COMUNICATO UFFICIALE

Ispirata al tema Umanité, la 36a edizione della Maratona dles Dolomites-Enel ha rinnovato ieri lo spettacolo dei passi dolomitici chiusi al traffico e dedicati alle biciclette.

La celebre granfondo altoatesina ha sottolineato ancora una volta il valore della comunità, luogo dove non a caso si vive e si esercita l’umanità. Qualità di cui il mondo ha sempre più bisogno…



«Essere umani tra gli umani, ridiventare umani. In questo mondo disumano, aprire gli occhi finalmente e staccarli dal display dello stordimento e pedalare insieme verso quel luogo dentro di noi fatto di bellissima umanità. Oggi, sempre». Questo il commento e l’augurio di patron Michil Costa (foto sotto), presidente del Comitato Organizzatore, a pochi istanti dal via.

Vincenzo Nibali (a sinistra) con Michil Costa. Foto: Freddy Planinschek

7.918 i ciclisti partiti alle ore 6:30 da La Villa (Bz) che hanno animato le rampe del Passo Campolongo, prima asperità della giornata.
Sullo sfondo le guglie dolomitiche hanno incorniciato un paesaggio da cartolina.

umanità della Maratona dles Dolomites
Foto: Freddy Planinschek
umanità della Maratona dles Dolomites
Foto: Freddy Planinschek

Tanti i volti noti dello sport e non solo.
Gianni Bugno, Paolo Bettini, Filippo Pozzato, Davide Cassani, Manfred Mölgg, Christof Innerhofer, Lisa Vittozzi, Federico Pellegrino, Jury Chechi, Cristian Zorzi, Hervé Barmasse, l’ex calciatore Fabrizio Ravanelli, Fausto Pinarello, il vicedirettore de La Gazzetta dello Sport Pier Bergonzi, il direttore di Sky Sport Giovanni Bruno.

E poi ancora Massimo Doris, Mauro Corona e tanti altri…

Lisa Vittozzi (a sinistra) con Mattia Casse (al centro) e Christof Innerhofer (a destra). Foto: Alex Moling
Jury Chechi (a sinistra) con Fabrizio Ravanelli. Foto: Alex Moling
Federico Pellegrino (a sinistra) e Manfred Mölgg. Foto: Alex Moling
Mauro Corona. Foto: Alex Moling
umanità della Maratona dles Dolomites
Filippo Pozzato. Foto: Alex Moling
Paolo Bettini (a sinistra), Manfred Mölgg (al centro) e Davide Cassani (a destra). Foto: Alex Moling

L’umanità della Maratona dles Dolomites: gara e volontariato

La corsa entra subito nel vivo, grazie anche alla presenza di Vincenzo Nibali che solletica l’agonismo dei cicloamatori più in palla.

Tre i percorsi come da tradizione: il lungo, 138 chilometri e 4.230 metri di dislivello, il medio, 106 chilometri e 3.130 metri di dislivello ed il Sellaronda, 55 chilometri e 1.780 metri di dislivello.

L’altimetria del percorso lungo.
umanità della Maratona dles Dolomites
Foto: Freddy Planinschek

Un’esclusiva che da qualche anno accompagna l’evento è la diretta tv su Rai 2: anche quest’anno dalle ore 6:15 fino alle ore 12:00 le gesta dei ciclisti, i paesaggi ed i racconti di storia e cultura locali sono stati trasmessi in tutta Italia ed oltre.

Foto: Freddy Planinschek

Il Giau ha fatto ancora una volta la differenza per quanto riguarda la distanza maggiore: da un drappello di otto uomini fuoriesce il belga Frederic Glorieux che passa per primo in vetta.

umanità della Maratona dles Dolomites
Foto: Freddy Planinschek

È però il francese Loïc Ruffaut a raggiungere Glorieux sul Valparola, inseguito da Tommaso Elettrico e dall’austriaco Patrick Hagenaars.

Foto: Freddy Planinschek

La fuga torna compatta in prossimità del Mür dl Giat con Ruffaut che piazza lo scatto decisivo in una fase interlocutoria verso il traguardo conquistando così in solitaria la Maratona dles Dolomites 2023.

