Omar Di Felice ce l’ha fatta!
L’impresa di attraversare in bicicletta d’inverno il versante nepalese dell’Himalaya e di raggiungere il campo base dell’Everest è stata compiuta.



Proprio ieri l’ultracyclist romano, che abbiamo imparato a conoscere per le sue avventure “estreme”, ha raggiunto da solo i 5364 m del campo base, dopo 19 giorni, 1294 chilometri e 34586 metri di dislivello.
Lui, la sua bicicletta e la montagna più alta del mondo come orizzonte.

E in più, una dedica speciale alla sua compagna di vita, che da 13 anni condivide e sostiene i suoi sogni e le sue “folli” idee: «Hai ispirato il mio cammino, accompagnandomi ogni giorno silenziosamente. Tu forse non lo sai, ma tutto ciò che mi ha permesso di realizzare ogni singolo sogno, e di tornare a casa sano e salvo, è stato quel filo rosso invisibile che hai avuto il potere di stendere. […] se ora sono qui, lo devo anche e soprattutto a te e a come hai saputo assecondare i miei sogni senza mai limitare la mia voglia di salire in alto.»

Ma ripercorriamo insieme questa ultima, durissima settimana, che ha condotto Omar a realizzare l’importante obiettivo.

Se ricordate, l’avevamo lasciato a circa 400 km dal traguardo.
Nei giorni scorsi Omar si è dovuto misurare con il freddo intenso, la neve, lunghi tratti con la bici in spalla, fino ad arrivare a Lukla, da cui solitamente partono le spedizioni di alpinisti che vogliono arrivare in vetta all’Everest.

Da lì, sempre bici in spalla, Di Felice ha intrapreso la lunga scalata verso il campo base dell’Everest, attraversando il Sagarmatha National Park innevato, e percorrendo veri e propri sentieri di alta montagna, senza (o quasi) tratti pedalabili.

Omar Di Felice

Qui Omar spiega perché ha comunque deciso di portare con sé la bicicletta fino in cima:

E così, senza possibilità di docce calde o di riposare al caldo, un passo dopo l’altro, una spinta dopo l’altra, una salita dopo l’altra, Omar ha compiuto l’impresa da Guinness dei Primati e si è potuto finalmente inchinare di fronte a “sua maestà” l’Everest.

Ora ci sono solo gioia, emozione ed orgoglio.

Dopo essere ridisceso a Gorak Shep (5190 m) dove ha trascorso l’ultima notte, Omar si è imbarcato oggi su un elicottero che lo ha riportato a Kathmandu.
A breve farà rientro in Italia con un volo covid-tested previo tampone di verifica per il Covid19.

Di Felice fa sapere che sono già in corso tutte le verifiche da parte dell’ente internazionale RHR – Record Holders Republic e il check al sistema di tracciamento ENDU LIVE basato su device Garmin inReach che certificherà lo svolgimento della sfida e il tempo ufficiale definitivo nonché il passaggio sul passo transitabile più alto al mondo in stagione invernale.

Per ripercorrere la traversata himalayana di Omar Di Felice, potete consultare la sua pagina Facebook, il suo profilo Endu, o i suoi account Komoot o Garmin.

Qui sotto vi riproponiamo l’intervista realizzata prima della partenza per il Nepal, nella quale Omar Di Felice spiega come nascono le sue sfide, come vengono preparate e quali sono le sue scelte tecniche:

Omar Di Felice a 360°: l’Himalaya, l’ultracycling e oltre…