Un marchio dove le biciclette sono sinonimo di passione da ben quattro generazioni: dal 1946 per la precisione.
La storia di Lapierre è racchiusa in uno speciale cofanetto che accompagna ed impreziosisce la serie speciale 75° anniversario che include la Xelius SL 75th ed i modelli dedicati al fuoristrada XRM 75th ed Overvolt AM 75th.
Tutti gli acquirenti di una bici 75th riceveranno un QR code univoco che permetterà di sbloccare la spedizione del cofanetto contenente il libro “Lapierre – Una storia di passione” (Lapierre - A story of passion, il titolo originale) che ripercorre la storia del marchio francese attraverso racconti ed aneddoti dei dipendenti e di coloro che hanno fatto la storia del brand di Digione.
Ogni fase d'apertura e scoperta di questo box celebrativo è accompagnata da una frase.
Oltre al libro, vero e proprio pezzo da collezione, il cofanetto è impreziosito da un occhiale Julbo Fury in edizione limitata Lapierre x Julbo dotato di lenti fotocromatiche Reactiv e da una cartolina autografata da Thierry Cornec, CEO di Lapierre.
Di seguito vi proponiamo alcuni passaggi tratti dal libro Lapierre - A story of passion.
27mila gradini ed una visione
«Non si tratta di essere solo parte di un marchio da portare a spasso, ma di essere parte attiva di un processo - precisa Manuel Villela, production manager di Lapierre, in azienda dal 1982 -. È questo modo d'intendere le cose che cambia la prospettiva su quello che fai. Tutto funzionerà meglio».
Un suggerimento che Vilella rivolge ad un giovane apprendista del reparto officina della fabbrica sita in rue Edmond Voisenet a Digione che dal 1972 ospita il quartier generale.
Sono le persone come Manuel ad aver reso grande Lapierre. Quarant'anni di carriera, un profilo che potrebbe camminare in Azienda ad occhi chiusi.
«Ho messo piede in Lapierre all'età di 17 anni - prosegue Villela -. Mi occupavo di fare i fori sugli steli delle forcelle. A seguire sono passato in verniciatura poi all'assemblaggio ruote e non solo... Quando conosci ogni fase del processo produttivo ti rendi conto che dietro ad una bicicletta c'è il lavoro di 14 persone che devono essere una squadra. L'altro giorno ho fatto 27mila gradini e percorso oltre 17 chilometri. Tra un reparto e l'altro. C'è sempre qualcosa da controllare, ispezionare, riparare...».
Manuel racconta il primo "cambio di passo" dell'azienda avvenuto nel 1980 quando il marchio fondato da Gaston Lapierre toglie dal proprio logo la G trasformando di fatto il nome in Lapierre. Una firma più semplice ed immediata che apre di fatto la scalata al successo mondiale del Marchio.
«Nonostante il cambiamento quella G è rimasta sulla facciata dell'azienda per oltre 15 anni a testimoniare una storia. L'azienda, allora, era guidata da Jacky, figlio di Gaston. Sono stato io assieme ad altri collaboratori a togliere quell'insegna, oramai a fine vita».
Nel 1988 le prime collaborazioni con le squadre pro'.
Nel 1993 Accell Group, realtà industriale dei Paesi Bassi, acquisisce il 33% delle azioni dell'azienda.
A fine 1995 Jacky lascia il timone nelle mani del figlio Gilles che guida un altro cambio di passo fondamentale per Lapierre nelle vesti di amministratore delegato: la cessione della proprietà ad Accell Group che tutt'ora ha in mano le redini del marchio transalpino.
Un capitolo che porta nuova linfa e nuove motivazioni.
Un esempio? Il 2001 sancisce l'inizio del rapporto di collaborazione con l'attuale team Groupama-FDJ: molto di più di un semplice legame di natura tecnica.
Monsieur Lapierre
C'è una figura a cui ancora oggi i dipendenti danno del Lei in segno di rispetto e riconoscenza anche se, come racconta Valérie Mêlé dell'ufficio contabilità, «quando ci chiamava nel suo ufficio c'era da preoccuparsi».
Il profilo è quello di Jacky Lapierre, figlio di Gaston. La sua storia è particolare e dimostra che la vita è fatta prima di tutto di coraggio.
«All'inizio degli anni '50 mio padre si ammala di cancro. La malattia si diffonde rapidamente. Io ho 19 anni. La notizia mi colpisce profondamente e mi fa sorgere dentro tante domande. Se mio padre può morire da un momento all'altro cosa può succedere a tutto quello che ha creato? Ne parlo con mia madre ed il resto della famiglia e così decido di mettere tutto me stesso in quest'attività».
«Sentivo la pressione - continua Jacky - non potevo fallire. In punto di morte mio padre mi dice "conto su di te". Il 14 gennaio del 1961 se ne va a soli 54 anni ed io oltre ai 15 dipendenti sono chiamato a sostenere anche mia madre e mia sorella».
I fornitori sono preoccupati. Michelin arriva addirittura a chiedere informazioni alla banca per capire se tutto è in ordine ricevendo le dovute rassicurazioni che numeri alla mano non tardano ad arrivare.
Nel 1961 Jacky è solo il figlio di Gaston. Si fa da parte nel 1995 dopo 35 anni. Nessuno ricorda di aver mai sentito il nome Jacky risuonare nei corridoi. Lo chiamano "Monsieur" ancora oggi...
La storia di Lapierre: da Gilles a Stéphane, la quarta generazione
Nel gennaio del 1996 Gilles Lapierre, figlio di Jacky, diventa amministratore delegato. Un predestinato, un leader a cui è possibile dare del "tu" che bazzica in Azienda da quando aveva quindici anni. Una mente aperta, al passo con i tempi, sempre in movimento.
«Gilles corre sempre, in tutti i sensi - racconta Nicolas Vouilloz, dieci volte Campione del Mondo MTB downhill ed ora uno dei profili che si occupa dello sviluppo prodotto -. Anche quando andiamo insieme a fare quattro passi tocca sempre inseguire, è una caratteristica di famiglia».
Gilles conosce le lingue ed è sempre alla ricerca di nuovi spunti e nuove idee. Il suo motto è "metti il naso là fuori e cogli quante più informazioni possibili, non importa dove esse siano, l'importante è non rimanere indietro".
A metà degli anni '80, prima ancora di ricevere l'eredità dal padre, capisce che qualcosa nel mercato della bicicletta sta cambiando. Prende un aereo e va in Asia per conoscere da vicino le nuove frontiere della produzione e i nuovi materiali.
Grazie a questa filosofia Lapierre si affaccia sul palcoscenico internazionale.
Dal 2018 Gilles è responsabile ricerca e sviluppo dei marchi Ghost, Haibike, Winora e Lapierre naturalmente. Tutti marchi che fanno capo ad Accell Group.
In Azienda rimane Stéphane, figlio di Gilles, product manager. La quarta generazione. E la storia continua...
Per maggiori informazioni: lapierrebikes.com/it
Qui tutte le news, i test e gli approfondimenti riguardanti Lapierre.
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.