Care amiche, cari amici ciclisti. Questo titolo è una provocazione, ma fino ad un certo punto. Proprio questo fine settimana le parti si sono invertite in un originale gioco del destino.

L’automobilista ero io e quando sono risalito in macchina ed ho rimesso in moto ho ripensato a tutto: ai fatti di cronaca, al dibattito pubblico, agli approfondimenti sulla sicurezza, alle parole spese dai politici e dai personaggi pubblici.

E sono arrivato ad una conclusione: ciclista pretendi il rispetto… prima però impara a portarlo!

Ciclista pretendi il rispetto

Perno passante

Tutta colpa della distrazione.
Ore 12:00 esco dal negozio Mountain and Bike di Mori (Tn) dopo aver impiegato solo mezz’ora per tallonare un tubeless su una ruota strada piuttosto ostica (rimanete sintonizzati).

Una situazione che ha creato un siparietto mica male. Nikolas, il meccanico, pompava aria con il compressore, io spingevo i talloni della gomma sulla spalla del cerchio per scongiurare la perdita d’aria. Movimento e contromovimento d’ordinaria virtù…

La scusa del tubeless malandrino si è rivelata propizia per un tagliando alla e-bike che ritiro e carico in macchina con una sudata degna del chilometro da fermo su pista.
Roba breve, ma intensa.

Metto in moto verso casa. All’uscita della rotonda che introduce al centro abitato accelero. In questo istante sento un rumore sordo con bici e ruote che si assestano tra bagagliaio e sedili posteriori reclinati.

C’è un suono anomalo.
Così in una frazione di secondo capisco di essermi dimenticato brugola e perno sopra il tettuccio. Guardo lo specchietto retrovisore, intravedo in lontananza una sagoma sulla strada: è lui, il mio perno passante.

Non ci sono macchine e freno in maniera importante fermandomi un paio di metri dopo l’ingresso di un parcheggio che si affaccia su quella che sembra essere un percorso ciclopedonale.
Faccio una veloce marcia indietro per togliere la macchina dalla strada.

Smonto guardo sopra, recupero la brugola, apro il bagagliaio, frugo tra le varie cose con la speranza remota di trovare il mio perno, ma niente. Quello sulla strada è lui non la molla di un semiasse…

Tutta colpa sua…

Chiudo il bagagliaio ed in questo istante sento una voce che mi apostrofa: «Che genio!». Davanti a me una signora ciclista su bici da strada evidentemente interdetta per via dell’ostacolo rappresentato dalla mia macchina.

Lei passa comunque in maniera agevole e del tutto in sicurezza dietro la mia auto così come succede di solito quando una macchina si deve immettere nel flusso veicolare.

Ciclista pretendi il rispetto
Foto: Zerosbatti

Dentro di me penso: “No aspetta fammi capire, è uno scherzo o è la realtà?”. Le uniche parole che mi vengono fuori dalla bocca e che fanno il paio con due occhi sgranati manco le migliori battaglie Van Aert-Van der Poel sono: «Signora vuole vedere cos’ho in auto? Sono ciclista anch’io, stavo cercando velocemente una cosa». Non potevo mica confessare la mia leggerezza ?.
Lei risponde: «Ah sì? non so mica se lei è ciclista».

Lascio perdere anche se affranto, non ne vale la pena.
E poi io devo recuperare il mio perno passante se no sto a piedi!

Redenzione. Allora sì caro ciclista pretendi il rispetto…

Cara signora… Sì, sono ciclista anch’io: sono stato protagonista (indiretto per fortuna) di due risse automobilista-ciclista.

Cara signora sono ciclista al punto che un sabato di mezza estate pedalavo con i miei compagni di squadra in relax, in coppia, dentro ad un centro abitato (Povegliano, provincia di Treviso, foto sotto) quando una Fiat Panda ci supera a tutta velocità.

Ciclista pretendi il rispetto

La strada che attraversa l’abitato di Povegliano (Tv).

A sorpasso avvenuto il conducente accosta e tira fuori dal baule un bastone di legno ed in preda al delirio comincia a menar rendellate in mezzo alla strada manco fosse il gioco della pentolaccia (foto sotto).

Noi ci siamo salvati passando due a destra e tre a sinistra e grazie al cielo la strada era del tutto libera.

La pentolaccia. Foto: ideamamma.it

Cara signora… Anche io una volta ero come lei: piccante, diretto, smaliziato al punto da inseguire e mettere di traverso la bici davanti a chi suonava per poi superare con telefono all’orecchio.

Poi complici gli anni che passano, le esperienze vissute, la consapevolezza del fatto che le cose che contano davvero sono altre e che la vita è una ruota che gira ho invertito la tendenza.

Ciclista pretendi il rispetto
Foto: telegraph.co.uk

Vuole sapere come?
Iniziando a chiedere scusa per primo quando in bici non rispetto una regola. In seconda battuta ho capito che non serve a nulla rispondere ad un insulto (di ogni genere e grado) ed in terzo luogo mi sono reso conto che sulla strada ci possono essere mille e una vicissitudini ed altrettanti motivi per cui un utente ha necessità di fermarsi.

Insomma ho imparato ad essere un po’ più elastico e flessibile, a mordermi la lingua. In fin dei conti come sarebbe andata a macchina accesa nel rispetto della precedenza?

Cara signora oltre a condividere la strada spero che anche lei sia sullo stesso cammino di ciclistica redenzione. In fondo non c’è legge, metro e mezzo in fase di sorpasso, campagna mediatica migliore di una sana conversione.

Ciclista pretendi il rispetto

Ci può credere o no così come può credere o no in Dio. La lascio con una citazione biblica di vita sportiva (ebbene sì): “tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non succeda che, dopo aver predicato agli altri, io stesso venga squalificato” (I Corinzi 9, 27).
Il buon San Paolo non la tocca piano ed è piuttosto radicale, ma in fondo è uno che di redenzione (e di stile) se ne intende.

E poi senza scomodare troppo i santi: transitava sul marciapiede.
Buone pedalate!

Qui tutte le nostre storie di strada.

Qui sotto un’altra buona pratica da non dimenticare…

Caro ciclista, se sei un ciclista rispondi al saluto… ?