Un anno di pandemia e un anno senza Granfondo.

Non che le due cose siano paragonabili, ma è innegabile che la vita di un granfondista, di qualsiasi tipologia esso sia, è stata stravolta.

La domenica, ma se vogliamo anche il weekend e tutta la settimana erano scanditi da rituali ben definiti.
In primis la preparazione fisica: ci si allenava “a dovere” e le giornate, o i ritagli della stessa, erano pianificati per ritagliarsi l’uscita in bici.
Poi c’era l’aspetto organizzativo: depilazione, lavaggio bici, preparazione della borsa e di tutto il necessario per la gara.

Insomma, per buona parte dell’anno la vita del granfondista era strettamente legata all’appuntamento domenicale.



Bhe, da almeno un anno a questa parte, salvo qualche sporadico evento, ci siamo ritrovati senza Granfondo.
Inoltre, dai numerosi spostamenti che stiamo riscontrando da parte degli organizzatori, sembrerebbe che non ci siano le condizioni per tornare a disputarle se non nella tarda estate.

Un anno senza Granfondo

Cosa ha generato, e tutt’ora genera, tutto questo nelle abitudini e nei comportamenti del ciclista amatoriale?
Quanto ci mancano le gare?

I problemi legati alla pandemia sono tanti e ben più grandi, ma noi qui ci vogliamo occupare del “nostro mondo”, analizzando i due aspetti principali che contraddistinguono le Granfondo, e cioè quello sportivo e quello sociale. 

Un anno senza Granfondo

ASPETTO SPORTIVO
Le Granfondo mettono insieme numerose tipologie di ciclisti, dagli agonisti più incalliti, ai veri e propri cicloturisti ai quali interessa solo godersi il percorso, magari in compagnia di qualche amico, prendendosela comoda e usufruendo dei ristori previsti.

Il granfondista agonista è stato forse quello che più ha sofferto la mancanza delle competizioni.
È un dato di fatto che una percentuale, anche se piuttosto bassa, di ciclisti faccia preparazioni di tutto punto per arrivare “in forma” all’appuntamento prefissato.

Un anno senza Granfondo

Se in un primo momento l’agonista ha “tenuto duro”, con il passare dei mesi si è trovato di fronte ad un vero e proprio sconvolgimento delle proprie abitudini.
In tanti hanno ripiegato sfidando se stessi, si sono spinti in uscite lunghissime, vere e proprie imprese, che non pensavano realizzabili prima.

Hanno cominciato a pedalare per ore ed ore senza “tabelle” e “specifici”, godendosi il piacere dell’uscita, ma con l’obiettivo di portare al limite il proprio fisico.
Qualcuno si è avvicinato anche alle gare di Ultracycling, eventi estremi che, avendo partenze scaglionate, non hanno risentito delle limitazioni dovute alla pandemia.

Un anno senza Granfondo

Archiviata la parentesi 2020, il 2021 doveva essere l’anno della ripartenza e l’agonista puro ha iniziato presto la preparazione per riattaccare il numero sulla schiena già in primavera.

Come sappiamo, però, nell’immediato non sembrano esserci le condizioni per una vera e propria ripartenza e il rischio per questa tipologia di corridori è quello di “saltare mentalmente” e allontanarsi dalla bici in mancanza della motivazione legata al risultato.

Un’altra fetta di agonisti, invece, ha messo da parte tabelle e preparazione specifica e riscoperto il piacere di pedalare.
Pedalare senza una classifica da guardare e senza watt da misurare.
Il gravel, per tanti, ha rappresentato un’ulteriore valvola di sfogo, alla scoperta di nuove strade e nuove prospettive.

Cosa succederà per questa categoria di cicloamatori?
Difficile sapere se li rivedremo o meno alle Granfondo, di certo qualcosa in loro sarà cambiato. Probabilmente in meglio…

Un anno senza Granfondo

All’estremità opposta troviamo tutti quelli senza ambizioni di classifica.
La sfida per loro è quella di concludere la Granfondo nel miglior modo possibile, magari abbassando il tempo dell’anno precedente.

Nonostante la mancanza di ambizioni di classifica particolari, le Granfondo rappresentavano appuntamenti in grado di scandire la stagione, la molla per farli alzare dal divano, per avere un’alimentazione corretta, insomma per avere uno stile di vita il più sano possibile.
Il timore è che la mancanza dell’evento granfondistico, abbia fatto perdere un po’ la bussola a questa tipologia di ciclisti.
La speranza è che tutto ciò non si sia verificato e che, anche loro, abbiano trovato le giuste motivazioni per continuare l’attività.

ASPETTO SOCIALE
Lasciamo da parte l’aspetto sportivo delle Granfondo e parliamo di quello sociale.

Al netto dell’evento sportivo, le Granfondo sono una festa, un evento che mobilita migliaia di persone e famiglie.
Nelle manifestazioni più importanti vengono organizzate fiere, spettacoli, eventi per grandi e piccini.

Un anno senza Granfondo

Weekend, o in alcuni casi settimane, di vera e propria vacanza, scanditi dal denominatore comune della bici è vero, ma pur sempre vacanze.
Le GF ci hanno fatto e ci faranno, speriamo presto, scoprire posti incantevoli, uniscono gruppi di persone eterogenei accomunati dalla passione per il ciclismo.

Il pasta-party finale era l’occasione per scambiare due chiacchiere sull’andamento della gara, un momento di confronto e divertimento.
Diciamo la verità, spesso non si trattava di pasti gourmet, ma quanto ci manca quel momento in cui complimentarsi, sfottersi e ridere insieme ai compagni di avventura?

La capacità di aggregazione delle Granfondo è probabilmente la cosa che manca di più a tutti, a prescindere dal tipo di ciclista.

FUTURO
Quando torneremo alle GF e come si volgeranno?
Realisticamente ci aspettiamo di poter tornare a svolgere con regolarità le Granfondo dall’estate in poi. Qualche evento ripartirà già dalle prossime settimane, ma si tratta di occasioni sporadiche.
I problemi più grandi, ovviamente, li avranno gli eventi con tantissimi partecipanti, dove il rispetto del distanziamento e dei protocolli anti-Covid sarà più difficile.

Molti organizzatori hanno spostato le proprie manifestazioni a Settembre e Ottobre, due mesi che si annunciano fin troppo ricchi di appuntamenti (sperando che tutto vada per il verso giusto).

Quale sarà il pubblico?
Alla ripresa dell’attività il popolo delle Granfondo potrebbe essere diverso rispetto al passato. O forse a essere diverso potrebbe essere solo l’approccio, magari con più attenzione rivolta al divertimento, piuttosto che all’agonismo e al risultato finale.

All’inizio ci potrebbe essere un po’ di preoccupazione per la situazione generale, ma siamo sicuri che la voglia di normalità e di stare di nuovo insieme avrà la meglio su tutto.
Senza dimenticare che nel frattempo tanti nuovi utenti si stanno approcciando alla bici e che pian piano potrebbe rinvigorire ulteriormente la base del movimento.

Staremo a vedere, quello che ci auguriamo è di tornare presto a rivederci ed abbracciarci alle Granfondo, perché tutti abbiamo voglia di normalità…

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