale gravel: tutte le specifiche della sua bici
Telaio: Canyon CFR taglia S
Manubrio: Canyon Ergocockpit CP0047, attacco da 100 mm, curva 400 mm, flare 16°, reach 69 mm, drop 115 mm
Guarnitura: Sram X-Sync 1x 48T con misuratore di potenza AXS Aero
Pedivelle: 172,5 mm
Cambio: Sram Red XPLR eTap AXS
Leve cambio: Sram Red eTap AXS HRD
Cassetta: Sram XPLR XG-1271, 11-44
Pedali: Look X-Track EN-Rage Plus Ti
Ruote: Zipp 303 Firecrest
Gomme: Pirelli Cinturato Gravel H, 700×40 mm (posteriore), Specialized Pathfinder Pro, 700×42 mm (anteriore)
Dischi: Sram Centerline XR Rounded, 160 mm (anteriore e posteriore)
Portaborraccia: Elite Cannibal XC
Sella: Fizik Antares 00
Nastro manubrio: Canyon
Per maggiori informazioni: worldgravel.marcabianca.bike
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