La Maratona dles Dolomites è uno degli eventi più amati dai granfondisti di tutto il mondo.
Un po’ per la bellezza dei luoghi, un po’ per la qualità dei servizi, un po’ perché è qualcosa di esclusivo, a cui è difficile partecipare, e questo, nel bene o nel male, la rende ancora più attraente.




A nostro avviso, è uno di quegli eventi a cui un appassionato di ciclismo dovrebbe partecipare almeno una volta nella vita. Ma accaparrarsi un pettorale, come leggerete più avanti, nei prossimi anni potrebbe diventare ancora più complicato di quanto già non lo sia.

La Maratona, infatti, è in continua evoluzione e così ci siamo seduti a un tavolo con Michil Costa, presidente del Comitato Organizzatore, per farci raccontare un po’ di cose, parlare delle novità 2022 e di come potrebbe cambiare l’evento nel prossimo futuro per diventare ancora più bello, ma soprattutto sostenibile.
Probabilmente non a tutti piacerà, ma la strada sembra segnata.

La presentazione della stagione invernale, a Casa Alta Badia a Milano, è stata l’occasione per incontrare Michil Costa

– Michil, partiamo dal futuro più prossimo: quali sono le novità per l’edizione 2022?
– Avremo diverse novità, ma quella più significativa sarà una riduzione del numero dei partecipanti, che saranno in totale 8.000. Una decisione non facile, anche perché meno iscritti significano meno introiti e meno indotto per tutte le valli, ma necessaria per garantire un evento più sostenibile, sia da un punto di vista ambientale che organizzativo.

– Come siete arrivati a questa decisione?
– E’ il frutto delle riflessioni maturate al termine della Maratona 2021, che ci è costata tanta fatica a livello organizzativo per rispettare le norme anti Covid e garantire un evento sicuro.

Nel 2021, proprio per le problematiche legate al Covid, abbiamo avuto molti meno partecipanti del solito, cioè 5.700. Ci siamo resi conto che con questo numero l’evento ne guadagna in qualità: meno caos, meno traffico per le valli in quei giorni, meno disagi per i ciclisti che partono nelle ultime griglie, meno ressa ai ristori.
Insomma, un’esperienza ancora più godibile e sostenibile.

futuro per la Maratona dles Dolomites

– Le voci dicono che volete diminuire ancora il numero di partecipanti. Qual è il target?
– E’ una decisione complicata, ma la volontà è questa.
Parlando da organizzatore, e non da operatore turistico, la mia idea è di arrivare a un tetto massimo di 6.000 partecipanti nel giro di un paio di anni, ma dobbiamo trovare un accordo all’interno del Comitato. E’ necessario fare riflessioni economiche, ragionare sull’equilibrio tra qualità dell’evento, costo dell’iscrizione e indotto generato per le valli.

Avere meno partecipanti significa ridurre gli introiti e ragionando da imprenditore dobbiamo capire fino a che punto ci si può spingere, perché organizzare un evento di qualità ha dei costi non indifferenti, anche se questo aspetto non sempre è facile da far comprendere.

– Meno iscritti, dunque, significherà anche un costo d’iscrizione più alto?
– Abbiamo due strade tra cui scegliere.
La prima è quella di aumentare gli introiti dagli sponsor, cosa fattibile, visto che quest’anno, ad esempio, tra i partner della Maratona entrerà un altro marchio importante come Shimano.
L’altra è aumentare l’iscrizione, ma dobbiamo ragionarci con attenzione, perché non vogliamo diventare troppo elitari e perché non lo troviamo corretto dal punto di vista etico.

Non escludiamo che in futuro ci potrà essere un ulteriore aumento del costo, ma che servirà a migliorare ancora i servizi.
Ad esempio, per rendere la Maratona sempre più sostenibile dal punto di vista ambientale, stiamo pensando di usare solo posate in alluminio per il pasta party, evitando la plastica e dunque riducendo i rifiuti.
Oppure, produrre gadget e accessori, come il cappellino consegnato a fine gara, in Italia e non più a Taiwan.

futuro per la Maratona dles Dolomites

E magari, destinare una piccola parte della quota d’iscrizione per organizzare dei controlli antidoping a tappeto, un tema su cui siamo sempre stati molto sensibili. Chissà se i partecipanti sarebbero disposti?

