Copertoncino vs tubolare.
Un eterno dilemma che nel mondo professionistico si è quasi sempre risolto a favore del tubolare, specie quando il terreno della sfida è il pavé delle Classiche del Nord.

Copertoncino vs tubolare
Foto Credit @cauldphoto

O almeno così è stato fino alla vittoria di Asgreen al Fiandre della scorsa settimana, ottenuta su una Specialized S-Works Tarmac SL7 equipaggiata con copertoncino e camera d’aria.

Di questo aspetto avevamo già parlato subito dopo la corsa analizzando i dettagli della bici del vincitore, che trovate qui sotto:

La Specialized Tarmac di Asgreen: nei dettagli della bici che ha vinto il Fiandre




Ora, però, Specialized ci ha fornito anche alcuni dati legati alla resistenza al rotolamento, che riteniamo interessante condividere, fermo restando che si tratta di test interni al brand americano e che la diatriba tra copertoncino e tubolare (senza dimenticare il tubeless) è ben lungi dall’essere superata definitivamente.

Ogni corridore continua ad avere le sue preferenze, a volte legate al feeling di guida e all’abitudine, ma le stesse aziende produttrici non sono completamente concordi tra loro. 

Foto Credit @Billy_lebelge

Solo pochi giorni prima del Fiandre, ad esempio, Pirelli ci aveva rivelato che i team World Tour partner del marchio italiano per le Classiche del Nord si erano divisi tra tubolare e tubeless, mentre il copertoncino per loro è rimasta una soluzione usata solo in allenamento.
Van Avermaet, ad esempio, dopo i test sul pavé ha deciso di correre con il tubeless.

In casa Specialized, invece, si crede fortemente nelle potenzialità dei copertoncini di ultima generazione: “Il successo con i copertoncini ottenuto dalla Deceuninck – Quick-Step, utilizzati durante l’intera stagione delle classiche, è frutto di un progetto iniziato 2 anni fa dedicato allo sviluppo del mix ruota/pneumatico di cui ci fidiamo maggiormente, per la dinamica di guida e la velocità – ha dichiarato Oli Kiesel, ingegnere di sviluppo e produzione di pneumatici e camere d’aria – Il team DQT è stato un partner forte, fiducioso e disponibile a test completi nelle condizioni stradali più impegnative del mondo.
“Specialized ci tiene anche a sottolineare che nessun corridore del team belga ha subito forature nel corso del Fiandre“.

Foto Credit @Billy_lebelge

Ricordiamo che la Deceuninck-Quick Step ha affrontato il Fiandre con copertoncini Specialized Turbo Cotton Hell of the North con carcassa da 320 TPI (specifici per pavé e fondi sconnessi) in sezione da 28”.
Scelta, quest’ultima, condivisa da quasi tutto il gruppo, a prescindere dal marchio di gomme utilizzato.

Il Giro delle Fiandre si è concluso a quasi 42 di media e, secondo i dati forniti da Specialized, a questa velocità la riduzione dovuta alla resistenza al rotolamento è di 10 watt rispetto al tubolare più competitivo utilizzato dal team per questa gara.
Nel finale, dove la velocità è ancora più alta, il guadagno dovrebbe essere ancora superiore, poiché il vantaggio aumenta in modo lineare rispetto alla velocità.

Ricordando che sono dati interni forniti da Specialized, ma prendendoli per buoni, si tratta di un vantaggio notevole, soprattutto nell’ottica di una gara di più di 6 ore.

Per entrare ancora più nel dettaglio, ricordiamo che Van der Poel ha concluso la gara con 270 watt medi, piazzandosi al secondo posto. Asgreen ha un peso molto simile a quello dell’olandese e, al netto delle dinamiche di gara, possiamo ipotizzare anche per lui un wattaggio simile.
Tenendo a mente questo dato, un risparmio di 10 watt corrisponde a poco meno del 4%.

Un valore non di poco conto, considerando che parliamo di un copertoncino e che nel ciclismo professionistico moderno a fare la differenza sono sempre più i marginal gain…

Per chi è interessato ai miglioramenti possibili tramite riduzione degli attriti, segnaliamo l’articolo qui sotto: 

Attriti e scorrevolezza della bici. Come andare più forte e faticare meno