Torniamo a parlare per un attimo della Parigi-Roubaix 2022 e questa volta ci concentriamo su watt e aerodinamica.
Così come alla Sanremo, ancora una volta a darci uno spunto è stato Matej Mohoric, quinto all’arrivo e grande protagonista dell’Inferno del Nord.

Riguardando con attenzione gli ultimi 120 km di corsa e incrociando i dati di potenza scaricati su Strava da alcuni atleti, ci siamo accorti che anche stavolta quel diavolo di Mohoric se n’era inventata un’altra delle sue.
Nessun telescopico o trovata tecnica “strana”, ma un’attenzione maniacale alla posizione aerodinamica, che in una gara corsa a quasi 46 km/h di media fa tutta la differenza del mondo.

Anche durante la ricognizione si nota come Mohoric riesca a pedalare molto più basso dei suoi compagni




Da cosa ce ne siamo accorti?
Beh, da uno che si è fatto gli ultimi 110 km in fuga (mai da solo, ma è sicuramente quello che ha tirato di più), ti aspetteresti una potenza media e normalizzata più alta rispetto a tutti quelli che sono arrivati insieme a lui o a pochi secondi di distacco. Unica eccezione, forse, Van Baarle, che si è fatto gli ultimi chilometri in solitaria ad un wattaggio pazzesco.

E invece, analizzando i file, si può osservare che il suo wattaggio medio è stato molto più basso rispetto a quello di Van Baarle e pure più basso rispetto a quello di Van der Poel (che è arrivato dietro ed è rimasto molto più a ruota).

E’ vero, in una gara come la Roubaix conta la dinamica di corsa e non si possono fare valutazioni analitiche, ma i dati parlano chiaro.
La connessione tra watt e aerodinamica è stretta e spiega perché nel ciclismo moderno ci sia un’attenzione molto più elevata nei confronti dell’aerodinamica che della leggerezza (anche se ovviamente dipende da gara a gara).
Qui sotto riportiamo qualche numero per rendere la cosa più chiara. Gli atleti hanno pesi diversi, ma trattandosi di una gara quasi completamente pianeggiante questo non incide più di tanto:

Mohoric
Watt medi: 276
Watt normalizzati: 300
Watt medi ultimi 110 km: 312
Watt medi primi 150 km: 248
Watt medi ultimi 40 km: 302

Van Baarle
Watt medi: 307
Watt normalizzati: 341
Watt ultimi 110 km: 339
Watt primi 150 km: 283
Watt ultimi 40 km: 365

Van der Poel
Watt medi: 279
Watt normalizzati: 303
Watt ultimi 110 km: 299
Watt primi 150 km: 263
Watt ultimi 40 km: 306

Mohoric ha già di suo una posizione molto aerodinamica, pur essendo un corridore alto 185 cm, grazie ad una notevole capacità di flettere la schiena e ruotare il bacino in avanti.
Riguardando le immagini della corsa con attenzione, però, abbiamo notato come lo sloveno sia rimasto sempre estremamente concentrato nel pedalare composto e “basso”.
Mani in presa bassa in tutti i tratti di pavé; mani in presa bassa oppure sulle leve, ma a braccia flesse per mantenere il busto parallelo al terreno, nei tratti di asfalto.
Dove possibile ha pedalo anche a testa bassa, soluzione che pare migliorare ancora la penetrazione aerodinamica.

Watt e aerodinamica

Servono le gambe, ma per essere campioni serve anche altro

Mohoric è uno dei corridori più forti attualmente in gruppo e gli ultimi risultati sono lì a dimostrarlo.
Ma è anche la dimostrazione che per essere vincenti non servono solo grandi gambe.
O, rigirando la frittata, a parità di gambe vince chi è più scaltro, intelligente, attento al dettaglio. 

In un ciclismo in cui si vince o si perde per secondi, in cui pochi watt fanno la differenza, in cui si corre con i body anziché la maglia perché fanno risparmiare parecchia energia (su questo argomento torneremo nei prossimi giorni), dire solo che servono le gambe diventa un po’ retorico.
Servono, ma non bastano, a meno che non ne hai davvero parecchie più degli altri.

Tanto di cappello a Mohoric, che oltre ad essere forte è sempre pronto a sfruttare ogni dettaglio a suo vantaggio, in mezzo ad un gruppo che non sempre è attento a queste piccolezze.

Watt e aerodinamica
Da questa immagine catturata dalla TV si nota molto bene la differenza tra Mohoric e Devriendt, che anche se a ruota pare prendere più vento dello sloveno

Per andare forte in bici non basta pedalare 

Con tutta probabilità Mohoric riesce a mantenere una posizione così aerodinamica con una certa naturalezza. Ma immaginiamo anche che sia attento a curare il proprio fisico per mantenere alta la mobilità di schiena e bacino. Non è un caso, infatti, che oggi molti atleti dedichino più tempo al benessere generale e agli allenamenti in palestra e a corpo libero.

L’appassionato non deve affrontare il pavé della Roubaix o vincere la Sanremo, ma tutti desideriamo di migliorare le proprie prestazioni e andare più forte.
Per farlo, a volte, non serve spendere soldi nell’ultimo ritrovato tecnico o allenarsi fino allo sfinimento, ma potrebbe essere più utile curare altri dettagli, come ad esempio ginnastica e stretching per rendere la propria schiena più flessibile e, quindi, la propria posizione più aerodinamica.
E’ difficile da far passare come concetto, ma anche questo è allenamento…

Ne abbiamo parlato in modo approfondito nei due articoli che trovate qui sotto:

Lo stretching per il ciclista: perché, come, quando e quanto

Ecco 6 esercizi per avere meno dolori alla schiena e pedalare più forte