La tappa Canazei-Sega di Ala si annunciava come una delle più difficili di questo Giro d’Italia e non ha deluso le attese.
Vuoi perché veniva dopo il giorno di riposo, vuoi perché le caratteristiche della salita si prestavano a fare selezione, sul traguardo è stata una delle frazioni che ha fatto registrare i distacchi più importanti tra gli uomini di classifica.
Ed è anche la prima tappa in cui lo strapotere di Bernal ha mostrato una piccola crepa.
Attenzione, però, perché i dati della salita di Sega di Ala ci mostrano che il colombiano ha avuto una crisi, ma ha pedalato comunque molto forte. Non a caso il distacco da Yates è rimasto sotto il minuto.
Come abbiamo già fatto per le tappe più importanti di questo giro, analizziamo i dati della salita finale, ma prima partiamo dal profilo altimetrico. Qui sotto, invece, gli highlights della tappa:
IL PROFILO DELLA SALITA
La salita di Sega di Ala ha una pendenza media simile a quella del Passo Giau, dove Bernal aveva volato, scendendo per la prima volta sotto i 33 minuti (32:45”, per la precisione).
Rispetto al Giau, però, è lunga 1,3 km in più ed è meno regolare.
Il Passo Giau, infatti, ad eccezione delle prime rampe, ha sempre una pendenza costante attorno al 9%, con una media finale del 9,3%.
Sega di Ala, invece, ha una pendenza media del 9,8%, che però è in parte falsata da gli ultimi due chilometri piuttosto facili, al 5,3%. Ciò significa che per i primi 9 km i corridori hanno pedalato sempre oltre il 10%.
Insomma, una salita ideale per fare selezione, anche perché subito prima era stato scalato il Passo San Valentino a ritmo decisamente sostenuto (15 km al 7,6% in 45 minuti, con una VAM di 1.550 m/h).
I DATI
Per analizzare i dati della salita di Sega di Ala, come abbiamo già fatto altre volte, partiamo dall’attività Strava di Damiano Caruso, dove troviamo anche i valori di potenza.
Damiano sta facendo un Giro straordinario e sta mostrando una continuità di rendimento incredibile.
Analizzando i dati di potenza, infatti, possiamo notare che ha realizzato prestazioni quasi identiche sulle tre salite più dure percorse fino ad ora, ovvero Zoncolan, Giau e Sega di Ala.
Caruso ha scalato la salita di Sega di Ala in 38:48”, con una VAM di 1.700 m/h e una potenza media di 392 watt, a 5,9 watt/kg.
Sullo Zoncolan, dove forse ha avuto la miglior giornata in assoluto, era riuscito a tenere 6 watt/kg per 40’, ma la tappa aveva un profilo altimetrico leggermente meno impegnativo e, come normale, le fatiche dei giorni di corsa cominciano ad accumularsi nelle gambe.
Il tutto, dopo aver percorso quasi 5 ore di gara a 308 watt di potenza normalizzata e le ultime due ore (dall’attacco del Passo San Valentino a 332 watt medi).
Bernal, nonostante la crisi nei chilometri finali, è giunto all’arrivo con Caruso, quindi non si può dire che sia andato piano.
Sicuramente è andato meno rispetto a quanto eravamo abituati a vedere, poiché nelle salite simili aveva pedalato sempre oltre i 6 watt/kg e i 1.700 di VAM.
Nel complesso, anche grazie al sostegno del compagno Daniel Martinez, ha limitato i danni, ma il volto stravolto che ha mostrato al traguardo non è di buon auspicio...
Molto più forte rispetto ai giorni precedenti, invece, sono andati Yates e Almeida, con quest’ultimo che ha approfittato dell’ultimo tratto meno impegnativo per guadagnare qualche secondo sull’inglese.
Almeida è giunto all’arrivo con 1’10” di vantaggio su Bernal e 1:07” su Caruso, il che significa che ha scalato la salita di Sega di Ala con una VAM di 1.750 m/h, ovvero la stessa di Bernal sullo Zoncolan.
Secondo i dati di Velon, il portoghese (dopo aver percorso la salita a tutta) nell'ultimo chilometro è riuscito a esprimere 460 watt medi, a 7,38 w/kg.
Per i meno avvezzi a questi dati, facciamo notare anche la velocità media, che forse risulta il dato più semplice per comprendere la straordinarietà di queste prestazioni: 18 km/h su una salita di 11 km al 9,8% di media.
Se Almeida non avesse avuto una prima settimana difficile (e fosse partito con i gradi di capitano), forse avrebbe ancora potuto giocarsi il podio…
Da non dimenticare, infine, la grande prestazione di Dan Martin, che ha percorso buona parte della tappa in fuga e che sulla salita finale ha impiegato un tempo molto simile a quello di Bernal e Caruso.
Se vi interessa fare un confronto diretto, qui sotto trovate i dati di Bernal sullo Zoncolan:
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Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.