Mai era successo prima di quest’anno che due corridori arrivassero a giocarsi il Giro nell’ultima tappa divisi da meno di un secondo.

L’edizione 2020, oltre che per i tanti problemi legati al Covid-19, sarà ricordata anche per questo. E alla fine, per uno dei distacchi più contenuti della storia tra primo e secondo classificato.

Foto facebook.com/giroditalia/



Come abbiamo già fatto per altre tappe, riviviamo la frazione conclusiva analizzando i dati della crono di Milano che ha deciso la classifica finale.

Partiamo dal confronto tra i due contendenti alla maglia rosa.
Purtroppo non abbiamo molti dati relativi alla potenza espressa da Hindley e Geoghegan Hart durante la crono, ma ci sono comunque alcuni aspetti interessanti da valutare.

Partiamo dal distacco: Geoghegan Hart ha concluso la crono con un’ottima 13esima posizione, a meno di 1 minuto da Ganna, infliggendo 39” a Hindley, vale a dire circa 2,5” a chilometro.
Considerando il fisico dei due atleti (Hindley è alto 1,75 per 60 chili, Tao è 1,83 per 65 chili) e il risultato della crono di Valdobbiadene, era un risultato prevedibile.

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La prima cosa che salta all’occhio è che i due contendenti hanno affrontato la crono con cadenze di pedalata molto diverse (di questo aspetto avevamo parlato anche dopo la crono finale del Tour).
Geoghegan Hart ha pedalato costantemente intorno alle 90 rpm, mentre Hindley è stato sempre oltre le 100 rpm.

Nei primi 4 km, in cui c’erano curve e tratti un po’ più tortuosi, l’agilità e la velocità nei rilanci, hanno permesso a Hindley di limitare i danni, ma nella parte centrale, quella più veloce, Geoghegan Hart ha fatto la differenza.

dati della crono di Milano

Secondo i dati di Velon, il giro si è deciso tra il km 4 e il km 8, quando l’inglese della Ineos-Grenadiers ha viaggiato ad una media di 52,4 km/h.
Dai dati trasmessi in tempo reale, Tao ha pedalato quasi sempre intorno ai 400 watt, dunque oltre i 6watt/kg.

Geoghegan Hart ha chiuso la crono alla media di 51,7 km/h, Hindley alla media di 49,9 km/h.

Dopo aver analizzato i dati dei due rivali per la maglia rosa, andiamo ad approfondire quelli necessari per ottenere la vittoria di tappa.

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Il successo, come da pronostico, è andato a Filippo Ganna, che ha coperto i 15,7 km della crono alla media di 54,560 km/h.
Considerando che nel primo e nell’ultimo chilometro c’erano diverse curve, significa che Ganna nella parte centrale ha viaggiato sempre oltre i 55 km/h.

Secondo i dati di Velon, negli ultimi tre km ha sviluppato 510 watt di potenza media, a circa 6,2 watt/kg.
Un valore che, vista la capacità di gestire lo sforzo a crono dell’italiano, possiamo realisticamente immaginare abbia tenuto per tutto il percorso.

dati della crono di Milano

Al secondo posto si è classificato Victor Campenaerts, staccato di 32”.
Dall’analisi del segmento Strava, solo 400 metri più corto rispetto alla rilevazione ufficiale, il belga ha espresso in tutta la prova 403 watt medi.

La differenza di quasi 100 watt tra i due è spiegabile con una stazza decisamente diversa: Ganna è circa 20 cm più alto e almeno 10 kg in più di Campenaerts.
Se è vero che in pianura conta la potenza assoluta (come testimonia il risultato), c’è da considerare che una maggiore stazza comporta anche una maggiore resistenza aerodinamica, oltre che un maggior dispendio energetico nei rilanci.
Se così non fosse, 100 watt di differenza avrebbero significato un distacco ben più alto di 32”.

Se siete interessati all’analisi dei valori dei pro’ nelle tappe, qui trovate la scalata di Piancavallo e quella dello Stelvio.

Foto d’apertura facebook.com/TeamSunweb – Cor Vos