La Granfondo Strade Bianche è un evento speciale.
Una gara che lascia una traccia indelebile nel cuore di chi vi partecipa.
Quella traccia che le ruote segnano sugli sterrati delle crete senesi e a cui Sportful si è ispirata per disegnare la maglia ufficiale dell’edizione 2024.

Non è però solo il percorso a renderla unica. Questo resta sicuramente l’elemento saliente per gli atleti che puntano alla performance, che però rappresentano una parte esigua dei tantissimi partecipanti (quest’anno ben 7.000).

Per tutti gli altri la Granfondo Strade Bianche è “solo” il coronamento di un vero e proprio week end da sogno.

Quest’anno siamo tornati a viverla da dentro grazie all’ospitalità di Sportful insieme a tanti grandi nomi del mondo del ciclismo. Tra questi Peter Sagan, Daniel Oss, Paolo Bettini, Paolo Kessisoglu, Silvia Parietti e tanti collaboratori e testimonial del brand.
Se questo ci ha reso possibile goderne al meglio l’esperienza, è però vero che quello che Siena ha da offrire in occasione delle Strade Bianche è davvero alla portata di tutti.

granfondo strade bianche

I giorni che precedono il week end sono già animati per la presenza di tante persone, tra cui moltissimi stranieri, che pedalano sul percorso saggiando, magari per la prima volta, le condizioni degli sterrati. È questo il momento ideale per visitare la città e godersi il buon cibo e il buon vino che la regione ha da offrire. Magari in luoghi che sanno unire l’aspetto eno-gastronomico con la passione per il ciclismo.

Sulle strade dei professionisti

Una volta gustata l’accoglienza del senese si entra nel vivo del week end con la gara dei professionisti. Un appuntamento imperdibile, per cui vale la pena di sacrificare, se ne avete, le vostre abitudini pre-granfondo.
La partenza nel cuore della città rende possibile godersi lo spettacolo nelle condizioni migliori: vedere da vicino i corridori e vivere l’atmosfera di attesa e di fermento tra le squadre al via.

Ma, come abbiamo visto più che mai in questa edizione, è sul percorso che si raggiunge l’apice dell’entusiasmo, con i tantissimi tifosi che scelgono di raggiungere gli sterrati più duri per vedere da vicino il passaggio dei loro beniamini.
Per chi resta in città l’adrenalina è assicurata dal tratto finale con il gremito strappo di Santa Caterina a dare spettacolo permettendo di vedere da vicino le facce dei corridori.

Per chi assiste a tutto questo è impossibile non innamorarsi del ciclismo. E, per chi corre la sua gara domenica, l’attesa è già la ricompensa.

Il circuito finale quest’anno ha richiamato ancora più gente sugli sterrati di Colle Pinzuto e Le Tolfe. Foto facebook.com/stradebianche

Ecco dunque che ci si presenta al via di domenica mattina in un’atmosfera che sembra di percepire diversa da tutte le altre  corse.
Si respirano quasi po’ di timore e di reverenza pensando a breve di percorrere quelle stesse strade che i migliori del mondo hanno divorato il giorno prima.

Il sabato alimenta e nutre l’attesa di domenica che si scioglie al via nell’emozione di avere finalmente l’opportunità di mettersi alla prova.

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Onorare la corsa

Lo sforzo e la fatica richieste da questa granfondo sono notevoli. Le condizioni meteo sono ancora spesso incerte, come la preparazione. Siamo alla fine dell’inverno e per molti (me per prima) i chilometri nelle gambe sono pochi.

Sono arrivata a domenica con una grande stanchezza accumulata dai giorni precedenti. Sapevo già di non essere nelle condizioni ideali per correre e in qualunque altra gara questo mi avrebbe demotivato e forse tolto il gusto di partecipare.
Ma alla Granfondo Strade Bianche tutte queste cose finiscono per contare poco se solo si lascia che a fare il passo sia la grande bellezza da cui si è circondati.
Quando si mette il numero sulla schiena spesso ci lascia prendere la mano, ma non sempre è la cosa migliore. O comunque non per tutti…

Come invitata ho avuto la fortuna di poter partire dalla prima griglia e questo di sicuro mi ha evitato gli ingorghi in cui tanti sono incappati nelle retrovie. Purtroppo visto il tipo di percorso e il numero dei partecipanti si tratta di cose che possono capitare, e per cui non vale la pena innervosirsi.

Molto meglio godersi lo spettacolo che si ha davanti agli occhi, come ho deciso di fare quando dopo una partenza discreta ho avuto la conferma che le mie gambe erano vuote.

