In molti degli articoli pubblicati su BiciDaStrada.it trovate consigli e trucchi su come migliorare le nostre prestazioni in bici e ottimizzare gli allenamenti.

L’obiettivo di queste righe, invece, è quello di fornire alcuni suggerimenti (presentati in modo scherzoso, ma da prendere assolutamente sul serio) per diventare un ciclista migliore, ma non solo in termini di performance.

diventare un ciclista migliore

Cosa intendiamo esattamente per diventare un ciclista migliore?
Un ciclista più consapevole, più responsabile, più simpatico e, in fondo, anche più capace di godersi al 100% le emozioni positive che il nostro splendido sport sa offrire.
Un modo per far sì che la categoria dei ciclisti sia apprezzata e sempre più ben vista anche al di fuori della nostra comunità (cosa che oggi, diciamo la verità, non sempre accade).

Intendiamoci, non vogliamo fare una supercazzola a nessuno, ma semplicemente stimolare alcune riflessioni e comportamenti, che, ne siamo sicuri, sono già abitudine per la maggior parte di noi.
Ma si sa, qualche piccolo difetto lo abbiamo tutti (noi per primi) e si può sempre migliorare…




1- Prima di uscire in bici mettetevi una sola cosa in testa
Sono belli, leggerissimi e aerati, ma ancora ci capita di incontrare per strada tanti ciclisti che si ostinano a non indossare il casco.
Non c’è giustificazione, nemmeno economica, visto che oggi se ne possono acquistare di ottima qualità con poche decine di euro.
Il casco salva la vita, punto!

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2- Abbiamo maglie con le tasche, usiamole!
Il ciclismo è uno sport green e sempre più Granfondo stanno allestendo EcoZone per evitare di inquinare l’ambiente con gel e incarti vari.
Eppure, non solo durante le gare, tanti ciclisti continuano a buttare cartacce per strada (per non parlare di chi butta le borracce…).
A cosa serve? Di certo non ad andare più forte.
Rimettiamole in tasca, portiamole a casa e diamo il buon esempio.
Basta poco.

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3- La legge è uguale per tutti
Ci lamentiamo spesso (giustamente) della distrazione e del poco rispetto degli automobilisti, ma noi rispettiamo sempre il codice della strada?
Fermiamoci ai semafori rossi, non usiamo il cellulare durante la marcia, rispettiamo gli stop.
In questo modo renderemo le nostre uscite più sicure (e avremo più diritto di lamentarci nei confronti degli automobilisti indisciplinati).

4- Non facciamo i pecoroni…
Punto strettamente legato a quello precedente.
A tutti piace pedalare in gruppo e scambiare quattro chiacchiere, ma non sempre si può.
Quando le condizioni del traffico non lo consentono è necessario mettersi in fila indiana e non intralciare gli altri utenti della strada.
Un’operazione “simpatia” che ci renderà più amati (o almeno meno odiati ?) da tutti.

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5- Non vinceremo mai il Giro D’Italia (purtroppo…), ergo…
Alleniamoci con criterio, ma senza prendersi troppo sul serio.
Il ciclismo non ci dà da mangiare e il lunedì dobbiamo tutti andare al lavoro, perciò non lasciamoci rovinare la giornata se la gamba non gira come volevamo o se il risultato della gara è sotto le aspettative.
Capita anche ai professionisti e se ne fanno una ragione, anzi forse se la prendono meno di noi amatori.

La bici deve essere una valvola di sfogo, non una fonte di stress.
Le cose davvero importanti sono altre.

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6- Niente aiutini…
La stiamo mettendo un po’ sul ridere, ma questa è una cosa serissima.
Inutile nascondere che anche a livello amatoriale esiste il problema del doping.
Ma per cosa? Qual è la soddisfazione di aver superato gli avversari barando…?
Diamo il meglio di noi stessi, cerchiamo di superare i nostri limiti, ma sempre in maniera lecita.
Sarà questa la nostra più grande conquista.
Emarginiamo chi non si comporta secondo le regole.

7- Porsi obiettivi grandi (ma non troppo…)
Avere degli obiettivi da raggiungere è un grande stimolo, nello sport, come nella vita.
L’importante è che questi obiettivi siano realistici e commisurati alle nostre possibilità (fisiche e di tempo a disposizione per allenarsi).
In caso contrario il rischio è che questi possano generare solo frustrazione per l’impossibilità di raggiungerli.

O peggio, per la voglia di raggiungerli ad ogni costo, anche senza la giusta preparazione, di mettere a repentaglio la nostra salute.
Se dopo l’arrivo di una Granfondo fate fatica a ritrovare la macchina o la strada dell’hotel, siete andati un po’ troppo oltre.
Esagerati? Vi assicuriamo che di scene simili ne abbiamo viste spesso…

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8- Le nostre epiche imprese ciclistiche non per tutti sono “epiche”
E’ difficile descrivere a chi non va in bici la goduria che si prova nel conquistare una grande salita o nel concludere una Granfondo nel tempo che ci eravamo prefissati (o semplicemente nel concluderla ?).

Non stressiamo amici e familiari raccontando continuamente le nostre imprese.
Se vediamo che non sono particolarmente interessati, lasciamo perdere, altrimenti diventiamo pesanti.
Abbiamo già gli amici ciclisti (e gli amici sui social) con cui discuterne e vantarsi…

9- Non tutte le innovazioni vengono per nuocere…
Il freno a disco è solo l’ultimo degli esempi, ma in passato è successo con molte altre novità tecniche (pedali a sgancio rapido, telai in carbonio, aumento del numero dei rapporti, ecc…).

E’ vero, le aziende rinnovano per vendere.
Ma lo fanno anche per rendere l’esperienza dell’utente finale più divertente e appagante.
Se così non fosse useremmo ancora le bici da 10 kg e con 7 rapporti di 30 anni fa.
Il ciclismo, da sempre, è piuttosto restio al cambiamento.
Apriamo la mente, analizziamo con razionalità e poi, se una cosa non ci piace, non la compriamo.
Ma senza criticare a prescindere.
E, ovviamente, questo non vale solo per il ciclismo…

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10- Non è tutto un grande complotto ??
Non pensate che le aziende e i negozianti siano sempre pronti a fregarci.
E’ vero, le bici costano tanto, ma ci sono anche modelli con ottimo rapporto qualità/prezzo.
Marketing e pubblicità hanno un costo, ma dietro un prodotto finito ci sono tante altre cose: ricerca, sviluppo, costi di produzione, garanzie, ecc…

E poi ci sono i negozianti, che fanno il difficile lavoro di tramite tra aziende e cliente finale.
La maggior parte sono seri e onesti: se ci consigliano qualcosa o ci cambiano un componente lo fanno perché c’era bisogno, non perché vogliono arricchirsi sulla nostra pelle.
Ce ne sono di più o meno bravi e competenti? Certo.
Spetta a noi scegliere a chi affidarci e riconoscere il valore a chi lo merita.

11- Un saluto, cosa vi costa?
Ok, se state facendo una ripetuta in salita siete giustificati, ma se un ciclista sconosciuto vi saluta, fate un cenno con la testa, un fischio, un ciao, fategli capire che è uno di noi.
Vi sentirete meglio anche voi.

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