E’ lunedì, ho riposato abbastanza bene nel mio letto.
Sono davanti alla mia solita tavola imbandita per la colazione, ma questa non è una mattina come le altre, è la mattina successiva all’Umbria Trail (il mio primo trail…), che non è stata proprio una passeggiata.

Sono stanco, indolenzito e con un pò di cerchio alla testa, ma sono anche felice e appagato perché ho appena vissuto un’avventura vera e propria, di quelle che ci si porta dietro e che vorresti raccontare, e allora ci provo….

primo Trail unsupported
Foto di rito prima della partenza. Della bici e dell’equipaggiamento tecnico vi parlerò alla fine di questo racconto…




Sabato 19 Settembre ore 08:15.
Ci troviamo lungo le sponde del lago Trasimeno e più precisamente a Passignano, dove è prevista partenza ed arrivo dell’Umbria Trail, evento bikepacking che si svolge nella mia regione, ben organizzato da Fabio Lucantoni e Andrea Cottini.
Il menù prevede 450 km, con circa 10.000 metri di dislivello. Nessuna classifica e nessun supporto, ma per motivi familiari e lavorativi il mio obiettivo è cercare di chiudere il percorso in due giorni…

Ad aspettarmi c’è Nicola pronto a documentare la partenza con qualche foto e video.
Non posso negare di essere entusiasta e, al tempo stesso, un pò teso.
Mi sento come un ragazzino alla prima corsa o uno studente che sta per fare ingresso nella sua nuova scuola.

I tempi, però, sono molto stretti e non c’è tempo per emozionarsi troppo, cosi dopo pochi istanti arriva il momento della partenza, ci si schiera in griglia (con postazioni definite e distanziate a causa del Covid 19) e si parte.

primo Trail unsupported
Il gruppo in partenza da Passignano. Foto credit Armando Flores

Giorno 1
Distanza: 202 chilometri
Tempo: 10:08 ore
Dislivello: 4.757 metri

La prima parte si sviluppa lungo la bella ciclabile sterrata del lago Trasimeno.
Si crea subito un gruppetto di una decina di concorrenti, scambio due chiacchiere con un ragazzo toscano, che mi dice che lui ha già avuto altre esperienze e che non si fermerà per dormire.

Mi assale subito qualche dubbio, ma non mi preoccupo troppo.
Il mio piano è quello di passare la notte in qualche agriturismo o B&B da prenotare nel pomeriggio a seconda di quale sarà la mia posizione sul tracciato.

primo Trail unsupported

Comincio a familiarizzare con la navigazione sul mio Garmin Edge 530, una funzionalità che ho già usato, ma soprattutto per percorsi stradali. Qui la musica cambia e di molto.

Fortunatamente per ora sono in gruppo e seguo gli altri ma so che presto mi troverò da solo e questo sarà il mio solo strumento di navigazione, quindi meglio imparare nel breve.

Per chi si avvicina per la prima volta a questo mondo, consiglio di studiare bene le funzioni del proprio strumento di navigazione prima di partire.
E, inoltre, se si pensa di pedalare a lungo senza soste, di dotarsi di un power bank per ricaricarlo al bisogno.

primo Trail unsupported
Lungo la ciclabile del Trasimeno. Foto credit Marco Giugliarelli

Si scambia qualche parola, ma l’andatura non è proprio da passeggiata e il fatto che anche gli incroci stradali si prendano con una certa fretta mi fa intuire che, anche se non vi è classifica, c’è una parte di concorrenti che questi Trail li prende sul serio.

Lascio il lago e salgo verso il monte Pausillo.

primo Trail unsupported
Monte Pausillo. Foto credit Armando Flores

Sono rimasto solo, pedalo del mio passo perché comunque so che per chiuderla in due giorni non posso perdere tanto tempo.

Comincio a prendere confidenza con il mezzo, perché una bici carica di borse come quella che sto utilizzando si guida in modo molto diverso dal solito: il peso è concentrato nella parte centrale e posteriore, così l’anteriore più scarico tende a scivolare in discesa.
Inoltre c’è da fare i conti con la borsa sotto il sellino e il suo dondolio quando ci si alza sui pedali, dinamiche mai provate fin’ora.
Io non lo avevo fatto, ma se posso dare un consiglio, direi di provare qualche volta la bici con borse a “pieno carico”, cioè in condizioni di marcia, prima di partire per l’evento.