In ogni caso, vogliamo che la Maratona, oltre che un evento di successo, diventi un mezzo per comunicare la necessità di essere più attenti all’ambiente e di tutelare le Dolomiti dall’eccesso di traffico. La bicicletta, in tutte le sue forme, può giocare un ruolo determinante in questo senso.

Non a caso ci stiamo impegnando da anni per cercare di ridurre il traffico motorizzato sui passi dolomitici, perché la situazione nei mesi estivi non è più sostenibile.
L’idea è quella di chiuderli totalmente ai mezzi a motore in determinati orari della giornata, magari nei mesi tra aprile e ottobre.
A cui si aggiunge quella di introdurre un numero chiuso per i visitatori delle valli, evitando così delle settimane di eccessivo afflusso.
Si chiama “dittatura ecologica”. Se vogliamo salvare il Pianeta, delle decisioni dobbiamo prenderle. Magari non accadrà a brevissimo, ma ci arriveremo…

futuro per la Maratona dles Dolomites

– Ridurre il numero dei partecipanti significherà rivedere anche le modalità di iscrizione?
– E’ uno dei tasti dolenti, perché già ora i posti destinati al sorteggio sono pochissimi in relazione alle domande che arrivano.
All’interno del Comitato è un argomento su cui riflettiamo da tempo, ma non sarà facile prendere una decisione, perché dovremo scegliere se dare priorità a chi non ha mai partecipato oppure ai fedelissimi.
Personalmente, vorrei privilegiare chi non è mai riuscito a partecipare.

Per il 2021 le richieste di partecipazione sono state 27.500

– Per far fronte a questa situazione è possibile immaginare due edizioni all’anno?
– Ce lo dicono spesso, ma è un’idea che non mi convince perché si perderebbe l’unicità dell’evento.
Non credo che sarà questo il futuro della Maratona dles Dolomites.

Un’evoluzione su cui invece stiamo lavorando è la partecipazione degli Under 23, forse già dal 2023 che magari potrebbe aprire le porte ad un grande evento che coinvolga anche i professionisti.
Al momento è solo un sogno, ma l’idea potrebbe essere quella di far partire i professionisti subito prima di tutto il resto del gruppone, un po’ come succede nelle maratone a piedi, e reintrodurre il Fedaia, che sarebbe affrontato dai professionisti e da tutti i ciclisti che si cimenteranno sul percorso lungo. Chissà…

futuro per la Maratona dles Dolomites

E, al contrario, una Maratona senza classifiche pensi sia una cosa immaginabile?
– Direi di no. Una soluzione parziale potrebbe essere rilevare i tempi solo in salita, ma per ora non ci stiamo muovendo in questa direzione. Un po’ di sano agonismo ci sta.

futuro per la Maratona dles Dolomites

– Abbiamo parlato di futuro. Invece, quanto è cambiata la Maratona oggi rispetto al passato?
– Molto, soprattutto nel rapporto con il territorio e con le valli.
Oggi la macchina organizzativa è più articolata, ma paradossalmente organizzare l’evento è più facile, perché abbiamo l’appoggio della comunità e delle Amministrazioni.

All’inizio non era così, c’era più tensione nella comunità e abbiamo dovuto superare diversi ostacoli. Chiudere i passi, “escludere” delle valli, far accettare tutto questo non è stato facile. Poi ha iniziato a funzionare e le cose sono cambiate.
Oggi la Maratona è molto sentita da tutti, pensate che nei giorni dell’evento sono coinvolte circa 1.200-1300 persone.

Per maggiori informazioni sulla Maratona: maratona.it

Qui il nostro racconto dentro la Maratona dles Dolomites di 2 anni fa

La mia Maratona dles Dolomites 2019: il Giau, i crampi e quella festa straordinaria