Pogačar è il più forte di sempre dai tempi di Merckx?
E’ una domanda che in questi giorni è circolata spesso e, onestamente, ce la siamo posta anche noi.

Come se non bastasse, al termine della Tirreno-Adriatico 2022, sono arrivate le dichiarazioni di Patrick Lefevre, boss della Quick Step, che quando parla non le manda mai a dire: “il nuovo Eddy Merckx è Pogačar, non Evenepoel”.

Foto facebook.com/UAETEAMEMIRATES

Fare confronti tra corridori di epoche diverse è sempre difficile, per tanti motivi: negli anni sono cambiati modo di correre, metodologie di allenamento e integrazione, materiali a disposizione.
Per questo motivo non ha senso fare paragoni in termini di prestazioni assolute o di numero di vittorie, ma è possibile fare alcune riflessioni sul fuoriclasse sloveno e sulla sua superiorità rispetto ai rivali.
E, soprattuto, sul fatto che apparentemente non ha punti deboli.

Prima di iniziare, ricordiamo che nel 2022 Tadej ha già ottenuto 7 successi (comprese le classifiche generali di Tirreno-Adriatico e UAE Tour) in 15 giorni di corsa. 

Foto credit Fabio Ferrari – LaPresse

È forte su ogni terreno

Quello che più impressiona di Pogačar è la sua straordinaria completezza, ovvero la capacità di andare fortissimo su ogni terreno.
Dote rara in generale, ma ancora più in un corridore di 23 anni e nel ciclismo iperspecializzato dei giorni nostri.
Negli ultimi 30 anni facciamo fatica a ricordare un corridore così completo.

Pantani, per fare un esempio, era inarrivabile in salita, ma prendeva minuti a cronometro.
Indurain e Froome, per non citare Armstrong, sono stati grandi campioni da corse a tappe, ma raramente li abbiamo visti cimentarsi con successo nelle classiche.

Ad oggi Pogačar in salita ha pochi rivali. Forse possono tenergli testa Bernal e Roglic, quando sono al top della condizione.
E’ inattaccabile sia sulle salite lunghe che su quelle brevi. E’ dotato della variazione di ritmo dei grandi scalatori, ma allo stesso tempo sa stroncare gli avversari anche sul passo.

Foto facebook.com/letour A.S.O. Charly Lopez

Non abbiamo dati di potenza ufficiali, ma è stato stimato che sui 20’ è in grado di esprimere un rapporto peso/potenza ben superiore ai 6,5 watt/kg e, soprattutto, sa farlo in condizioni di resistenza alla fatica, come ad esempio al termine di una lunga tappa di montagna.
Per intenderci, sul Carpegna è stato uno dei pochi a salire sensibilmente più forte nel secondo passaggio rispetto al primo.

A cronometro non è al livello degli specialisti puri, ma non è poi così distante (basti guardare la prima tappa della Tirreno, corsa a soli due giorni di distanza dallo sforzo della Strade Bianche). Nella terza settimana di un grande giro, quando la fatica si accumula, diventa uno dei più forti in assoluto.

Foto credit Fabio Ferrari – LaPresse

E, per concludere, è dotato di grande esplosività, caratteristica che lo rende adatto alle Classiche di un giorno. Non diciamo che sarebbe in grado di vincere una volata di gruppo ma, se ricordate bene, alle Olimpiadi di Tokyo allo sprint ha dato filo da torcere ad un certo Van Aert.

Per quello che ha mostrato fino ad ora, non c’è classica che non possa vincere.
Se un giorno deciderà di rischiare, potrebbe provare a conquistare pure la Roubaix, grazie anche a capacità di conduzione della bici fuori dal comune.

È intelligente e furbo

Pogačar non ha solo qualità fisiche fuori dal comune, ma è anche dotato di grande intelligenza e capacità di leggere la corsa. Caratteristiche che, messe insieme, lo rendono quasi imbattibile.

In questi anni non lo abbiamo mai visto innervosirsi o perdere la testa.
Sa scegliere il momento giusto, sa quando è necessario aspettare e quando occorre muoversi in anticipo.
Ha la genialità del ragazzino, ma la maturità del veterano.
Sa stravincere, ma allo stesso tempo sa farsi volere bene, e pure questa è una dote.

Foto credit Fabio Ferrari – LaPresse

Il primo Tour conquistato ai danni di Roglic è stato, nell’arco delle tre settimane, un capolavoro di gestione tattica: praticamente da solo ha messo nel sacco una fortissima Jumbo-Visma.
L’ultimo esempio è arrivato alle Strade Bianche, quando ha sorpreso tutti con un attacco in discesa e poi ha saputo gestire lo sforzo con grande lucidità.

Infine, cosa non da poco, pare non soffrire per nulla la pressione. Essere sempre il favorito non lo disturba, non lo rende ansioso, ma semmai lo esalta.
Certo, quando sei il più forte tutto riesce facile, ma la storia ci ha insegnato che non sempre doti fisiche e mentali viaggiano di pari passo.

Qui sopra il video dell’attacco alla Strade Bianche, sintesi perfetta delle sue doti di guida e della sua capacità di leggere la corsa.

Ha doti di guida sopraffine 

E con questo punto concludiamo l’identikit del perfetto ciclista moderno.
Non solo è forte e intelligente, ma non riesci a metterlo in difficoltà nemmeno in discesa, perché è sveglio e la bici la sa guidare alla grande.
Gli ultimi due esempi ce li ha dati alla Strade Bianche, quando ha guadagnato metri decisivi nella discesa sterrata di Monte Sante Marie, e alla Tirreno-Adriatico, dove lungo la complessa discesa del Carpegna non ha avuto difficoltà a tenere testa agli avversari, nonostante il freno tradizionale.

Insomma, Pogačar è il più forte di sempre dai tempi di Merckx?
Servirà qualche anno per una risposta definitiva, ma visti i presupposti…

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Se siete appassionati di dati, qui sotto trovate qualche informazione sulla scalata di Pogačar al Carpegna:

Pogačar sul Carpegna: watt, velocità, VAM e…