Al chilometro 60 sono a Greppolischieto, non lontano dalle “mie zone”, quelle del monte Peglia. Anche se pedalo su strade e sentieri a me sconosciuti, l’aria di casa mi fa sentire a mio agio.

primo Trail unsupported
Panorama da Greppolischieto

Parrano è il primo borgo che incontreremo. Lo conosco bene in quanto ci passo spesso con la mia bici da corsa ed ho previsto di fermarmi lì per pranzo.

Ci arrivo alle 13:00 circa con 80 km pedalati e una prima considerazione, quella di aver sottovalutato la difficoltà del tracciato.
Un trail (o almeno questo trail) non è il percorso gravel che immaginavo: ci sono tratti tecnici inaspettati, soprattutto quelli in discesa dove l’utilizzo della mia bici è un pò al limite. Tutto sommato comunque i chilometri percorsi non sono molti e con un pò di attenzione in più riesco a cavarmela.

Arrivati a Parrano c’è una piccola botteguccia di paese, prendo un panino al prosciutto e qualcosa da bere, intanto faccio conoscenza con Michele, un ragazzo di Subiaco in sella ad una MTB.
Parlandoci capisco che anche lui non intende fermarsi, resto sconvolto al solo pensiero di percorrere tutto il trail senza dormire, ma evidentemente sono io l’eccezione in quanto poco dopo incrociando altri due ragazzi sul percorso anche loro sono della stessa idea.

primo Trail unsupported
Pranzo in località Parrano

Sono di nuovo in marcia direzione Orvieto.
Si sale nel centro storico e comincio a farmi qualche idea su come realizzare un bel video nella piazza del Duomo.

primo Trail unsupported
Il duomo di Orvieto. Foto credit Mauro Paradisi

Non sono lontanissimo, peccato che il tracciato non sia per niente facile: salite e discese a ripetizione e quello che amplifica un pò tutto per me è la tecnicità del fondo.
Ora ho capito di che si tratta quando parliamo di trail e capisco che i 220 chilometri pianificati per il primo giorno non saranno affatto facili da rispettare.

Come preventivato, in piazza ad Orvieto realizzo il video tra le facce stupite della gente.
Ho percorso 120 chilometri circa e 2.300 metri di dislivello, ma la bellezza della città non mi fa percepire la prima stanchezza che affiora.

A Orvieto Scalo conosco un’ottima pasticceria, occasione buona per fermarmi: le opportunità per mangiare e bere non sono tantissime e non vanno lasciate scappare.
La mia filosofia è quella di godermela il più possibile e non voglio rinunciare a del buon cibo, non pretendo il ristorante però qualche cosa sfiziosa quella sì.

Pasticceria Orvieto scalo.

Appena ripartito ritrovo due partecipanti che prima si erano attardati e capisco che soste come le mie loro non intendono farle. Rapido scambio di opinioni sulla traccia poi alla mia solita domanda “ma voi vi fermate per dormire?” anche loro rispondono con un bel NO. Sembra proprio che almeno dei concorrenti incontrati non si fermerà nessuno.

I chilometri scorrono, ormai ho capito qual’è il mood del trail, comincio ad accusare la stanchezza, ma il percorso non da scampo, rampe con percentuali in doppia cifra ovunque, seguire la traccia per me comincia a diventare pesante.

Mi spiego meglio, faccio molti errori di percorso soprattutto perche nei tratti tecnici non riesco a guardare bene il dispositivo, inoltre sono in zone sconosciute, in mezzo al nulla e senza orientamento seguendo solo la mia freccina e la striscia rossa sullo schermo del mio dispositivo.

primo Trail unsupported

Dopo 8 ore di bici su questo tracciato guardare di continuo la traccia, invertire la rotta, girare la bici e ricontrollare la correttezza del percorso diventa un vero stress psicologico, che sommato alla stanchezza e a qualche doloretto soprasella diventano un bel mix per andare fuori di testa.

Diciamo che l’inesperienza in questo tipo di prova, quando si è stanchi, si fa sentire in maniera più evidente…

primo Trail unsupported

Fortunatamente e inaspettatamente mi si apre davanti agli occhi un paradiso: mi trovo nelle Gole del fiume Nera, vicino Stifone, presso le Mole di Narni.
Località incantevole dove consumo anche la mia cena: un Hamburger di Chianina preparato da un simpatico ambulante molto curioso nel vedermi.
Gli spiego un pò quello che stavo facendo e dopo varie battute lo saluto dicendogli che si è fatto tardi, sta calando il buio e io devo raggiungere il posto in cui dormire. 

