Quanto è grande l’importanza del riposo nel ciclismo e, più in generale, nello sport?

Il sonno, come la preparazione e la nutrizione, ha un impatto enorme sulla prestazione sportiva.
La scienza del riposo negli ultimi anni si è evoluta a tal punto che, anche in ambito sportivo, si è riposta sempre più attenzione alla qualità (più che alla quantità) del riposo degli atleti.

Il Team Trek-Segafredo, ad esempio, ha attivato una collaborazione con l’azienda Italiana Dorelan, che ha sviluppato, insieme agli atleti della squadra maschile e femminile, il primo materasso che migliora la performance e il recupero degli sportivi.
Inoltre, ha messo in campo una serie di “buone pratiche” del riposo, in grado di garantire quei marginal gain che possono essere decisivi, specie durante una corsa a tappe.

A tal proposito, vi suggeriamo di dare un’occhiata alla ricerca scientifica realizzata proprio da Dorelan relativa all’impatto delle componenti legate al sonno sulle performance sportiva.
La trovate QUI.

Per capire quanto è importante il riposo per un ciclista di alto livello (ma anche per la qualità della vita di un amatore, che oltre ad allenarsi lavora e fa i conti con gli impegni familiari) abbiamo intervistato Vincenzo Nibali, Elisa Longo Borghini ed il loro General manager Luca Guercilena.




La prima cosa che abbiamo chiesto, in considerazione del calendario internazionale, è come si comporta un atleta di alto livello per far fronte a trasferte, fuso orario e climi diversi.

Per minimizzare l’impatto negativo che potrebbe essere causato da questi fattori, Vincenzo ci ha spiegato che al netto dell’emergenza Covid19, aveva previsto una sola trasferta intercontinentale, quella per le Olimpiadi di Tokyo.
Altrimenti, nel caso di viaggi in località con fusi orari diversi, il segreto sta nella programmazione e calendarizzazione, in modo da avere i giusti tempi di adattamento e recupero.

Vincenzo Nibali (con la figlia Emma ?) prepara le valigie in vista del Giro d’Italia. Foto facebook.com/vincenzonibali

E a proposito di viaggi e spostamenti, Vincenzo adotta un approccio che può essere d’ispirazione anche a molti amatori e granfondisti:
“Bisogna evitare di fare viaggi troppo stressanti dal punto di vista fisico – ci ha detto – Nei primi anni di professionismo, senti di poter spaccare il mondo e faresti di tutto e neanche ti rendi conto che a volte, se non rendi come vorresti, la colpa può essere del viaggio.
E’ un’attitudine che si impara con il tempo e con l’esperienza. Impari a conoscerti e a capire come gestirti”.

Elisa, invece, considera la capacità di adattarsi a trasferte, fuso orario e climi diversi parte integrante dell’essere atleta. Insomma, un atleta di vertice fa la differenza anche grazie alla capacità di adattarsi e gestire lo stress meglio di altri.

“La prestazione “inizia” con il viaggio – ci ha spiegato – avere il giusto approccio mentale allo spostamento pre competizione fa la differenza perché ti permette di non spendere energie inutilmente, di non caricarsi di stress o fastidi che possono tornare utili nei momenti cruciali della corsa”.

importanza del riposo nel ciclismo
Elisa Longo Borghini

Luca Guercilena è entrato più nello specifico e ci ha parlato di come il team gestisce le trasferte dal punto di vista del riposo.
In occasione di corse a tappe, come lo scorso Giro d’Italia, la squadra ha usufruito del servizio di cambio materasso fornito da Dorelan, che consente agli atleti di dormire sempre sullo stesso materasso.
Chi viaggia spesso sa che è un vantaggio non da poco…

“A questo proposito – ha rivelato Guercilena – vi racconto un aneddotodurante il Giro d’Italia 2019, un albergo non ha consentito il cambio dei materassi ad insaputa degli atleti. Ebbene, al mattino successivo molti corridori si sono lamentati di aver dormito male”.

Luca Guercilena

In occasione di corse di un giorno o viaggi intercontinentali, dove il cambio di materasso è logisticamente impossibile, Dorelan ha fornito agli atleti del team un top portatile facile da trasportare, che viene poggiato sopra il materasso dell’albergo ed è utile per riproporre una sensazione simile a quella domestica, mantenendo comunque uno standard qualitativo del riposo buono.

Parlando di viaggi, e di quanto questi incidono sulla prestazione in gara, sia Nibali che la Longo Borghini ci hanno rivelato che il viaggio è sicuramente elemento di stress, non solo fisico ma anche mentale.
Vero è però che si tratta di una componente obbligata per ciclisti di alto livello e che oltre alla programmazione da parte del team, è indispensabile sviluppare una certa attitudine per far si che incida il meno possibile in gara.

RIPOSO E QUALITA’ DEL SONNO? E’ UN MARGINAL GAIN O QUALCOSA IN PIU’?
A volte, specie a livello amatoriale, ci soffermiamo troppo sulla pratica degli allenamenti e spendiamo ore e ore sulla bici, trascurando la fase del riposo.

