Allenare prima l’intensità e poi la resistenza è la soluzione adottata da Wout van Aert per essere protagonista sia nel ciclocross, durante l’inverno, sia alle Classiche, in primavera.

Il belga è da poco tornato da un lungo training camp in quota sul Teide, a Tenerife, dove ha costruito le basi per la stagione su strada 2022.
In 19 giorni ha percorso 2.250 km con 55.000 metri di dislivello, adottando l’ormai nota formula di due/tre giorni di carico e uno di scarico. Van Aert ha dedicato anche alcune uscite alla bici da crono e, come fa di consueto, si è ritagliato degli spazi per correre a piedi.

 

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In una lunga intervista rilasciata a RedBull.com, uno dei suoi sponsor, ha dichiarato di essere contento della condizione raggiunta e, pur non avendo ancora fatto nemmeno una gara rispetto a quelli che saranno i suoi principali rivali alle Classiche, si è detto fiducioso già per la Omloop Het Nieuwsblad, anche se conta di essere al top a partire dalla Milano-Sanremo in poi.

Allenare prima l’intensità
Foto Strava/VanAert

Nel corso della stessa intervista ha anche giustificato questo ottimismo, spiegando che per far convivere ciclocross e gare su strada la sua preparazione si sviluppa in modo opposto rispetto a quella della maggior parte degli altri Pro’.
In genere, infatti, si comincia lavorando sulla resistenza nei training camp di dicembre e gennaio, per poi concentrarsi sulla qualità man mano che si avvicinano le gare, sfruttando proprio le prime corse per rifinire la condizione.

Van Aert, invece, fa l’opposto: inizia con le alte intensità già prima della stagione del ciclocross, stimolo che poi viene amplificato dalle gare stesse, che tra novembre e inizio gennaio a volte sono due o tre a settimana. In questo periodo non c’è molto spazio per fare altri lavori, ma il belga trova solo il tempo di fare qualche uscita lunga per non perdere del tutto la resistenza.

Foto Facebook.com/JumboVismaRoad

Dopo una fase di recupero, immediatamente successiva alla stagione del cross, si dedica al lavoro di resistenza.
“I miei colleghi – ha chiarito Van Aert – fanno il contrario. Prima allenano la resistenza e poi iniziano ad lavorare sui ritmi alti a febbraio.
Quest’anno, inoltre, non avendo partecipato ai campionati del Mondo ho avuto più tempo per riposare e per preparare al meglio la stagione su strada. Per questo non vedo l’ora di iniziare.

In genere, comunque, è più facile passare dal ciclocross alla strada che viceversa”.

Durante l’intervista van Aert ha parlato anche del suo storico rivale Van der Poel e di come la sua assenza inciderà sulle prime corse di stagione: “Mathieu a inizio stagione non ci sarà e questo farà la differenza. Non solo perché è un avversario temibile, ma perché interpreta le gare in modo diverso da tutti gli altri, modificando le dinamiche di corsa. Nelle prime Classiche dell’anno, in cui lui sarà assente o non al massimo della condizione, dovremo tenerne conto”.

Per van Aert la periodizzazione inversa è quasi obbligata, ma si tratta di una metodica interessante anche per gli amatori che in inverno hanno poco tempo. Ne abbiamo parlato nell’articolo qui sotto: