Scatta Van Aert: gruppo in frantumi. Gli ultimi 10,7 km sul filo dei 60 km/h
Giovanni Bettini
Scatta Van Aert: gruppo in frantumi. Gli ultimi 10,7 km sul filo dei 60 km/h
Giovanni Bettini
È proprio vero che sono i corridori a fare la corsa. E quando scatta Van Aert lo spettacolo è assicurato.
L'attacco premeditato della Jumbo-Visma andato in scena ieri al Tour de France in occasione della 4° tappa, Dunkerque-Calais di 171,5 km, ha fatto letteralmente saltare il banco sullo strappo di Cap Blanc (900 metri al 7,5%). Un'azione di squadra, da manuale del ciclismo, finalizzata da un Campione che in questo 2022 su 26 giornate di gara ha collezionato sei vittorie.
Il belga, inoltre, per ben otto volte è arrivato secondo ed in quattro occasioni è salito sul terzo gradino del podio. Numeri ai quali aggiungere l'8° posto alla Milano-Sanremo ed il piazzamento in occasione della 2° tappa del Giro del Delfinato (6°). Totale: 14 volte nei primi dieci.
Fenomeno! Un po' Freddy Maertens (otto vittorie di tappa al Tour 1976), un po' Roger De Vlaeminck. Cannibale (o quasi) come Merckx.
Scatta Van Aert. Finale sul filo dei 60 km/h
Van Aert non ha pubblicato i dati relativi alla potenza. Stesso discorso per i sui diretti rivali, Adam Yates (INEOS-Grenadiers) ed il compagno di squadra Jonas Vingegaard. Abbiamo giocato un po' con i numeri e la Formula di Ambrosini.
Ipotizzando un peso di 78 kg per l'atleta e di 8,2 kg per la bici il tutto incrociato con metri di dislivello e tempo di percorrenza il risultato stimato è notevole e non tiene conto di variabili determinanti come il vento. Van Aert è salito ad oltre 600 watt medi!.
Come spesso avviene in occasione delle Classiche del Nord, la vera differenza non si costruisce in salita, ma sulla capacità di dare continuità all'azione dopo uno sforzo submassimale. Ed è proprio sul breve tratto di falsopiano e lungo la discesa che Van Aert ha saputo incrementare la sua azione facendo girare le gambe ad oltre 110 rpm spingendo il rapporto massimo.
Al di là dei watt ci è bastata la velocità media degli ultimi 10,7 km per capire l'entità del gesto tecnico: 57,5 km/h. Una cadenza media pari a 110 rpm, massima di 116 rpm.
Significa avere una base aerobica solida in grado di supportare frequenze cardiovascolari medio-alte ed una notevole capacità di lavorare alla soglia (merito anche del ciclocross) che fanno del belga un fuoriclasse.
Senza dimenticare che siamo al Tour e non in una corsa di un giorno. Senza dimenticare che Van Aert è "atterrato" a Calais dopo tre secondi posti consecutivi. Senza contare gli sprint per punti della Maglia Verde (sempre più sua).
È proprio il caso di dirlo: quando scatta Van Aert il gruppo trema. Ed oggi c'è il pavé...
Foto in apertura: © A.S.O. / Pauline Ballet
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.