Lo aspettavamo e lui non ha deluso le attese.
Anche questa volta Pogačar non solo ha vinto, ma ha entusiasmato il pubblico con una prova da fuoriclasse.

Su una salita dura e dal valore così fortemente simbolico, lo spettacolo che ha saputo offrire probabilmente conta più dei numeri, ma i dati ci aiutano sempre a rendere l’idea della dimensione di queste imprese.

Pogačar sul Carpegna
Foto Credit Gian Mattia D’Alberto – LaPresse




I dati di potenza di Pogačar sul Carpegna

Tadej scarica costantemente le sue attività su Strava, ma non condivide i dati di potenza. Tuttavia possiamo stimarli con relativa precisione, conoscendo i parametri della salita e “sfruttando” i valori di altri corridori.
Ricordando, però, che si tratta pur sempre di una stima.

Come segmento di analisi abbiamo preso quello che parte dalla curva all’interno del paese di Carpegna e si conclude in vetta, in corrispondenza della gigantografia di Pantani, ovvero quello che più si avvicina all’altimetria ufficiale fornita dalla Tirreno-Adriatico.
Il tempo di Pogačar è stato di 19:23, un secondo in meno di quello che avevamo cronometrato in diretta tramite le immagini TV.

Pogačar sul Carpegna

Per risalire ai dati di potenza abbiamo preso come riferimento Warren Barguil (61 kg), che è salito a 6 watt/kg, impiegando 21:38 (tempo registrato nel primo passaggio), dunque ben 2:15 in più.
Pogačar ha un peso dichiarato di 66 kg e per ottenere un tempo simile possiamo stimare abbia espresso circa 6,5 watt/kg, vale a dire circa 430 watt per quasi 20’.
Valori confermati anche dalle infografiche di Velon.cc, che dichiara 470 watt nei 2:34 della fase più intensa dell’attacco.

Pogačar sul Carpegna

Si tratta di una prestazione in linea con le sue migliori performance fatte registrare nelle tappe di montagna del Tour. Ma quello che sorprende è la sua regolarità, cioè la sua capacità di pedalare costantemente su questi livelli, non solo in occasione del grande appuntamento come il Tour.
Non dimentichiamo, infatti, che siamo a metà marzo, che la giornata era molto fredda (anche se lui con il freddo si trova bene) e che a inizio febbraio ha avuto il Covid, pur se con sintomi lievi.
Insomma, probabilmente può andare ancora più forte di così.

Il tempo di Pogačar sul Carpegna rappresenta il nuovo record in gara.
Molti hanno tirato in ballo i tempi di Pantani, che pare in allenamento abbia fatto registrare un riscontro cronometrico molto più basso, ma si tratta di tempi non ufficiali e non in gara, dunque non ci sembra corretto fare confronti.

Foto Credit Fabio Ferrari – LaPresse

VAM e velocità

Per concludere la nostra analisi, come di consueto, diamo un’occhiata anche ai dati di VAM e velocità media di scalata, meno significativi ma ugualmente interessanti (chi l’ha percorsa, come il sottoscritto, potrà così fare anche un impietoso confronto ?).

Pogačar sui 6 km con pendenza media del 9,7% è salito a 18,6 km/h, con una VAM di 1.804 m/h.
Se analizziamo solo il tratto più duro della salita, cioè quello che va dal primo al 22° tornante (11,9% di media), la VAM sale a 1.984,8 m/h. Nell’ottenere un valore così alto è stato “facilitato” dalla pendenza elevata e dalla lunghezza non eccessiva della scalata, ma sfiorare i 2.000 m/h su salite di oltre 15′ è sempre tanta roba.
E a dimostrarlo ci sono i distacchi inflitti a rivali di tutto rispetto.

Andiamo oltre i numeri

Come vi abbiamo già detto, i numeri sono oggettivi e dunque sono importanti per raccontare le gesta dei corridori e confrontarle nel tempo.
Nel caso della vittoria di ieri, però, forse è il caso di andare oltre.
E’ opportuno sottolineare la grandezza dell’impresa e le emozioni che ha saputo dare al pubblico.

Foto credit Sprint Cycling

L’impressione è che non volesse solo vincere, ma che proprio sulla salita del Pirata volesse entusiasmare la gente come solo Pantani ha saputo fare negli ultimi decenni.
Un’impresa non si può pianificare a tavolino, ma lui di certo ce l’aveva in testa, chissà, magari già dall’inizio della Tirreno.
Lo si capisce da come era stato attento nel preparare la bici con l’allestimento più leggero possibile e da come aveva fatto lavorare la squadra durante la tappa.

E’ questo modo di correre che proietta il campione verso la dimensione del mito.
Per ora è ancora presto, ma al momento non possiamo fare altro che applaudire…

Foto d’apertura: Fabio Ferrari – LaPresse

Qui sotto, per fare un raffronto, trovate la prestazione di Pogačar nel 2021 a Prati di Tivo, salita più lunga e meno dura:

Pogačar a Prati di Tivo segna il nuovo record: i dati della scalata