Si perché mentre l’hamburger era in preparazione ne ho approfittato per cercare il mio alloggio, un agriturismo in località Itieli, dove la traccia mi avrebbe portato.

La notte sta calando, equipaggio la bici di luci e mi dirigo verso Narni seguendo la ciclabile lungo il fiume.
Ho circa 2/3 ore di autonomia della luce anteriore. Non sono troppo preoccupato, però mi devo sbrigare anche perché c’è molto traffico e non sono abituato a pedalare di notte. 

In salita al buio prima di raggiungere l’agriturismo

Per arrivare all’agriturismo c’è da arrampicarsi in salita per 5 chilometri circa. Un cane salta fuori da un’abitazione e mi si scaglia contro, ma fortunatamente vuole solo spaventarmi. 

Dopo varie peripezie sono in camera, mi faccio lasciare dell’acqua e del the, doccia rapida, metto in carica tutti i dispositivi elettronici di cui non posso fare a meno come luci, gps e Smartphone.
Qualche chiamata e qualche messaggio per avvisare che è tutto ok e alle 22:30 circa mi addormento.

primo Trail unsupported
Arrivato in agriturismo

Giorno 2
Distanza: 232 chilometri
Tempo: 11:10 ore
Dislivello: 3.476 metri

La sveglia è pianificata per le 05:00, ma la stanchezza non mi fa dormire bene, inoltre sono in ritardo sulla tabella di marcia, cosi alle 02:30 sono sveglio e decido di cambiarmi e partire.

Ho promesso alla mia famiglia, composta da moglie e due bambini di 5 anni e 6 mesi, di chiudere il mio trail entro la domenica e non c’è tempo da perdere.
Mi metto in sella consapevole, come anticipato da Fabio, organizzatore dell’evento, che alcuni tratti dopo Stroncone andando verso località “I prati” sono molto scassati e decido razionalmente di evitarli, altrimenti rischierei di avere problemi tecnici e di rimanere al buio in luoghi molto isolati e in piena notte.

Lascio la traccia deviando verso Terni e poi Marmore e approfitto del passaggio vicino casa di un amico per lasciare la borsa posteriore e alleggerirmi di tutto l’abbigliamento di cui non ho più bisogno. Diciamo che va un po’ contro la filosofia del Trail, ma mi può essere utile per guadagnare un po’ di tempo…

Vista su Terni da Marmore ore 04:00

Sto viaggiando, per la prima volta in vita mia, solo ed in piena di notte.
Ogni tratto in cui vi è l’illuminazione pubblica ne approfitto per spegnere la luce frontale e preservarne l’autonomia.

Costeggio il lago di Piediluco, ma quasi non riesco a vederlo per il buio, c’è tanta umidità e la temperatura è abbastanza bassa.
Una sensazione strana e magica, allo stesso tempo…

primo Trail unsupported
Percorrendo la Valnerina



Entrando nel paese noto un distributore automatico e mi ci fiondo: uno snack al cioccolato e una bottiglia d’acqua di cui ero rimasto sprovvisto e riparto verso Arrone.

Piediluco

Qui trovo inaspettatamente il primo bar aperto.
Ne approfitto per fare una vera ed abbondante colazione e me la prendo comoda per far passare qualche minuto di buio. Poi proseguo percorrendo la Valnerina, supero Scheggino e all’alba sono a Sant’ Anatolia di Narco, da dove entro sulla vecchia ferrovia Spoleto-Norcia.

Colazione ad Arrone ore 05:30

Una serie di tunnel e viadotti dove un tempo passava il treno, sono diventati una delle vie ciclabili più belle d’Italia. Anche qui sono necessarie le luci in quanto le gallerie non sono illuminate.
L’autonomia è ormai agli sgoccioli, ma riesco a superare anche l’ultima galleria e tiro un gran sospiro di sollievo.

La ciclovia Spoleto Norcia

Un altro consiglio a chi si avvicina per la prima volta ai Trail e alle esperienza unsupported: se pensate di pedalare molto di notte, dotatevi di una (o più luci) di qualità, con una lunga autonomia…

Da Spoleto il percorso è più scorrevole.
Io per guadagnare tempo faccio altre due deviazioni e arrivo velocemente a Foligno.
Un panificio è l’occasione giusta per mangiare qualcosa di salato: pizza rossa, pizza croccante e al formaggio, un bel carico di energie e mi rimetto in traccia dirigendomi verso la scalata più dura dell’Umbria Trail, il monte Subasio.