Vincenzo ed Elisa ci hanno spiegato che il riposo e il recupero, soprattutto se di qualità, non sono più considerati marginali per il raggiungimento di una prestazione, ma ne sono parte integrante.
Insomma, senza un adeguato riposo alla fine di un allenamento o di una tappa di un grande giro, non ci può essere la prestazione.
Nibali, in particolare, ci ha svelato che alla fine di una tappa preferisce andare in albergo in bus piuttosto che in macchina in quanto anche se più lento gli consente di riposare meglio. 

 

“Se fai i conti di quanto può valere un’ora di sonno in più al giorno in un grande Giro questo rende bene l’idea – ha continuato Vincenzo – Quando sono in ritiro, limito al minimo le attività extra bici. Le distrazioni devono essere poche.
“Anche se può apparire noioso, è sufficiente rimanere sul letto e rilassarsi, magari guardando un film o ascoltando musiche. Le giornate sono divise tra allenamento e riposo, che può essere anche sonno. In un grande Giro questa attenzione ha ancor più valore.
Io, ad esempio, cerco di sfruttare ogni momento per chiudere gli occhi e riposare, oppure dormire”.

La qualità del sonno è strettamente legata anche all’intensità, ma soprattutto al momento della giornata in cui viene svolta l’attività fisica.
Uno sforzo intenso effettuato nel pomeriggio, infatti, potrebbe influire negativamente sul riposo.
Un problema che si presenta spesso per i Pro’ durante le corse a tappe, ma che riguarda anche molti amatori, che hanno tempo per allenarsi solo dopo il lavoro, nel tardo pomeriggio.

“Il ritmo del sonno che gli atleti hanno durante la preparazione è totalmente diverso rispetto a quello di una corsa a tappe”, ha spiegato Guercilena.
Di norma escono in bici alle 9.00 circa e vanno a dormire tra le 22:00 e le 23:00.
In occasione dell’ultimo Tour, in cui le tappe terminavano alle 17:30 circa, gli atleti non riuscivano a coricarsi prima della mezzanotte tra rientro in hotel, cena e massaggi.
In questi casi è stato molto importante riuscire a farli dormire fino alla tarda mattinata curando la qualità del loro riposo.
Inoltre per gli atleti che hanno più difficoltà nel dormire è stato adottato un protocollo di adattamento agli orari delle gare anche in fase di preparazione”.

importanza del riposo nel ciclismo

Non fa parte sicuramente di questo tipo di atleti Vincenzo Nibali, che ci ha confessato di non avere nessuna difficoltà nel dormire appena ce ne sia l’occasione. 

“In tanti anni di professionismo in giro per il mondo – ci ha detto – ho dormito su qualsiasi tipo di superficie. E’ chiaro che non tutte sono uguali, ma in certi casi ci si deve adattare”.
“Il mio ideale sono le classiche otto ore. Quello, per me, è il riposo ottimale”.


“Se proprio devo indicare un “segreto”, è quello di concentrarsi sul riposo, riuscire a staccare la mente dalla prestazione, dal risultato, da tutto ciò che ti circonda, e sforzarsi di dormire e risposare. Quando capisci quanto può essere utile, diventa un meccanismo quasi automatico”.

Photo by Tim de Waele/Getty Images

Pur avendo un buon rapporto con il sonno, Elisa non ha negato che nell’arco della stagione attraversa fasi in cui riesce a dormire tranquillamente e fasi in cui, pensieri anche non strettamente legati alla pratica sportiva, possono disturbare il riposo.

Anche lei si attesta sulle 8 ore per definire una notte dormita serenamente: “Sento una notevole differenza tra una notte con solo sei ore di sonno ad una di otto – chi ha spiegato –  Il mio fisico risponde molto meglio all’allenamento successivo e accumulo molto meno stress mentale”.

IL MATERASSO PUO’ ESSERE CONSIDERATO UN VERO STRUMENTO TECNICO?
Per questa domanda ci limitiamo a riportare le risposte dei due atleti in forza al Team Trek Segafredo, in quanto niente meglio delle loro parole riescono a chiarirci le idee:

Vincenzo Nibali: “Il materasso è qualcosa che va scelto con attenzione e sì, è giusto considerarlo uno strumento tecnico, specialmente per uno sportivo che deve per forza di cose includere il riposo come parte del proprio lavoro”.

importanza del riposo nel ciclismo

Elisa Longo Borghini: “Il materasso può fare una vera e propria differenza nella qualità del riposo. Nel ciclismo di oggi, per tutto quando detto fino ad ora, vita nomade e continue trasferte, è diventato uno strumento tecnico. Un buon materasso è l’essenziale per il buon riposo dell’atleta”.

Concludiamo questo articolo sull’importanza del riposo nel ciclismo con una considerazione:
per gli atleti di vertice un buon riposo è diventato parte integrante della performance sportiva.
A nostro avviso, a livello amatoriale, troppi sportivi sottovalutano l’importanza del sonno e di un buon riposo.
Ormai tutti abbiamo vite frenetiche e stressanti e forse non ci rendiamo conto che 8 ore su 24 le dovremmo dedicare al riposo, il migliore possibile. 

Per maggiori informazioni:
racing.trekbikes.com/trek-segafredo
dorelanreactive.com
dorelanreactive.com/blog/dormire-bene-e-il-miglior-allenamento