Il Giro d’Italia 2023 si è concluso da pochi giorni con la vittoria finale di un corridore di spessore come Roglic e tutto sommato con risultati sopra le aspettative per i colori azzurri.

La spettacolare crono del Monte Lussari è destinata a rimanere nella storia della Corsa Rosa, ma probabilmente non ha cancellato del tutto le polemiche per un Giro che molti appassionati hanno considerato poco avvincente.

Giro d’Italia 2023

Prima di metterci definitivamente alle spalle questo Giro 2023 abbiamo raggiunto telefonicamente il CT della nazionale Daniele Bennati, che è stato presente in prima persone a molte tappe. Gli abbiamo chiesto un commento sulla prestazione dei nostri corridori, ma anche su alcuni temi delicati che nelle scorse settimane hanno fatto discutere.

Giro d’Italia 2023
Foto instagram.com/benna80/

– Daniele, partiamo dalle prestazioni dei corridori italiani. Nel complesso per i colori azzurri è stato un buon Giro d’Italia…

– E’ stato sicuramente un Giro d’Italia positivo. Abbiamo ottenuto 4 vittorie, ma potevano arrivarne delle altre. Penso ai piazzamenti in volata di Milan, ma anche a Bettiol, Oldani, Ballerini, De Marchi, Frigo che sono andati in diverse occasioni vicino al successo.
Ci sono state anche delle belle sorprese e questo mi lascia ben sperare per il futuro…

Frigo, a destra, è stato una delle rivelazioni di questo Giro ed è andato vicinissimo alla vittoria nella tappa di Bergamo. Foto facebook.com/giroditalia

– A questo proposito, chi ti ha sorpreso di più in positivo?

– Marco Frigo era al suo primo Giro d’Italia e ha dimostrato di avere un grande potenziale. Sta facendo bene, sta crescendo gradualmente. E’ un ragazzo bravo, molto educato, è messo bene in bici. Ha tutto dalla sua parte per diventare un ottimo corridore.

Poi c’è Milan, che non si può definire proprio una sorpresa.
Sappiamo quanto sia forte in volata, ma ha 22 anni, era anche lui al suo primo Giro d’Italia e c’era l’incognita di come avrebbe tenuto sulle tre settimane.
E’ stata la conferma che l’Italia nei prossimi anni può contare su uno sprinter di altissimo livello.

Tra i corridori stranieri va citato sicuramente Gee, che è stato protagonista in tante tappe e si sarebbe meritato una vittoria…

Milan, una vittoria e maglia ciclamino al suo primo Giro d’Italia. Foto facebook.com/giroditalia

– A proposito di sprinter, non possiamo dimenticare Dainese. Come ruote veloci per i prossimi anni siamo messi bene…

– Milan ha commesso qualche errore, ma è del tutto normale visto che è molto giovane e deve fare ancora esperienza. Non aveva una squadra a disposizione e si è trovato spesso al vento, ma in un paio di volate ci ha mostrato progressioni pazzesche, che solo lui sa fare.
Ha un’altissima capacità lattacida e una grande esplosività. Due caratteristiche che nei prossimi anni lo possono portare ad essere uno dei velocisti più forti in circolazione.

Dainese lo conosciamo, è molto veloce, ha vinto l’Europeo Under 23 e si difende bene anche sulle salite brevi. Ha ancora tantissimi margini di miglioramento e in futuro mi piacerebbe vederlo in una squadra che gli possa dare più spazio e gli permetta di fare un programma gare più continuo e regolare. A mio avviso, in prospettiva, ha le doti per puntare anche ad una corsa come la Milano-Sanremo.

Alberto Dainese ha conquistato in volata la tappa di Caorle. Foto facebook.com/WeAreTeamDSM

– La questione si fa più complicata se parliamo di corridori da Grandi Giri. Per il futuro vedi qualche giovane interessante capace di prendere il posto di Nibali?

– Attualmente fare il paragone con Nibali è veramente complicato.
Zana ha fatto un ottimo Giro e potrebbe ancora migliorare nei prossimi anni. E’ arrivato secondo ad un Tour de L’Avenir, ma non so dove potrà arrivare. Lasciamolo crescere con calma, magari provando a fare classifica in qualche corsa a tappa più breve.