Si sale da Spello passando per Collepino, una salita di 16,7 km con un dsl di 1.210 metri, la più dura di tutto il trail.
Conosco bene i primi 12 km, quelli fino al rifugio di madonna della Spella, perché affrontati con la bici da corsa, quindi non sono sorpreso delle pendenze molto impegnative.

Non sapevo, però, quello che mi aspettava da lì in poi.
I 4 chilometri successivi non hanno pendenze proibitive eppure son una sofferenza assoluta. Il fondo è sassoso e sdrucciolevole, ogni singolo metro va sudato e sembra non passare mai, il panorama è stupendo ma gli attimi per ammirarlo sono rari perché lo sguardo deve essere rivolto al terreno, alla ricerca della linea migliore dove mettere le ruote.

Monte Subasio. Foto credit Migliori Daniele

Il Subasio è una specie di “panettone” la cui sommità priva di alberi si presenta come una grandissima prateria popolata da cavalli e mucche al pascolo, arrivato finalmente in cima mi prendo 10 minuti per godermi lo spettacolo che si apre davanti ai miei occhi.

Appassionati di parapendio concentrati e impegnati per la fase del decollo, mandrie di mucche e tori al pascolo, mandrie di cavalli allo stato semi brado e in fondo Assisi ancora più bella vista dall’alto.

Assisi. Foto credit Mauro Paradisi

Ora punto dritto su Perugia.
Per conquistare la città si percorre il sentiero delle lavandaie, ripido e tecnico costeggia un piccolo torrente caratterizzato da cascatelle.

Perugia centro storico. Foto credit Mauro Paradisi

Passo rapidamente per il centro storico e da lì a Passignano ci attendono altri 25 km circa. Sono sfinito e affamato, mi mangio un ultimo panino in uno dei pochi bar aperti di domenica.

Perugia centro storico. Foto credit Armando Flores

Alle 16:00 circa sono in zona Mantignana, a metà strada tra Perugia e Passignano.
Comincio a sentire vicino l’arrivo eppure le sorprese non sono finite, in quanto mi accorgo che dei grandi nuvoloni grigi sono in arrivo.

Il finale non è di certo facile.
In alcuni tratti di salita sono costretto a scendere, le discese sono diventate più faticose delle salite perché la mia gravel con la sua rigidità alla lunga mi ha distrutto la schiena e non solo…… comunque ci siamo, l’arrivo è vicino.

Quello che conta, però, è che sono soddisfatto di me stesso, mi sento appagato e consapevole di aver vissuto un’avventura vera e propria.

Sono tornato un pò bambino, mi sono sentito disorientato e a volte ho avuto paura.
Ho provato qualcosa di nuovo, qualcosa di indescrivibile che consiglio a tutti di provare almeno una volta, con la giusta consapevolezza però, perché un trail non è una passeggiata, va preparato e bene, molto meglio di quello che ho fatto io…

mio primo Trail
Ecco la Salsa Warbird che ho usato durante il trail, equipaggiata con gruppo Shimano Grx Di2 e borse BRN

BICI, GRUPPO, BORSE E ALTRI ACCESSORI UTILIZZATI PER IL TRAIL
Prima di chiudere il mio racconto vi voglio parlare della bici e delle scelte tecniche utilizzate per questo trail.

La bici è una gravel Salsa Warbird con telaio in carbonio, equipaggiata con Shimano GRX Di2, rapporti 48/31 per la guarnitura e 11/34 per la cassetta posteriore.
I pneumatici sono i Vittoria Terreno Mix da 38 millimetri.
Borse BRN sottosella e per tubo orizzontale della capienza complessiva di 21 litri, GPS Garmin Edge 530 e GoPro Hero 7 Black.

A trail concluso posso dirvi che con il senno di poi avrei fatto qualche scelte diversa, come ad esempio gomme dalla sezione più larga (almeno 40/42 millimetri), per avere più controllo e comfort sui tanti tratti sconnessi.
In alternativa, si potrebbe optare per una Mtb hardtail.

Queste considerazioni sono dovute al fatto che, quando si pedala per oltre 10 ore al giorno su tracciati sconnessi, si ha necessità di una bici comoda piuttosto che performante…

Per maggiori informazioni su Umbria Trail: umbriatrail.it