Eli Iserbyt: il "quarto uomo" del ciclocross che ha vinto la Coppa del Mondo
Giovanni Bettini
Eli Iserbyt: il "quarto uomo" del ciclocross che ha vinto la Coppa del Mondo
Giovanni Bettini
24 anni, belga di Bavikhove, villaggio a due passi dal celebre birrificio De Brabandere, Eli Iserbyt (foto sotto) è il "quarto uomo" del ciclocross. Ha vinto la Coppa del Mondo di specialità, il Superprestige (rinomata challenge composta da sette gare tra Belgio e Olanda) e la medaglia di bronzo ai Mondiali. 165 cm d'altezza per 56 kg, Iserbyt indossa la maglia del team Pauwels Sauzen-Bingoal. Il suo nome lo si trova in cima alle classifiche, tra Van Aert, Van der Poel e Pidcock.
La stagione del ciclocross è agli sgoccioli. Nel calendario di Eli Iserbyt mancano solo due appuntamenti: sabato l'ultima prova dell'Ethias Cross a Sint-Niklaas (Belgio) e domenica l'Internationale Sluitingsprijs Oostmalle sempre in Belgio.
Il clima è quello giusto per fare due chiacchiere con il campione belga che in questa stagione in Coppa del Mondo ha dato filo da torcere a Tom Pidcock.
Il futuro del ciclocross, l'ascesa delle gare gravel, l'utilizzo delle coperture tubeless senza dimenticare qualche consiglio per i giovani e gli amatori...
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- Eli siamo quasi a fine stagione: tempo di bilanci. Come è andata?
- Ad ottobre aspettative ed ambizioni erano alte. Vincere sette gare su 15 in Coppa del Mondo, la classifica finale del Superprestige per la prima volta in carriera oltre alla medaglia di bronzo al Mondiale… Direi "segno +".
- Sei stato uno dei grandi protagonisti della prova di Coppa del Mondo in Val di Sole chiusa al quarto posto: la prima volta su un circuito totalmente innevato. Cosa significa pedalare sulla neve e quali differenze rispetto ad altre superfici?
- Non avevo mai affrontato una gara così in carriera. Il tracciato rimandava a condizioni simili a quelle di una gara sulla sabbia anche se alcuni passaggi erano veramente complicati. Di solito quando affronti la prova circuito sai che le condizioni del fondo non subiscono variazioni importanti. In Val di Sole lungo la discesa anche se provavi ad impostare le medesime linee le risposte non erano mai simili o identiche al passaggio precedente. La neve aggiunge imprevedibilità alla corsa, aumenta lo spettacolo per il pubblico.
A proposito: sono stato piacevolmente colpito dall’accoglienza e dalla quantità di spettatori nonostante le condizioni non del tutto agevoli. In Belgio i tifosi tendono a sostenere il loro beniamino. Il pubblico italiano, invece, incitava tutti dal primo all’ultimo senza troppe distinzioni. Un piacevole cambio di prospettiva.
- In quest'occasione, il giorno prima della gara, avevamo analizzato la tua bici (foto sotto, QUI tutti i dettagli). Avevi operato qualche particolare modifica alla tua Ridley X-Night SL?
- Sì: ho alzato leggermente i comandi cambio per impostare meglio le curve più veloci e avere maggior controllo. A parte questo dettaglio nessun'altra modifica rispetto alla solita configurazione. Qualche prova in più è stata fatta su ruote e tubolari. Avevo 15 coppie a disposizione allestite con diverse coperture Dugast.
- Tubeless nel ciclocross: qual è il tuo punto di vista?
- Su strada li utilizzo e i riscontri sono molto buoni. Nel ciclocross ho qualche dubbio anche se allo stesso tempo non ho avuto l’occasione di testare il sistema. Il problema principale è legato alla tenuta della copertura sul cerchio a pressioni di gonfiaggio basse. Parliamo di pressioni pari a 0.8/1.0 bar. Una volta verificata l'affidabilità in diverse condizioni, grazie anche al supporto delle aziende del settore, credo ci possa essere più spazio per il tubeless.
- La prova di Coppa del Mondo sulla neve ha avviato il dibattito circa l’inserimento del ciclocross nel programma dei Giochi Olimpici Invernali. Cosa ne pensi?
- Sarebbe un bella opportunità. I Giochi Olimpici sono l'obiettivo massimo per ogni atleta. Al momento è solo una ipotesi e gli organizzatori stanno cercando di mettere a punto tracciati adatti a questo scopo. La prova della Val di Sole è stata, e sarà, per noi un buon test per capire come modificare il nostro stile di guida sulla neve ed individuare i materiali più adatti a questa condizione.
- Allarghiamo la prospettiva. Il ciclocross è cambiato negli ultimi anni?
- Molti pensano che il limite delle coperture con sezione massima da 33 mm sia stato il cambiamento più rilevante. A mio avviso l’utilizzo dei freni a disco è stato il vero punto di svolta. È cambiato lo stile di guida che è diventato molto più aggressivo. Di conseguenza è aumentata molto l’intensità della corsa rispetto a dieci anni fa.
- Gravel e ciclocross due discipline con alcuni punti di contatto, ma storia e tradizioni differenti…
- Il gravel è una buona opportunità per noi crossisti durante il periodo estivo: una alternativa alle gare su strada. A maggio parteciperò ad alcuni eventi gravel in Belgio. In questa stagione, durante le prove di Coppa del Mondo negli Stati Uniti, abbiamo affrontato alcuni settori riconducibili al gravel. Da un punto di vista tecnico bisognerebbe cercare di non mescolare queste due dimensioni.
- Qual è la settimana tipo di Iserbyt durante la stagione?
- Palestra, corsa a piedi, tecnica con la bici da CX e resistenza su strada. Mezz’ora di running il lunedì. Quando il fine settimana è dedicato alle gare in cinque giorni svolgo dalle 12 alle 14 ore d’allenamento in bicicletta con la palestra a completare la preparazione fisica generale e i lavori specifici.
- Quali sono i vantaggi che il ciclocross può dare a chi pedala su strada?
- Il ciclocross dovrebbe essere parte di un percorso di crescita atletica e sportiva di un giovane che punta alle gare su strada. Si migliora la tecnica di guida, l’esplosività, si abitua il fisico a sostenere alte intensità. I professionisti tra dicembre e gennaio possono trovare una modalità d'allenamento utile per migliorare il picco di potenza e la qualità della preparazione.
- Quali sono i tre aspetti che un amatore deve tenere in considerazione per cimentarsi nel ciclocross?
- Abilità di guida, buona preparazione atletica di base e… tanta capacità di soffrire: devi scendere dalla bici sapendo di aver dato in poco meno di un'ora il 110%.
- Van Aert, Van der Poel, Pidcock, Iserbyt. La senti questa rivalità?
- È stata una stagione particolare. Wout non ho avuto la possibilità di batterlo. Mathieu per i problemi alla schiena non era lui. La vera rivalità c’è stata con Pidcock e si è vista in Coppa del Mondo dove gli sono arrivato davanti in qualche occasione. Al Mondiale io non potevo fare di più. Complimenti a Tom, ma non finisce qui…
Foto in apertura: koppenbergcross.be
Qui sotto tutti i dettagli della prova di Coppa del Mondo 2022 in Val di Sole.
Coppa del Mondo Ciclocross in Val di Sole anche nel 2022. Ora è ufficiale
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.