Foto: Freddy Planinschek

«Una vittoria, incredibile che arriva dopo diverse partecipazioni, non me ne rendo ancora conto – ha commentato a caldo Ruffaut -. Sul Giau avevo capito di avere buone gambe e dopo il Mür dl Giat ci ho provato e ho staccato tutti. Mi è andata bene, pazzesco”.

Dietro di lui, ad una decina di secondi, Tommaso Elettrico e l’austriaco Patrick Hagenaars.

umanità della Maratona dles Dolomites
Loïc Ruffaut al traguardo. Foto: Matteo Agreiter

Fra le donne a trionfare è stata la piemontese Samantha Arnaudo (foto sotto) in 5 ore e 5 minuti a soli 36 minuti da Ruffaut. Una prestazione atletica d’altissima caratura con la vincitrice della passata edizione, Marta Maltha, che incassa venti minuti di stacco. Terza piazza per Martina Trevisiol.

«Per me è la prima partecipazione e non sapevo fino all’ultimo se fare il medio o il lungo, ma quando ho saputo che al bivio del Falzarego avevo cinque minuti di vantaggio sulle inseguitrici ho deciso di affrontare il Giau e optare per il percorso più impegnativo». Una dichiarazione che eleva ancora di più la prestazione di Samantha Arnaudo.

Samantha Arnaudo. Foto: Matteo Agreiter

Nel percorso medio il podio maschile è stato conquistato da Mattia Gaffuri, Stefan Kirchmair e Giuseppe Orlando, rispettivamente al primo, secondo e terzo posto. Quello femminile ha visto Olga Cappiello al primo posto, seguita da Alessia Bortoli e Ilaria Lombardo.

Il podio del Sellaronda ha visto Thomas Hintner sul gradino più alto, seguito da Wilfried Wisthaler e Gunnar Streblow. Tra le donne successo di Giulia Soffiati, con Caroline Doucet e Harriet Martin a completare la festa.

Le classifiche complete sono disponibili QUI.

Al termine della corsa fortunatamente orfana della pioggia sono state controllate le biciclette dei vincitori ed a campione quelle di alcuni partecipanti per scongiurare la frode tecnologica.

umanità della Maratona dles Dolomites
Foto: Freddy Planinschek

A partire da oggi, un gruppo composto da 40 volontari setaccerà i sette passi dolomitici e tutto il percorso della Maratona per raccogliere i rifiuti lasciati dai passanti durante tutto l’anno.

Questa è solo una delle tante iniziative promosse dalla Maratona, una manifestazione che da anni s’impegna a coniugare sport e attenzione per l’ambiente con atti concreti come l’acquisto di 16.000 stoviglie e bicchieri riutilizzabili dedicati al ristori finale. Un investimento importante, che porta a ridurre del 70% l’uso della plastica.

È l’umanità della della Maratona dles Dolomites.

Verso il 2024…

È già tempo, però, di rivolgere il pensiero alla prossima edizione che si terrà domenica 7 luglio 2024. Il tema sarà Mutatio, metamorfosi.

Foto: Alex Faedda

Un invito a cambiare noi stessi in un mondo che vede il clima cambiare drasticamente.

«Riusciremo a trasformarci alla velocità con la quale si stanno trasformando le tecnologie del mondo? Noi esseri umani avremo la capacità di cambiare o soffocheremo nella paura, nel cinismo? Se non c’è uno stato perenne di metamorfosi faremo una brutta fine, “quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla”», ha precisato Michil Costa, richiamando le parole di Lao Tse.

umanità della Maratona dles Dolomites
Foto: Alex Moling

Per maggiori informazioni: maratona.it/it

Foto in apertura: Alex Moling

Qui tutte le news e gli approfondimenti riguardanti la Maratona dles Dolomites.

Qui sotto la nostra intervista al patron della granfondo Michil Costa.

Quale futuro per la Maratona dles Dolomites? A tu per tu con Michil Costa