Quando cambiare la sella della bici?
Difficile dirlo, poiché un ciclista che pedala 20.000 chilometri l’anno farà fatica a farla durare più di una stagione, chi ne fa 5.000 potrà tenerla per diversi anni; un ciclista di 80 chili la dovrà sostituire molto prima di uno di 60.

L’importante, però, è non dimenticare che le selle non sono eterne e periodicamente vanno sostituite.
Ne va del comfort, ma anche della correttezza della postura in bici.
Perché? Cerchiamo di capirci qualcosa in più…

quando cambiare la sella




L’IMPORTANZA DELLA SELLA
La sella è uno dei tre punti di connessione tra ciclista e bicicletta, insieme a manubrio e pedali, ma è forse quello più delicato e importante, poiché incide in modo notevole su comfort ed efficienza della pedalata.

La scelta deve essere effettuata con cura, tenendo conto di alcuni parametri fondamentali, come la larghezza delle ossa ischiatiche, l’impostazione in bici, la rotazione del proprio bacino.
Senza dimenticare, ovviamente, il tipo d’uso che se ne fa (agonismo, endurance, gravel, ecc).

Di come scegliere la sella e delle differenza tra selle “tradizionali” e selle corte abbiamo parlato nei due articoli che trovate sotto, mentre qui cercheremo di capire quando è arrivato il momento di cambiarla.

Scegliere la sella della bici: tre parametri oggettivi per trovare quella giusta

VIDEO – Le selle corte sono più comode? E come vanno montate?

QUANDO CAMBIARE LA SELLA DELLA BICI: I SEGNALI DI ALLARME
Come vi abbiamo anticipato all’inizio di questo articolo non si può stabilire un chilometraggio (o un periodo di tempo) ben preciso, poiché la “vita” di una sella è influenzata da tanti fattori.
I due principali sono i chilometri percorsi in una stagione e il peso dell’atleta.
Come è facile intuire, più un atleta è pesate, più metterà sotto stress la sella.

Da non dimenticare, inoltre, anche la tipologia di utilizzo e il fondo su cui si pedala e, dunque, la quantità di sconnessioni che la sella sarà chiamata a sopportare.
Per intenderci, una stessa sella avrà vita più breve se utilizzata su una gravel bike piuttosto che su una bici da corsa. Per non parlare della Mtb…
Prendere una buca, o un colpo particolarmente forte, può anche portare alla rottura dello scafo, a prescindere dal livello di usura.

Se non si può stabilire un chilometraggio limite entro cui diventa necessario cambiare la sella, è invece possibile individuare dei segnali oggettivi che indicano quando è arrivato il momento di sostituirla.

Il primo è l’usura del rivestimento esterno.
Si tratta del segnale più evidente, anche se forse quello che influisce meno sul comfort e sull’efficienza di pedalata.
Non tutte le selle si usurano allo stesso modo (dipende dalla tipologia del rivestimento), ma lo sfregamento continuo del pantaloncino con il tempo crea qualche danno.
Il problema è per lo più estetico, ma a volte sul rivestimento si generano delle vere e proprie piaghe che possono essere fastidiose anche in termini di comfort.

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Il secondo è l’affondamento della parte centrale della sella, ovvero quella su cui poggia gran parte del peso del ciclista durante la pedalata.
Può essere in parte dovuta al cedimento dello scafo e in parte all’”invecchiamento” dell’imbottitura.

Questo tipo di cedimento va a modificare la forma iniziale del piano sella, cambiandone anche le caratteristiche e la connessione con ossa ischiatiche e parti molli.
Un peggioramento del comfort, specie con maggiore pressione nella zona perineale, e sensazioni di pedalata “strane”, possono essere sintomo di questo tipo di cedimento.
La verifica è molto semplice, poiché basta osservare la sella di profilo e confrontare come si è modificata rispetto ad una nuova (può essere sufficiente anche una foto da catalogo).

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Il terzo segnale è forse il più difficile da notare, ma probabilmente è il più subdolo, poiché incide non solo sul comfort, ma anche sulla postura, con conseguenze negative che possono riguardare anche schiena e ginocchia.
Si tratta del cedimento laterale della sella, che da un’analisi frontale risulterà storta a causa del maggiore affondamento di uno dei due lati posteriori.
Una sella storta comporta una pedalata fuori asse e dunque va subito sostituita.
Questo tipo di controllo va effettuato anche a seguito di cadute (fate tutti gli scongiuri del caso), che potrebbero compromettere la struttura dello scafo.

La comparsa (senza altre cause evidenti) di dolori alla parte esterna delle ginocchia o alla schiena dovrebbero rappresentare dei campanelli di allarme.
Così come sfregamento o foruncolosi accentuate su un solo lato del soprasella.

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COSA INCIDE SULLA VITA DI UNA SELLA
Come abbiamo già spiegato la durata di una sella dipende da molti fattori, alcuni che possiamo definire esterni, altri invece “interni”, cioè legati al modello e alle caratteristiche costruttive.

Fattori esterni
Tra i fattori esterni abbiamo parlato di chilometraggio, peso del ciclista e tipologia di fondo su cui viene principalmente utilizzata la bici.
Da non dimenticare, inoltre, anche le condizioni atmosferiche: la continua esposizione al sole o tanta umidità possono incidere negativamente sulla vita della sella.
A livello amatoriale non capita spesso, ma l’uso sotto la pioggia, ad esempio, riduce parecchio la durata di alcuni tipi di rivestimenti esterni.

Fattori strutturali
Tra i fattori “interni” ve ne sono due che giocano un ruolo chiave: la leggerezza e la presenza o meno del foro.
C’è da dire, però, che il discorso non si può generalizzare troppo, poiché ci sono notevoli differenze tra modello e modello e che in questo senso incide molto anche la qualità dei materiali utilizzati.
La tecnologia dei materiali ha fatto passi da gigante e oggi è possibile usufruire di prodotti superleggeri, ma allo stesso tempo robusti.

In linea di massima, però, le selle molto leggere sono destinate a durare meno poiché sono più “delicate” in termini di scafo e di imbottitura.
Fanno eccezione le selle completamente in carbonio (che però sono davvero poco diffuse), che non risentono di particolare usura nel tempo, se non quella legata alle vibrazioni e alle sollecitazioni “incrociate” strada/ciclista.
Questo tipo di sella non si usura, ma ad un certo punto può arrivare alla rottura.

Non ci sono indicazioni specifiche da parte delle aziende, ma l’esperienza maturata negli anni ci dice che anche la presenza (e la dimensione) del foro centrale può ridurre la durata della sella, soprattutto se il foro è molto abbondante, poiché nonostante i passi avanti fatti nelle tecniche costruttive, la struttura dello scafo ne risente.

Tuttavia, nella maggior parte dei casi il comfort aggiuntivo ottenuto grazie al foro centrale è talmente elevato che difficilmente si è disposti a farne a meno.
Ed è giusto così.

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IN CONCLUSIONE
Anche se non è possibile dare un’indicazione valida per ogni ciclista e per tutti i prodotti, il nostro consiglio è di controllare periodicamente lo stato della vostra sella.
Se individuate uno dei tre segnali di cui vi abbiamo parlato, procedete subito alla sostituzione per evitare problemi.

Se proprio volete dei numeri, da prendere molto con le molle, un ciclista di peso medio (intorno ai 70 kg) che percorre circa 10-12.000 chilometri l’anno, dovrebbe poter sfruttare una sella almeno un paio di stagioni.
Un agonista evoluto, che pedala oltre 20.000 chilometri l’anno, probabilmente ne dovrà cambiare quasi una a stagione.

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