Basso mi parla un gran bene di Piganzoli, ma è ancora molto giovane.
Lo stesso Tiberi, anche se viene fuori da un momento complicato, a livello di numeri è potenzialmente un corridore da Grandi Giri. Deve ritrovare tranquillità e fiducia, anche attraverso i risultati.

Bennati insieme al campione italiano Filippo Zana. Foto instagram.com/benna80/

– Abbiamo parlato di sorprese in positivo. Chi invece ti ha deluso?

– E’ sempre difficile parlare di delusioni, anche perché molti corridori hanno avuto problemi fisici.
Mi aspettavo qualcosa di più da Gaviria. Me lo immaginavo più incisivo in volata ed ero convinto che potesse almeno vincere una tappa. A volte non riesco a capire perché insista a partire così lungo.
Forse anche Kämna è stato sotto le aspettative. E’ vero che ha curato la classifica, chiudendo in nona posizione, ma lui è soprattutto un grande cacciatore di tappe.
Tra gli italiani tutti speravamo che Lorenzo Fortunato potesse fare una classifica migliore. Si era preparato bene, ma credo che abbia sofferto più di altri corridori il freddo delle prime settimane.

Gaviria non è riuscito a conquistare nemmeno. una vittoria. Foto Marco Alpozzi/LaPresse

– Passiamo ad altri temi. Cosa pensi del monocorona usato da Roglic sul Monte Lussari? E’ stata davvero la mossa vincente?

– Il risultato gli ha dato ragione. I tecnici della Jumbo-Visma non sono degli sprovveduti, non lasciano nulla al caso e di certo Roglic ha usato il monocorona per una motivazione tecnica e non per far parlare di sé.
Credo che sia stata una scelta adatta alle caratteristiche di Roglic, perché la sua peculiarità è quella di pedalare ad altissima cadenza, anche sul ripido. Probabilmente Thomas non avrebbe ottenuto gli stessi risultati con quei rapporti, perché utilizza cadenze più basse.

Foto Fabio Ferrari/LaPresse

– Tematica complicata: molti appassionati, ma anche addetti ai lavori, hanno criticato questo Giro perché poco emozionante. Cosa ne pensi?

– Il meteo secondo me ha influito in modo importante. Fosse stato bel tempo sarebbe stato tutto un altro Giro.
Detto questo, se devo essere sincero, mi ha dato un po’ fastidio che sin dalla prima tappa i corridori siano stati criticati per un andamento troppo rilassato.
Una corsa a tappe ha delle strategie. Ci sono tre settimane da affrontare e se in alcune frazioni è possibile risparmiare energie è normale che venga fatto.
Senza contare che oggi le velocità sono sempre più elevate, i valori sono livellati ed è difficile fare la differenza.

Foto facebook.com/giroditalia

Capisco che raccontare per intero tappe completamente pianeggianti possa essere difficile, ma è sempre stato così.
Ho sentito ragionare anche di frazioni più brevi per favorire lo spettacolo, ma non sono d’accordo, anche se un percorso più nervoso sin dall’inizio della corsa potrebbe aiutare.

A mio avviso è sbagliato il messaggio di fondo che viene fatto passare, cioè che i corridori non hanno voglia di far fatica o di dare spettacolo.
Il fatto è che ci sono tappe più adatte a dare battaglia ed altre meno.
L’anno scorso nella prima settimana c’era la salita del Blockhaus, che si prestava agli attacchi. Quest’anno c’era la salita del Gran Sasso, da dove è partita un po’ tutta la discussione, che però non ha le stesse caratteristiche, a prescindere dal vento contrario che hanno trovato in quella tappa.

Nella tappa del Gran Sasso la vittoria è andata meritatamente a Bais, ma i big hanno deluso le aspettative del pubblico. Foto facebook.com/giroditalia

– Sul taglio della tappa di Crans Montana cosa pensi?

– Probabilmente la cosa poteva essere gestita in modo diverso, ma col senno di poi è sempre facile parlare. Ancora una volta mi dispiace che tutta la colpa sia ricaduta sui corridori e che a rimetterci sia stato soprattutto il pubblico.

– Ultima domanda, il ritiro di Evenepoel poteva essere gestito in modo diverso?

– Non discuto assolutamente la decisione di ritirarsi, che spetta alla squadra. La cosa che mi ha sorpreso è stata la tempistica. Il giorno dopo c’era il riposo e si poteva prendere del tempo e comunicare la decisione con un po’ più di calma.

Foto Marco Alpozzi/LaPresse