Lungo il percorso incrocio presto il campione statunitense Quin Simmons.
I suoi genitori erano il giorno prima a fare il tifo per lui sulla strada e oggi è lui a pedalare accanto alla madre, mentre il padre li precede per arrivare a chiudere la gara in ottima posizione.

Sono in tantissimi a salutarlo, entusiasti di vederlo fra noi comuni mortali, e dopo una gara spezzagambe come quella di ieri ancora qui per amore della famiglia.
«Sei un grande!» «Forza Quinn!» «Ciao Quinn!»

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Il piacere della guida

Ogni volta che entro in un settore di sterrato mi si stampa un sorriso in faccia e la mia velocità aumenta. Non basta pedalare forte, bisogna guidare, avere occhio, fare attenzione all’aderenza, evitare le insidie.
C’è qualcosa in più del solito pedalare, che mette alla prova il connubio con la nostra bici e il nostro feeling con lei.

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Non vado forte sugli sterrati per fare classifica, ma semplicemente perché è divertente.
Ed è divertente perché conserva il sapore di qualcosa di fanciullesco e di un po’ incosciente.
Una salita sdrucciolevole da togliere il fiato con la bici da corsa, una discesa in picchiata piena di buche… Sono cose che non si fanno! E invece alla Granfondo Strade Bianche si può fare. Ed è divertimento puro.

Se poi si ha l’equipaggiamento giusto il divertimento aumenta ancora di più.
Negli ultimi anni allo start si vedono parecchie bici gravel.
Un po’ perché anche chi non ha la bici da corsa si sente benvenuto in questo evento.
Un po’ perché in tanti hanno capito che per un amatore senza particolari velleità una bici comoda e sicura è la scelta più giusta per godersi il percorso.

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Personalmente, però, ritengo che con le soluzioni che è possibile adottare oggi (tubeless, canale largo, freni a disco), la bici da corsa sia ancora preferibile per affrontare la Granfondo Strade Bianche, anche se la prestazione non è la nostra priorità.

L’ultima volta che sono stata qui, nel 2019, avevo una bici rim brake, ruote in alluminio con canale stretto, pneumatici da 25. Correre quest’anno con una bici aggiornata è stata una sensazione completamente diversa. La confidenza di guida, la sicurezza e la comodità non sono paragonabili. A tutto vantaggio del divertimento…

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Il mio equipaggiamento per la Granfondo Strade Bianche

Quest’anno ho utilizzato la mia Trek Emonda SL6 con ruote 9th Wave Avalon 454 con canale interno da 24. Le ho abbinate a pneumatici Schwalbe Pro One TLE da 28mm nella versione Evo, seguendo i consigli di Schwalbe che vi avevamo anticipato QUI.
Per le pressioni di gonfiaggio ho rispettato le indicazioni fornite dal produttore, adattate a peso e condizioni del fondo: 3,6 bar all’anteriore e 4,1 bar al posteriore.

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Fino a poche settimane fa non avevo mai usato un canale interno da 24 mm su strada e devo dire che sono rimasta incredibilmente sorpresa da comfort e scorrevolezza. Pur penalizzando un po’ la precisione di guida, i cerchi con canale largo di cui vi abbiamo ampiamente parlato QUI, hanno più vantaggi che limiti e risultano ideali soprattutto su un percorso di questo genere.
Tanto per capirci, Tadej Pogacar per dominare la Strade Bianche 2024 ha usato cerchi con canale interno da 25 mm, cosa che fra l’altro fa tutto l’anno.

Personalmente ho fatto la Medio Fondo, ma in particolare nel percorso lungo questa gara si fa sentire molto a livello fisico.
Arrivare in fondo senza dolori e più brillanti significa anche riuscire a pedalare meglio in modo costante, e quindi migliorare nel complesso la prestazione.

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Per quanto riguarda gli pneumatici, si sono rivelati una scelta vincente sia per la robustezza che mi ha tenuta al riparo dalle forature, sia per la tenuta. Forse sarebbe andata ancora meglio con la sezione da 30 mm che ci aveva consigliato Schwalbe, ma abbiamo voluti rispettare il limite massimo di passaggio ruota fornito da Trek per la Emonda.

L’allestimento in una corsa del genere è sicuramente più importante che in altre granfondo.
Sebbene non servano infatti accorgimenti tecnici particolari, scegliere ruote e coperture che consentano di guidare senza pensieri rende l’esperienza più sicura ma anche più piacevole.
Sempre seguendo il consiglio di godervi questa giornata come la ciliegina sulla torta di un week end che ha davvero tanto di più da offrire della sola “gara”. 

A tal proposito, qui sotto trovate le scelte tecniche di Tadej Pogacar per affrontare gli sterrati della Strade Bianche:

La Colnago V4Rs di Pogačar per la Strade Bianche 2024: pressioni basse, pedivelle cortissime