La storia ciclistica di Mattia de Marchi sembrava una di quelle segnate da una profonda delusione: quella di non essere riuscito a trovare il suo spazio nel mondo professionistico.
E invece dopo qualche mese di “black out”, quel ragazzo che si era allontanato dalla bici, ha trovato nuovi stimoli e un modo tutto suo di interpretare il ciclismo, che vi vogliamo raccontare.



La scintilla che fa ritrovare l’amore perduto è una gara di endurance al quale viene invitato, nello specifico la Ultracycling Dolomitica, 700 km per 17.000 metri di dislivello.
Il tempo di organizzarsi con un piccolo gruppo di amici e, a pochi mesi dalla fine delle competizioni, Mattia si rimette in sella per provare questa nuova esperienza, conclusa tra l’altro con una vittoria.

Perché l’Ultracycling rispetto alle Granfondo?
La risposta è molto schietta: secondo il suo punto di vista l’ambiente delle GF è stimolante per dare sfogo al suo lato competitivo, ma meno aggregante e stimolante rispetto agli eventi off road o gravel, ai quali ultimamente si sta dedicando in modo particolare.
Mattia ha partecipato in passato ad eventi molto impegnativi come l’Otztaler Radmarathon e la Sportfull Dolomiti Race, tra l’altro con risultati di notevole rilievo, ma li vive soprattutto come appuntamenti per passare delle piacevoli giornate con gli amici più che come pure competizioni.

Mattia de Marchi

A questo proposito, ci introduce il progetto Enough, cioè un gruppo di persone che vuole vivere la bici a 360° e per la quale, come recita il loro motto, la bici è abbastanza per essere felici.
Lo spirito è quello di far convivere in un unico contenitore tutte le esperienze possibili, aventi come denominatore comune la bicicletta.
L’obiettivo è solo quello di godere del piacere di pedalare, che sia per competizione o per una passeggiata con i bambini, che sia su asfalto o su sterrato, in compagnia o in modo solitario.
Insomma, un nuovo approccio al ciclismo meno esasperato e più focalizzato sul divertimento, sulla multidisciplinarietà e sul viverlo in modo più “easy” e senza troppo stress.

Se siete curiosi di conoscere meglio Enough Cycling, vi consigliamo di leggere questo articolo in cui viene presentato in modo più esauriente.

Enough Cycling: un nuovo concetto di ciclismo…

Qual è il futuro del gravel?

Entriamo più nello specifico nel mondo Gravel e cerchiamo di capire, vista la sua esperienza, quale sarà il futuro del gravel, in particolare in Italia.
La premessa è che Mattia ha partecipato a diversi eventi gravel in giro per il mondo, manifestazioni come la Atlas Mountain Race in Marocco e, per ultima, la The Traka in Spagna.

Mattia de Marchi

Secondo Mattia de Marchi, mentre in Italia gli eventi gravel sono visti ancora come esperienze, nel mondo si sta seguendo lo stile americano, dove le competizioni sono ormai state sdoganate.
Qualche difficoltà potrebbe essere dovuta alla mancanza, nel nostro paese, di zone con tracciati perfettamente idonei, ma prima o poi, a suo modo di vedere, si arriverà a concepire il gravel in modo diverso e ci svela che qualche idea in mente c’è già.

Allo stato attuale in Italia abbiamo eventi molto diversi tra loro, come il BAM che è semplicemente un raduno da raggiungere in bici, le Jeroboam che sono dei percorsi tracciati di vari chilometraggi da fare in autonomia e manifestazioni come Nova Eroica a Buonconvento che introduce un approccio più agonistico con dei tratti cronometrati.

Tra i nuovi format gravel che potrebbero arrivare anche da noi, quelli che prevedono eventi sullo stile granfondistico, con servizi di qualità a corredo, e anche eventi a tappe organizzati in cui pensare solo a pedalare.
Non ci stupiremmo, insomma, se dietro all’organizzazione di qualche nuovo evento gravel ci sarà la mano di Mattia e dei suoi amici del team Enough.

Per quanto riguarda lo sviluppo del Gravel in Italia, ci parla di un territorio come il Veneto in cui il fenomeno è letteralmente esploso grazie alla convinzione e alla spinta dei rivenditori, mentre in zone come la Toscana, perfette per questa pratica, si stenta a cambiare mentalità e si è ancora molto ancorati al ciclismo su strada. 

Mattia de Marchi Mattia de Marchi

Le scelte tecniche

Mattia De Marchi utilizza una bici 3T Exploro RaceMax con montaggio Campagnolo Ekar e due coppie di ruote che vanno a coprire sia l’utilizzo gravel che stradale.
Le Fulcrum Rapid Red 3 650b con gomma Pirelli Cinturato Gravel M da 50 mm sono la sua scelta preferita in ambito fuoristrada, mentre per pedalare su asfalto la scelta è ricaduta sulle Fulcrum Wind 40 con Pirelli Cinturato Velo da 28 o 30 mm.

Grazie alle due ruote e al gruppo Ekar, che è il primo esclusivamente monocorona a 13 velocità, Mattia ci garantisce che la 3T Exploro RaceMax riesce ad essere efficiente sia come gravel bike che come road bike ed è una valida opzione nel caso si voglia una bici unica adatta ad entrambi gli utilizzi.

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Il discorso è diverso quando vuole ricercare la prestazione anche su strada, dove il limite del monocorona, soprattutto in discesa o nei tratti più duri di salita, lo porta ad utilizzare la 3T Strada Due Team, su cui è possibile montare il deragliatore e quindi utilizzare un gruppo con guarnitura doppia.
In questo caso la bici da lui utilizzata, anche alla recente Sportful Dolomiti Race, era equipaggiata con Campagnolo Super Record EPS e ruote Bora Ultra WTO con coperture tubeless Pzero Race TLR da 26 mm.

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