Era una di quelle cose a portata di mano che volevo fare da un po’ di tempo. E che come spesso avviene in questi casi si tende sempre a rimandare. L’inizio della nuova stagione e la ripresa regolare degli allenamenti hanno finito per togliere di mezzo ogni scusa. Così mi sono mosso dalla sedia e ho fatto la BIA, ovvero, la bioimpedenziometria.

Ho fatto la BIA

Che cos’è la BIA e perché è utile?

Nell’articolo qui sotto elaborato in collaborazione con il Dott. Andrea Giorgi, avevamo citato la BIA come tecnica per l’analisi della composizione corporea.

Mi alleno ma non dimagrisco. Cause e possibili rimedi

Grazie all’impiego di uno strumento chiamato impedenziometro il professionista sanitario (la Dott.ssa Camilla Diotallevi nel mio caso) genera un impulso di corrente a bassa intensità che attraversa tutto il corpo tramite due elettrodi in genere posizionati sulla mano e sul piede.

Bastano solo 3′ senza alcun tipo di dolore o fastidio: potrei dirvi che la fatica principale è alzare il telefono e prenotare un appuntamento…

Il principio che regola la BIA è banale quanto efficace.
La conducibilità elettrica dell’acqua porta l’impulso ad attraversare con facilità tutti i tessuti altamente idratati come i muscoli a differenza del grasso che invece presenta una maggior Resistenza (R).

Oltre alla Resistenza la BIA si basa su un altro parametro, la Reattanza (Xc), che fa riferimento alla massa cellulare metabolicamente attiva. Un indicatore che accende i riflettori sullo stato d’idratazione e sulla capacità di immagazzinare e cedere energia.

A livello tecnico durante l’esame l’impedenziometro trasmette i dati ad un software che elabora i risultati.

Ho fatto la BIA

In pochi istanti sul tavolo del professionista arrivano parametri “di un certo peso” come:

– angolo di fase (PA – Phase Angle, rapporto Resistenza/Reattanza)
– stima della massa magra (FFM – Fat Free Mass);
– stima della massa grassa (FM – Fat Mass);
– condizione nutrizionale e fisica (NUTRI–Dex);
– stato dell’idratazione (HYDRA–Dex);
– massa cellulare (BCM – Body Cellular Mass);
– massa extra cellulare (ECM – Extracellular Mass);
– stima del metabolismo basale (RMR – Resting Metabolic Rate).

Senza dimencare l’analisi dei fluidi, intra ed extra cellulari, e l’acqua totale che va a comporre il nostro corpo.

In sostanza la BIA è una sorta di “visura camerale” altamente affidabile del nostro stato di salute.
Un esame facilmente ripetibile e particolarmente utile al ciclista durante tutto l’arco della stagione in particolare per monitorare lo stato d’idratazione, prevenire gli infortuni e ottimizzare le sessioni d’allenamento, nonché la dieta.

Ho fatto la BIA

Ho fatto la BIA: motore ok, grasso un po’ meno

Questo il verdetto finale.

La condizione nutrizionale e fisica è buona (NUTRI–Dex) e si avvicina al 2° percentile, la quota tipica dello sportivo medio.
La massa muscolare (BCM) è quella di una persona non sedentaria ed è metabolicamente attiva. Significa che posso rispondere bene allo stimolo di una eventuale dieta ipocalorica.

Lo stato d’idratazione è negativo (HYDRA–Dex) e qui vi do un suggerimento. Ho fatto la BIA al termine di un allenamento blando inferiore alle due ore.
Non è comunque una buona pratica. Lasciate trascorrere almeno 24 ore dall’ultima seduta perché l’attività fisica finisce per “mascherare” alcuni parametri.

L’Angolo di Fase è pari a 8. Un valore che conferma una buona massa cellulare, ma anche una leggera disidratazione extracellulare causata dall’allenamento. Un parametro “non puro” quindi.

La massa magra è ok, forse un po’ di tono in più non guasterebbe.
La parte alta del corpo l’ho totalmente trascurata nell’ultimi periodo assieme allo stretching ed agli esercizi di core training.

Sulla massa grassa c’è da migliorare…

In sostanza riesco a stare in bici anche per cinque ore con lunghe sessioni in Z3 e dislivelli discreti (2.000 metri).
Sulla mia classica salita test riesco a mantenere un wattaggio medio non troppo lontano dai migliori valori degli ultimi cinque anni.
Inoltre, riesco a correre per un’ora a 5.20 min/km su percorsi vallonati.

Ho “solo” un po’ di zavorra da togliere…
Ed anche qui la soluzione è a portata di mano e come spesso avviene in questi casi si tende sempre a rimandare.
Però sapete… L’inizio della prossima stagione mi ha stuzzicato la fame. D’agonismo questa volta.

Foto: Manuel Glira

QUI tutti i nostri consigli.

Qui sotto altre buone pratiche da mettere in atto per godersi al meglio un altro anno di pedalate.

La bicicletta come medicina: i controlli da eseguire all’inizio di una nuova stagione