Nel corso dell’interrogazione a risposta immediata (question time) andato in scena ieri pomeriggio alla Camera dei Deputati, il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, ha illustrato i principali provvedimenti contenuti nel disegno di legge (ddl sicurezza stradale) che entro la fine del mese sarà oggetto di dibattito in Parlamento.

Una riforma che se approvata andrebbe a modificare il Codice della Strada.



Pugno di ferro per chi guida in stato d’ebrezza e sotto l’effetto di droghe più introduzione dell’alcolock per tutti coloro che sono già stati pizzicati al volante con un tasso alcolemico fuori dai limiti di legge.

Un provvedimento, quest’ultimo, che altro non è se non la reale declinazione delle norme varate a livello europeo dal General Safety Regulation (2019) che prevede “l’agevolazione dell’installazione di dispositivi di alcolock” per i veicoli immatricolati a partire dal 2022.
E fin qui, visti i fatti di cronaca, è difficile essere contrari.

Il ministro Salvini spiazza però la comunità della mobilità dolce (con buona pace di una certa massa) quando annuncia: «Casco, assicurazione, freccia e targa obbligatoria per le bici ed i monopattini». Obiettivo? «Un Codice della Strada che si propone di portare più regole, più educazione, più sicurezza sulle strade italiane».

Più educazione e più sicurezza? Sì, grazie!
In quanto a regole c’è da fare una premessa: la “priorità delle priorità” è salvare le vite umane di tutti coloro che scendono in strada ogni giorno per i motivi più diversi. E qui la prospettiva diventa più nebulosa.
Non siamo noi a dirlo, ma un alleato dello stesso ministro Salvini, il deputato Maurizio Lupi, già ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti tra il 2013 ed il 2015.

«La seconda priorità – ha precisato Lupi a dibattito in corso – è l’educazione, la formazione dei cittadini non la penalizzazione e la mortificazione o la tassazione occulta. Le multe servono a questo!».

targa obbligatoria per le bici

Targa obbligatoria per le bici: serve un confronto sincero

Al di là del credo politico, se si ragiona a mente fredda, è difficile essere in disaccordo con Lupi che finisce per tirare le orecchie al suo alleato.

Rincara la dose sull’argomento Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) che in un comunicato stampa esprime “forte preoccupazione”, sottolineando che “le misure non vanno nella direzione di ottenere maggiore sicurezza, per la quale serve un impegno strutturale ed educativo a tutela di chi utilizza la bicicletta, che è un utente debole della strada”.

E ancora: “questa riforma sembra oggi più contro la diffusione della bicicletta, che a favore di una maggiore sicurezza sulle strade: penalizzare la leadership della nostra industria sarebbe un autogol”. “Maggiore sicurezza si ottiene con misure strutturali“.

targa obbligatoria per le bici

Al di là delle dichiarazioni di facciata e della difesa degli interessi di un comparto prima delle misure forse è arrivato il momento delle riflessioni strutturali.
Quelle difficili da scrivere, abrogare e modificare perché sottendono il bene comune. Assicurazione, freccia e targa obbligatoria per le bici vengono dopo. Parliamone.

Senza contare che abbiamo omesso in questo elenco la parola “casco” citata da Salvini perché il tempo delle bandane e dei cappellini alla fiamminga per chi il ciclismo lo declina in ambito sportivo è finito da un bel pezzo.
Qui a parlare sono i regolamenti dell’Unione Ciclistica Internazionale (UCI), le assicurazioni (guarda un po’) e chiudiamo questa parentesi definendo “azzardata” la scelta di chi al giorno d’oggi pedala senza casco.


Le riflessioni strutturali sono figlie della tecnica e del carisma.
Il metro e mezzo in fase di sorpasso è un inizio, ma non basta. Come a dire “finché non esce la legge si può sorpassare un ciclista a meno di un metro e mezzo?”.

Le riflessioni strutturali enfatizzano il rispetto, le norme esistenti (es. art. 148 del Codice della Strada) prima di legiferare ulteriormente. Si potrebbe generare un distinguo: il ciclista sportivo ed il cicloturista, simili ma diversi rispetto a chi si muove tutti i giorni per andare al lavoro o fare la spesa.
Nuove ed ulteriori norme ok, ma come ultima spiaggia.

Le riflessioni strutturali propongono la “responsabilità oggettiva se investi un ciclista anteroposteriore o lateralmente” e ancora spiegano perché è meglio in fila per due piuttosto che in fila indiana, quando un ciclista è obbligato o meno ad utilizzare la pista ciclabile o il percorso ciclopedonale, etc.

Sul casco ci siamo.
Per assicurazione, freccia e targa obbligatoria per le bici meglio attendere l’inizio dei lavori in Parlamento perché il tema non si può ridurre ad un question time dove i virgolettati sembrano essere manipolati dall’intelligenza artificiale.
E invece è tutto vero.

targa obbligatoria per le bici
Foto: Vlad Lesnov – CC BY 3.0

Qui tutti i nostri approfondimenti sulla sicurezza stradale.

Qui sotto a proposito di educazione…

Un ciclista non è un palo: perché non riusciamo ad educare gli automobilisti?