La Milano-Saremo 2021 si è conclusa con un epilogo a sorpresa, che ha visto Jasper Stuyven azzeccare l’attacco perfetto e beffare i favoritissimi della vigilia.
Attenzione, però, perché il fatto che il belga della Trek-Segafredo non fosse annoverato tra i favoriti, non deve trarre in inganno.
Si tratta di un corridore con la C maiuscola, con un feeling particolare con le Classiche del Nord.
Nel 2009 ha conquistato la maglia iridata da Juniores.
Passato professionista nel 2014, ha vinto la Kuurne-Bruxeless-Kurne nel 2016 e la Omloop Het Nieuwsblad nel 2020.
Nel 2017 si è piazzata quarto alla Parigi-Roubaix.
Insomma, non è uno sconosciuto…
Chiarito questo aspetto, passiamo ad analizzare i dati di Cipressa, Poggio e chilometri finali, che ci forniscono qualche informazioni in più su com’è andata la corsa e, come vedremo, aiutano a spiegare perché i favoriti della vigilia non sono riusciti a fare la differenza.
VELOCITA’ ELEVATISSIMA
Il primo dato da prendere in considerazione è la velocità media della corsa: Stuyven ha conquistato la Milano-Sanremo 2021 alla media di 45,064 km/h, la terza più veloce della storia dopo quello di Bugno del 1990 (45,806 km/h) e di Pozzato nel 2006 (45,268 km/h).
A rendere la gara così veloce ha contribuito il forte vento a favore, che ha inciso non poco sull’esito finale.
Ancora più impressionante è il dato relativo agli ultimi 100 km, quelli in cui di solito si decide la Classicissima.
Analizzando il profilo Strava di Van der Poel, si può notare che sono stati percorsi a 49,1 km/h di media (foto sotto).
Sempre facendo riferimento a Strava, la gara di ieri ha fatto segnare il miglior tempo in assoluto dall’attacco della Cipressa all’arrivo: 35:19”, alla media di 45,9 km/h (foto in basso).
Negli ultimi anni, solo nel 2017 si era andati così forte.
Di seguito analizzeremo anche i dati di Cipressa e Poggio, ma la grande velocità tenuta, soprattutto nel finale, aiuta a leggere meglio la gara.
Nessuno è riuscito a piazzare l’attacco decisivo perché a quella velocità è quasi impossibile evadere dal gruppo, non solo per un corridore singolo, ma anche per un gruppetto.
A questo va aggiunto che il vento a favore ha permesso a tanti di risparmiare più energie del solito, presentandosi ai piedi della Cipressa ancora relativamente freschi (tutt’altra storia rispetto al finale della Strade Bianche, che seppure più breve ha un percorso dove stare a ruota conta fino ad un certo punto).
Interessanti anche i dati pubblicati da Velon.cc relativi ai 2,5 km finali di Jasper Stuyven.
Il belga li ha volati a 55 km/h di media (la Tv a nostro avviso non ha reso bene l’idea di quanto sia andato forte), esprimendo un wattaggio medio di 515 watt, con un picco di 1.545 watt, probabilmente in occasione dello sprint finale in cui si è sbarazzato di Kragh Andersen, che gli era tornato sotto proprio dopo lo striscione dell’ultimo chilometro.
Ecco, il rientro di Kragh Andersen ha rappresentato il colpo di fortuna che serve per vincere a Sanremo, dove spesso non bastano solo grandi gambe.
Stuyven ha avuto la freddezza di mettersi a ruota del danese del Team DSM e rifiatare quel tanto che gli è bastato per resistere al rientro del gruppetto inseguitore.
Senza Kragh Andersen, quasi sicuramente, Stuyven sarebbe stato ripreso, ma quando è la tua giornata succede anche questo.
LA CIPRESSA
La Cipressa è stata fatta forte, ma non fortissimo.
E soprattutto, grazie al lavoro della Jumbo-Visma, è stata affrontata con un’andatura regolare, senza scatti, a tutto vantaggio dei velocisti e di chi ha saputo “limare” bene.
Il tempo di scalata ufficiale è stato di 10:02”, alla media di 34,09 km/h, comunque il più veloce degli ultimi 4 anni. Nel 2017, invece, il gruppo scollinò in 9:50”.
Il record di 9:19” fatto segnare nel 1996 da Colombo e Gontchenkov è lontanissimo, ma quello era un altro ciclismo…
Per dare qualche dato di potenza, Van der Poel è salito a 430 watt medi, Ganna a 470, ovviamente entrambi con lo stesso rapporto peso/potenza di 5,8 w/Kg.
IL POGGIO
Il Poggio, rispetto alla Cipressa, è stato affrontato a velocità elevatissima, in particolare grazie alla trenata iniziale di Filippo Ganna e poi di Dylan Van Baarle.
Il cronometraggio ufficiale riporta 5:50”, a soli 4” dal record fatto segnare nel 1995 da Fondriest e Jalabert.
Negli ultimi 20 anni solo nel 2019 (vittoria finale di Alaphilippe) si era andati così forte.
Osservando il segmento su Strava, si può notare che Van der Poel ci ha impiegato addirittura qualche secondo in meno, perché l’olandese ha attacco la salita piuttosto indietro e nel primo chilometro è stato costretto a risalire posizioni.
Col senno di poi una leggerezza che potrebbe essergli costata la corsa…
Dalla Tv è sembrato che Van der Poel fosse meno devastante rispetto alla Strade Bianche, ma i numeri dicono il contrario, visto che ha percorso i 5:50” del Poggio a 490 watt medi, con un wattaggio di 6,6 w/kg sui 5’.
Il tutto dopo 300 km di gara.
Nella volata finale, infine, ha fatto segnare un picco di 1.434 watt, rispetto ai 1.362 dell’attacco finale alla Strade Bianche.
Insomma, non è che Van der Poel sia andato di meno, ma semplicemente alla Sanremo è più difficile fare la differenza, specie se corsa alla velocità di quest’anno.
Per concludere l’analisi, sfruttiamo la classifica Strava del Poggio per porre l’attenzione su un altro aspetto interessante e spesso sottovalutato, ovvero sul concetto di potenza assoluta e di rapporto peso/potenza.
Molto di frequente, infatti, parliamo di wattaggi assoluti, ma senza dare la giusta importanza al peso dei corridori.
I valori fatti segnare da Pidcock sul Poggio ci aiutano in questa analisi (foto qui sopra).
Il giovane inglese ha scollinato insieme a Van der Poel, ma ha avuto bisogno di ben 113 watt in meno dell’olandese, in virtù dei suoi 57 kg, contro i circa 74,5 di Van der Poel.
Per entrambi, ovviamente, il wattaggio pro kg è stato di circa 6,6 kg, visto che hanno impiegato lo stesso tempo.
Ma su questo concetto, magari, torneremo in modo più approfondito in un altro articolo.
Qui sotto, invece, trovate i dati di Van Aert alla Sanremo 2020:
Quanti watt servono per vincere la Sanremo? La gara di Van Aert ai raggi X
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Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.